Se, come recitava un vecchio proverbio, “una mela al giorno leva il medico di torno”, che cosa saranno capaci di fare gli agrumi, che effetti benefici potrà avere un’arancia, un limone o un mandarino al giorno? Negli adagi popolari si ritrova solitamente un po’ di antica saggezza ed, effettivamente, frutta e verdura sono da tempo riconosciuti come alimenti salutari, fondamentali per una dieta equilibrata. È questo il motivo principale per cui vengono acquistati dal 57% degli italiani. Grazie a tale consapevolezza, abbinata probabilmente a una buona disponibilità di prodotti locali a prezzi adeguati, siamo i primi in Europa per il consumo di frutta e i terzi per quello di verdura.
Durante il lockdown, tale predilezione si è incrementata ulteriormente e si è registrato un aumento del 13% degli acquisti di questi prodotti, soprattutto mele, arance, kiwi, patate e carote, preferiti dagli italiani per la loro elevata conservabilità. Secondo il focus ortofrutta di Nomisma, nel 2020, il 90% delle persone nel nostro Paese ha mangiato frutta o verdura giornalmente. Se si considera esclusivamente la frutta, in base ai dati Istat, la quota di chi ne ha consumata almeno una volta al giorno scende, ma resta sempre un significativo 75%, per una spesa media mensile di 42,69 euro per famiglia .
Nel corso dei mesi freddi, i frutti preferiti sono gli agrumi. Questi prodotti, apprezzati per le loro caratteristiche nutrizionali, sono oggi ancora più ricercati per il contributo al rafforzamento delle difese immunitarie. Pur distinguendosi a seconda della varietà, gli agrumi sono infatti accomunati dalla ricchezza di vitamine A, B e C, di sostanze antiossidanti, di fibre e di minerali. Tale aumento di interesse, insieme alla globalizzazione dei consumi, da un lato, e all’attenzione per le piccole produzioni locali dall’altro, ha incrementato anche la domanda di varietà meno note.
Proponiamo di seguito l’elenco dei sette agrumi curiosi, poco conosciuti o rari che stanno riscuotendo più successo presso la catena piemontese Banco Fresco (cinque negozi tra Piemonte e Lombardia). Questa catena, particolarmente focalizzata proprio sull’ampio reparto ortofrutta, che ha più di 300 referenze, comprende nel suo assortimento anche diversi prodotti esotici e di difficile reperimento.
Gli agrumi emergenti:
– La succosa clemenvilla, nota anche come nova, è simile alle clementine. Coltivata soprattutto in Spagna, è ideale per le spremute;
– La specialità Igp campana Limone di Sorrento, un limone di dimensioni medio grandi, che, insieme al cugino Costa d’Amalfi Igp, è l’ingrediente chiave preparazione di prodotti tradizionali come il limoncello, il sorbetto o dei dolcetti, difficili da fare in casa, chiamati delizie.
– Il piccolo kumquat, altrimenti noto come mandarino cinese, che si mangia tutto intero, buccia compresa;
– La profumata Combava, o lime kaffir, originaria della Thailandia, usata anche per realizzare tisane rilassanti e disintossicanti;
– Il caviale di limone o finger lime, agrume raro autoctono dell’Australia, chiamato così per la sua polpa ‘a pallini’, simile appunto al caviale, da consumare rigorosamente crudo, con il pesce o con formaggi delicati;
– Il gigantesco pomelo, originario del sud-est asiatico, il più antico tra gli agrumi, da cui poi sono nate le altre varietà;
– Il nostrano bergamotto che, pur di origini asiatiche, ha attualmente nella Calabria una delle principali zone di produzione. Poco utilizzato nella cucina domestica quotidiana, è molto difficile da reperire come frutto intero.
© Riproduzione riservata; Foto: Banco Fresco, Fotolia
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Purché non ci vengano spacciati per “superfrutti” siano benvenuti i “nuovi” agrumi, basta non dimenticare che contengono, salvo differenze minime, esattamente gli stessi sali minerali e vitamine delle comuni arance ma hanno un costo molto più elevato e probabilmente un impatto ambientale superiore, arrivando spesso dall’emisfero opposto.
E se li consumiamo sotto forma di succo costano di più e mancano delle fibre contenute nella polpa, mentre se li consumiamo essicati costano di più ed è facile mangiarne in eccesso: difficilmente ci mangeremmo dieci albicocche come spuntino, mentre sgranocchiare dieci albicocche secche mentre si scorrono i messaggini si fa facilmente (chi le conta?)… ma sono esattamente le stesse dieci albicocche, con tutti i loro zuccheri, gli han tolto solo l’acqua rispetto a quelle fresche.