Tre uomini in sovrappeso in costume sulla spiaggia; concept sovrappeso, obesità

Un terzo degli italiani, circa 17 milioni, sono considerati obesi (4 milioni) o in  sovrappeso (13 milioni). Il 51,5% sono uomini, mentre le donne raggiungono il 34,5%: la media è del 42,90% (vedi tabella). La situazione più critica si registra in Campania, dove l’eccesso ponderale interessa il 59% dei maschi e il 42% delle femmine. I dati sono pubblicati sul Bollettino epidemiologico nazionale dell’Istituto superiore di sanità (*), ma sarebbe sbagliato limitarsi a valutare la questione come un fenomeno di costume, perché l’incremento ponderale generalizzato è nei fatti un problema sanitario che comporta seri risvolti per la salute. L’eccesso di peso favorisce l’insorgenza di numerose patologie e/o aggrava quelle preesistenti, riducendo la durata della vita e peggiorandone la qualità. In Italia, si stima che l’eccesso ponderale causi oltre 64mila decessi l’anno (pari al 10% del totale) e oltre 571mila anni vissuti con disabilità (1). Per quanto riguarda la popolazione infantile, siamo fra i Paesi europei con la maggior prevalenza di sovrappeso e obesità (2). Non siamo di fronte a comportamenti che possiamo fare rientrare nella sfera privata, perché la questione comporta un incremento delle malattie croniche non trasmissibili con costi sanitari  rilevanti a carico della collettività.

Il rapporto evidenzia come la questione aumenti di rilevanza con l’età. Riguarda il 27% dei 18-24enni, sale progressivamente al 54% dopo i 50 anni, raggiunge il 59% fra i 65-74enni, ma si riduce progressivamente dopo i 75 anni fino al 49% fra gli over 85enni. L’altro elemento su cui riflettere è che ci sono molte più persone obese o in sovrappeso nelle famiglie con difficoltà economiche e con un livello di istruzione più basso rispetto ai nuclei più abbienti (la percentuale è quasi doppia, 16% vs 9% nel 2021).

tabella prevalenza obesità sovrappeso iss
Un altro elemento interessante è che solo il 26% delle persone in eccesso ponderale riferisce di seguire una dieta per perdere peso, mentre meno della metà dei soggetti ha ricevuto dal proprio medico il consiglio di perdere peso. La realtà non si prospetta rosea  visto che, contrariamente alle campagne contro fumo e alcol che hanno avuto un significativo impatto positivo, i programmi di prevenzione su sovrappeso e obesità non hanno funzionato, tanto che nessun Paese è riuscito a fermare questa tenenza negli ultimi anni (2).

Per contro va detto che in Italia  le campagne indirizzate a spingere le persone verso un’alimentazione equilibrata a favore della Dieta mediterranea sono praticamente inesistenti. Praticamente inesistente è il ruolo del Crea, che da anni progressivamente abbandonato il ruolo di istituzione di indirizzo nutrizionale, il ministero della Salute non fa praticamente nulla e non esiste nient’altro. Al contrario le pubblicità è le iniziative di marketing che incentivano le vendite di alimenti ricchi di grassi, zuccheri e sale venduti a prezzi stracciati sono martellanti, come pure i modelli alimentari tipo fast food. La pubblicità e gli spot di prodotti ultra-trasformati hanno invaso tutti i media e tutti i social puntando soprattutto sui più giovani. Un solo esempio per capire: ogni anno Ferrero investe 120 milioni di euro in pubblicità (dato 2021). O pensiamo che siano soldi buttati al vento, oppure dobbiamo convincerci che il marketing funziona e che il risultato è sin troppo evidente.

Riferimenti bibliografici

  1. Institute for Health Metrics and Evaluation. Global Burden of Disease Results Tool. 2019.
  2. World Health Organization, Regional Office for Europe. WHO European Regional Obesity Report 2022

© Riproduzione riservata Foto: AdobeStock Tabella: Istituto superiore di sanità

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luigiR
luigiR
20 Giugno 2023 13:13

…cos’altro aggiungere? solo altre cattive considerazioni sulle nostre istituzioni e sulle persone che le amministrano…

davis13
davis13
20 Giugno 2023 15:26

è necessario che cambi il nostro stile di vita improntato a ritmi lavorativi frenetici per dare più tempo alle persone di fare sport: purtroppo invece siamo tornati indietro con l’abolizione dello smart working che permette risparmio di tempo e maggior equilibrio tra vita privata e lavoro…