vedi articoloA Milano la guerra dei prezzi per panettoni e pandori è iniziata. Nei supermercati Esselunga il marchio Battistero alla fine di novembre era venduto ai possessori della carta fedeltà a 2,98 €/kg, Iper sui giornali pubblicizzava il pandoro Melegatti da 750 g a 2,99 €, Billa proponeva un panettone Balocco con una bottiglia di spumante a 3,99 €.
Si tratta delle prime schermaglie di una battaglia che proseguirà fino a Natale, con una probabile riduzione dei listini dal 30 al 50%. Come mai il dolce più pregiato e più costoso di tutta la produzione industriale dolciaria italiana, viene venduto ad un prezzo inferiore rispetto a dolci e merendine? La domanda è legittima trattandosi di uno dei pochissimi dolci a pasta lievitata, che richiede un processo lungo e complicato di lavorazione (vedi articolo).
I panettoni dei supermercati
Gli accordi iniziano prima dell’estate quando le grandi catene di supermercati avviano le trattative con le marche leader (Bauli, Motta, Maina, Paluani, Vergani…) per ordinare i dolci tipici confezionati appositamente per loro. Carrefour, Conad, Coop ordinano panettoni e pandori con il marchio ben visibile sull’etichetta, mentre altre catene preferiscono marchi di fantasia che però i clienti conoscono e collegano direttamente al supermercato. Auchan usa il marchio Mastro Pasticcere, Esselunga usa il nome Le Grazie, Cadoro è il nome scelto da Despar e Bontà del Pasticcere quello di A&O (vedi tabella in fondo all’articolo). Anche qualche hard discount come Lidl propone una propria linea con il marchio Favorina.
All’inizio di novembre quando comincia la stagione sugli scaffali compaiono panettoni e pandori firmati Bauli, Motta, Maina, Paluani, Melegatti, Vergani, Borsari… a fianco di quelli marchiati Auchan, Carrefour, Conad, Coop, Mastro Pasticcere, Le Grazie, Cadoro e Bontà del Pasticcere. Qualcuno può pensare di avere di fronte dolci diversi, ma non è così, perché nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di prodotti molto simili.
Le differenze
A volte ci sono differenze, ma si tratta di aspetti minori, che incidono poco sulla qualità. Anche volendo ipotizzare un pizzico di uvette in più o di canditi in meno, oppure una quantità di burro maggiore alla fine la ricetta si assomiglia molto, perché la norma impone regole e quantità molto rigide sugli ingredienti e le variazioni di ricetta possono incidere sui costi di produzione in modo limitato (da 0,10 a 0,25 €/kg).
Le differenze tra una marca e l’altra riguardano la qualità dell’uvetta, dei canditi, della farina e questi elementi possono migliorare il prodotto. Ci sono anche altri fattori da considerare come le modalità di lievitazione e di raffreddamento e la capacità del produttore. Le stesse aziende che producono marchi diversi ammettono le differenze tra un prodotto e l’altro, si tratta dell’alveolatura che è collegata al tipo di fermentazione, alla masticabilità, all’aspetto. La scelta può indirizzarsi sul marchio che si apprezza di più perché ha un sapore, un aroma e una sofficità che piace ma il risultato dovrebbe comunque essere di buon livello perché pandoro e panettone sono i prodotti principe della pasticceria industriale.
Il prezzo in questo discorso conta poco, perché le diversità tra marche famose e marche dei supermercati sono minime come più volte dimostrato nei test comparativi pubblicati ogni anno da riviste come Il Salvagente o Altroconsumo. In queste prove i panettoni e i pandori firmati dai supermercati spesso conquistano ottimi posizionamenti in classifica e si distinguono per il buon rapporto qualità prezzo.
I prezzi dei panettoni
Il Fatto Alimentare ha visitato diversi punti vendita fotografando una situazione che però muta velocemente. In tabella riportiamo i listini rilevati dal 20 al 30 novembre a Milano, ma si tratta di indicazioni orientative, perché la guerra dei prezzi è in corso e ogni giorno qualcuno riduce i listini e introduce nuove offerte. Per capire meglio come orientarsi abbiamo suddiviso il mercato in tre categorie, anche se è doveroso premettere che i costi di produzione e imballaggio di un panettone oscillano dai 4 a 5 €/Kg. Per questo motivo i listini inferiori a 4 €/Kg si possono considerare sottocosto.
