ll 28 giugno 2010 Elisabetta Gardini, eurodeputata italiana al Parlamento europeo, ha presentato un’interrogazione per chiedere alla Commissione europea di far luce su alcune pratiche di produzione dell’acquavite in Francia. Secondo alcune voci, Oltralpe sarebbe stata autorizzata la realizzazione di  acquaviti e distillati, a partire dai sottoprodotti della vinificazione (fecce e vinacce), che sarebbero poi finiti sul mercato con la denominazione “da vino”. Vale la pena ricordare che il vino, per definizione, è “il prodotto ottenuto esclusivamente dalla fermentazione alcolica totale o parziale di uve fresche pigiate o no, o di mosti di uve” (reg. CE n. 491/09), mentre  l’acquavite di vino è “la bevanda spiritosa ottenuta esclusivamente dalla distillazione di vino o di vino alcolizzato o dalla ridistillazione di un distillato di vino” (reg. CE n. 110/08). I sottoprodotti della vinificazione possono ben venire utilizzati per produrre distillati e acqueviti, ma sulle loro etichette deve venire specificata la derivazione  “da vinaccia” e/o “da feccia”.Se la notizia trovasse conferma a seguito di indagini della Commissione, ci si troverebbe di fronte ad una macroscopica frode a danno dei consumatori, visto che i distillati in questione costano molto meno, e possano essere venduti a prezzi irrisori, rispetto ai veri distillati da vino. Una frode che tra l’altro causerebbe la distorsione della concorrenza nei confronti degli altri operatori. “Ancora una volta – precisa Gardini – siamo di fronte a un problema collegato al mancato rispetto di norme comunitarie. Mi auguro che la Commissione si attivi”.

Dario Dongo

 

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