L’Istituto superiore sanità (ISS), da sempre considerato l’organo scientifico di riferimento del Ministero della salute pochi giorni è stato commissariato da Beatrice Lorenzin. La notizia ha creato un certo scalpore in Italia e anche all’estero, perché si tratta di una decisione atipica anche se nella motivazione ufficiale si parla di troppi debiti (è indubbio che l’ISS abbia faticato a reperire risorse per sostenere e sviluppare le proprie attività, e che vi siano forti critiche su come sono state utilizzati alcuni fondi come quelli destinati al progetto AIDS). Questo atto comporta l’azzeramento dei vertici e del consiglio scientifico e apre nuovi scenari difficili da prevedere. Il Comunicato del Ministero è abbastanza scarno e non offre spunti in tal senso, anche se evoca efficienza, sviluppo e modernizzazione in linea con gli standard dei principali enti di ricerca internazionali. In un secondo comunicato il ministro assicura che il commissariamento sarà breve. La questione è importante e vogliamo con questa nota avviare un dibattito e una riflessione tra i lettori interessati e gli addetti ai lavori.
Il commissariamento dell’ISS è una decisione grave che non giova all’immagine del nostro paese e al sistema-ricerca italiano, per questo tutti si augurano che vi sia al più presto la nomina di un commissario capace e autorevole. L’ISS ha bisogno di una riorganizzazione seria per venire incontro alle esigenze del paese e dell’Europa: le strutture devono essere rinnovate e razionalizzate, e anche diverse nomine di vertice sono da rivedere.
Fabrizio Oleari, il funzionario del Ministero della salute scelto dall’ ex-ministro Renato Balduzzi come presidente dell’ISS, si è ritrovato in una situazione difficile, e non ha avuto né il tempo né la forza per intervenire. Il commissariamento potrebbe servire a gestire il riordino sotto il diretto controllo del Ministro, senza troppe preoccupazioni per gli equilibri interni, per portare l’istituto nella direzione voluta in tempi ragionevoli. Il problema reale è la direzione da seguire.
Se consideriamo il ruolo dell’ISS nell’attività della sanità pubblica e quello svolto nell’ambito dell’alimentazione, si può dire che le attività sono andate ben oltre il compito tradizionale di laboratorio centrale di controllo degli alimenti. La lista dei buoni esempi è lunga. La partecipazione alle reti dei laboratori nazionale e comunitari di riferimento ha portato a gestire molto bene l’emergenza dei semi di fieno contaminati da Escherichia coli scoppiata in Germania nel 2011. Anche la recentissima elaborazione delle linee guida sul botulismo sono un ottimo esempio, come pure il programma per la diffusione del sale iodato realizzato in modo congiunto con il Ministero della salute. Altri punti interessanti sono il crescente successo dell’attività per la promozione di stili alimentari salutari in gravidanza (inclusa la supplementazione con acido folico) effettuata dal network per la prevenzione dei difetti congeniti coordinato dal Centro Nazionale per le Malattie Rare dell’ISS.
Un altro elemento da sottolineare è il ruolo di riferimento scientifico nazionale ed internazionale dell’istituto nell’ambito degli “interferenti endocrini”, che ha portato alla formulazione insieme al Ministero Ambiente del decalogo per i cittadini (2012), come primo strumento istituzionale di comunicazione del rischio. C’è anche l’attenzione data ai problemi emergenti di cui si è occupato anche il Fatto Alimentare come i nanomateriali negli alimenti o i rischi del “cibo di strada” nei paesi in via di sviluppo. L’ultimo elemento da considerare è la partecipazione degli esperti ISS a cinque Panel EFSA: contaminanti, additivi alimentari, materiali a contatto con gli alimenti, mangimi e pesticidi.
Nel campo dell’alimentazione e della sicurezza alimentare l‘ISS ha tutti gli elementi per essere considerato un ente scientifico fondamentale in assenza di una vera Agenzia per la sicurezza alimentare, che nessuno ministero per miopi logiche di “bottega” ha voluto realizzare. Non pensiamo certo di essere l’unico paese ad averlo: senza per forza dover guardare agli USA, possiamo rivolgerci invece a realtà molto più vicine a noi, ove ci sono validi, interessanti e consolidati esempi di authority di sanità pubblica capaci anche di progettare e fare ricerca, ricordiamo l‘Istituto Carlos III in Spagna , il RIVM olandese, il BFR tedesco, e anche l’ANSES francese, che è un’agenzia ma collegata al sistema di istituti scientifici dell’INSERM e dell’INRA, quest’ultima rete specificamente dedicata proprio alla sicurezza agroalimentare.
È lecito chiedersi se le linee di ricerca e indirizzo che abbiamo esposto saranno confermate e riceveranno un supporto concreto. I dubbi sono leciti visto cosa è successo all’Inran che, dopo anni di agonia, è stato inglobato un anno fa all’interno del Cra, senza però essere supportato in modo adeguato, con un forte ridimensionando delle capacità di ricerca e di indirizzo. Certamente l’ISS è l’unico ente italiano che copre i grandi argomenti della scienza per la prevenzione, in primis l’alimentazione e la sicurezza alimentare. Lo potrà fare ancora? E altrimenti chi avrà la forza e la capacità di occuparsene?
Roberto La Pira
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Che sia il primo oscuro passo verso la privatizzazione di certe strutture pubbliche in osservanza al devastante trattato TISA?
[…] continua su il fatto alimentare […]
Il commissariamento potrebbe servire ad una riorganizzazione rapida, ma riorganizzare per cosa ? Far entrare gli interessi privati o lottizzare l’ISS fra i partiti ?
Vorrei sentire una parola chiara dal Ministro sul rafforzamento dell’ISS come scienza per la sanità pubblica e per i cittadini
[…] Mentre si avvicina il momento di sapere chi sarà il Commissario e quale mandato avrà per il nostro istituto (dovrà gestire anche la fase di riordino dell’ente, oltre al suo risanamento economico?) cominciano le riflessioni sull’impatto che l’azione di commissariamento potrà avere sulle questioni della salute che più preoccupano i cittadini. “L’Istituto superiore sanità (ISS), da sempre considerato l’organo scientifico di riferimento del Ministero della salute pochi giorni è stato commissariato da Beatrice Lorenzin. La notizia ha creato un certo scalpore in Italia e anche all’estero…” inizia così un articolo di Roberto La Pira su IlFattoAlimentare. (scarica l’articolo) […]
L’ISS esiste dai tempi 20 famoso per la produzione di pennicillina ai tempi del primo conflitto mondiale. La sua e’ sempre stata una presenza rassicurante, cosa rara in un contesto nel quale la P.A. e’ sempre tacciata di inefficienza. E’ bello sapere che i nostri soldi possano servire per tutelarci. L’ISS deve rimanere patrimonio pubblico senza infiltrazioni private ne possono edulcolare la sua obiettivita’. Il ministro non aspetti a fare quello che ha promesso..e riporti questa parte d’Italia in vita!!!!