- Le Tre Marie è considerato un prodotto industriale di gamma superiore perché segue un processo produttivo tradizionale che richiede più tempo, ha alcune fasi di lavorazione manuale e per questo viene proposto ad un prezzo decisamente elevato 11.30 €/kg. Prospettive: si prevedono prima di Natale riduzioni del listino sino al 50%.
- Pandori e panettoni firmati Bauli, Motta, Maina, Paluani, Melegatti, Balocco, Vergani … alla fine di novembre a Milano oscillano da 5,5 a 6,9 €/kg. Prospettive: discesa rapida sino a 2-2,5€/kg (sottocosto) dopo la prima settimana di dicembre
- Panettoni e pandori con il marchio del supermercato come Carrefour, Conad, Coop o marchi di fantasia come Mastro Pasticcere (Auchan), Le Grazie (Esselunga), Cadoro (Despar) e Bontà del Pasticcere (A&O) sono proposti da 2,3 a 4,0 €/kg. Prospettive: progressiva discesa dei listini sino a 1,90 €/kg (sottocosto) a partire dai primi giorni di dicembre.
Che fare? Il nostro consiglio è aspettare l’ultima settimana prima delle feste quando i listini sono davvero miracolati.
La situazione sopra descritta vale solo per le città dove ci sono diverse catene che si fanno concorrenza. Nei centri minori, dove le insegne sono poche e non ci sono i panettoni con il marchio dei supermercati, i listini oscillano dai 5 a 7 €/kg e non scendono di molto.
Che fare? Panettoni e pandori proposti dai supermercati costano meno perché non fanno pubblicità, hanno una distribuzione ridotta e per attirare la clientela, sono venduti a prezzi sottocosto senza margini di guadagno. Chi ama questi dolci e vive nei grossi centri può fare colazione e merenda per due mesi con ottimi prodotti risparmiando qualche euro e mangiando un dolce di qualità superiore rispetto a biscotti, snack e merendine mantenendo un valore calorico simile.
I farciti
Negli ultimi tempi si rileva la tendenza delle grandi marche (Balocco, Bauli, Maina, Melegatti, Paluani…) di proporre panettoni e pandori farciti con creme, scaglie di cioccolato o altri ripieni per differenziarsi dai prodotti classici. Diversi consumatori sono tentati, ma viene spontaneo chiedersi perché un prodotto di ottima qualità deve essere arricchito con farciture che aumentano le calorie e i grassi, introducono additivi, appesantiscono il bilancio nutrizionale e alleggeriscono il portafoglio.
I panettoni artigianali
I pasticceri artigiani che sanno fare bene i panettoni sono pochi. La preparazione richiede molto tempo (oltre 24 ore), ci vuole molto spazio a disposizione e alla fine il guadagno non è così interessante, perché i clienti sono attirati dai listini sottocosto dei supermercati. Pensare che il panettone artigianale pagato anche 10 volte di più rispetto ai listini sottocosto, abbia un sapore decisamente superiore e inconfondibile è forse un mito da ridimensionare. Se non si individua il bravo pasticcere esperto di panettoni c’è sempre lo scaffale del supermercato dove un prezzo stracciato si trovano panettoni e pandori di ottimo livello.
Nella tabella sono indicate le aziende che producono i panettoni e i pandori per le catene di supermercati
Catena di supermercati | Azienda produttrice |
Marchio sulla confezione |
Auchan | Paluani | Mastro Pasticciere |
Conad | Bauli (FBF), Vergani, Paluani | Conad |
Coop | Maina | Coop |
Carrefour | Maina | Carrefour |
Esselunga | Borsari | Le Grazie |
Despar | Bauli (FBF) | Ca’Dolce |
A&O | Vecchio Forno | Le Bontà Pasticciere |
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24