Una persona prende una bottiglia di olio di oliva dallo scaffale di un supermercato; concept: extravergine

Il quotidiano La Repubblica il 23 dicembre 2011 ha pubblicato un articolo di due pagine sulle frodi dell’olio extravergine firmato da Paolo Berizzi. La nota racconta storie accattivanti e giornalisticamente appetitose supportate da fatti di scarsa consistenza e da test privi di valore statistico. Ma di questo abbiamo già parlato. Quello che ci preme evidenziare in questa sezione del sito dedicata alle bufale è la tabella pubblicata nell’articolo a pagina 26.

Lo schema indica che l’olio extravergine di oliva ha un’acidità libera massima espressa in acido oleico inferiore all’0,8%, mentre l’acidità massima dell’olio vergine arriva allo 0,2%! Quest’ultimo valore è sbagliato perché la legge prevede un limite dieci volte superiore (2%). Lo stesso problema si pone per l’olio di oliva e di sansa raffinato, l’acidità indicata nella tabella è inferiore allo 0,1%, quando il valore corretto per entrambi gli oli è dell’1%.

Un altro appunto su cui sorgono legittimi dubbi riguarda i prezzi indicati dall’autore quando parla di olio spagnolo acquistabile dal produttore a 50 centesimi al litro, e di olio tunisino a 20-25 centesimi! Basta osservare le quotazioni giornaliere della borsa merci per rendersi conto di quanto siano assurdi questi valori e come solo un distratto cronista possa proporli ai lettori senza verificare la fonte.

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