Kellogg’s non applica le regole dell’etichettatura con le stelle: i cereali contengono il 20% di zucchero e sono tra i responsabili dell’aumento di peso nei bambini
Kellogg’s non applica le regole dell’etichettatura con le stelle: i cereali contengono il 20% di zucchero e sono tra i responsabili dell’aumento di peso nei bambini
Agnese Codignola 23 Marzo 2015In Australia la Kellogg’s, e altri colossi dell’alimentare come MacCain e Mars, non stanno applicando le regole messe a punto un anno fa da consumatori, nutrizionisti, aziende e autorità sanitarie, e caldamente consigliate per prevenire l’obesità. Si tratta di etichette scritte tramite il sistema delle stelle (mezza per i cibi meno sani, cinque per quelli più equilibrati e consigliabili) in modo da fornire informazioni sul valore nutrizionale di un alimento. Le indicazioni sono state rese note nello scorso mese di dicembre, e marchi come Nestlè, Uncle Toby’s, insieme a grandi catene di distribuzione, si sono adeguati o lo stanno facendo (questi ultimi per quanto riguarda i prodotti a marchio). Altri no, e non sembrano intenzionati a cambiare strada. Lo denuncia l’associazione di consumatori Choice, che chiede alle autorità sanitarie di rendere obbligatorie le stelle, dal momento che l’Australia, con il 63% di adulti e il 25% di bambini in sovrappeso o obesi si attesta in alto nella classifica dei paesi con maggiore tasso di obesità. L’altro motivo è che la prima normativa prevedeva l’introduzione obbligatoria delle stellette nel caso le aziende non si fossero uniformate.
Choice se la prende in modo specifico con Kellogg’s, vista la diffusione planetaria dei suoi prodotti e il fatto che molti di essi sono consumati dai bambini. I cereali per la prima colazione sarebbero tra i principali responsabili dell’aumento di peso, poiché contengono moltissimo zucchero, anche se vengono pubblicizzati come prodotti sani, con diciture quali “fonte di fibre” e “senza aromi artificiali”. In realtà sulle confezioni non ci sono diciture sulla percentuale di zucchero, che in certi prodotti arriva al 35%. Secondo un’indagine effettuata qualche mese fa dalla Obesity Policy Coalition su 20 campioni, la quantità di zuccheri medi è pari a 19,8 grammi su 100 di prodotto (equivalenti a cinque cucchiaini da tè) ma in alcuni casi si arriva anche a più di 40 grammi.
Diversi nutrizionisti australiani approvano la richiesta di Choice, sottolineando il cinismo delle aziende che ignorano i rischi per la salute dei bambini, a fronte della possibile relativa perdita di introiti. Senza il contributo delle aziende – è l’opinione di tutti coloro che stanno cercando di porre rimedio alla crisi di sovrappeso – non sarà possibile modificare le tendenze in atto prima che si trasformino in serio problema sanitario. Per questo le imprese devono – per scelta o per obbligo – adeguarsi e agire, e farlo subito.
Agnese Codignola
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Giornalista scientifica
Confermo, pensate proprio questa mattina ho portato in tavola alle mie ragazze una confezione di cereali 4/10 della COOP (abitualmente una mangia le palline di cereali al cioccolato della Kellogs e l’altra gli special K) ebbene non li trovavano abbastanza “gustosi”. Alla fine hanno capitolato e mangiato insieme a me il ciambellone fatto dalla madre con burro, uova fresche e zucchero (quanto basta). Brava cara Codignola