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Un magazine francese ha fatto analizzare i capelli di 43 ragazze e ragazzi alla ricerca di interferenti endocrini

La rivista francese 60 millions de consommateurs ha fatto analizzare i capelli di un gruppo di 43 ragazze e ragazzi di età compresa tra 10 e 15 anni, che vivono in aree urbane o rurali, per verificare l’eventuale presenza di 254 molecole appartenenti a sette  famiglie di perturbatori endocrini: bisfenoli, ftalati, pesticidi, metalli pesanti, policlorobifenili (PCB), idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e ritardanti di fiamma bromurati (PBDE). Si tratta di sostanze presenti in pesticidi e biocidi, in grado di interferire con il sistema ormonale e di causare patologie anche gravi. In media, è stata rilevata la presenza di 34 molecole con un massimo di 54 nei  capelli di un ragazzo.

La questione degli interferenti endocrini è ancora oggetto di discussione fra la Commissione europea e gli Stati membri. Lo scorso giugno, la Commissione ha  pubblicato i criteri scientifici per identificare i perturbatori endocrini. La pubblicazione è avvenuta due anni e mezzo dopo la scadenza del termine previsto,   a seguito di una condanna per l’ingiustificato ritardo da parte Tribunale dell’Unione europea e un’analoga risoluzione del Parlamento europeo.

Tuttavia, i criteri proposti dalla Commissione Ue hanno sollevato polemiche contrapposte. Una parte del mondo scientifico, come la Endocrine Society, sostiene che si tratta di criteri troppo rigidi per poter proteggere efficacemente la salute pubblica, che porteranno a identificare come interferenti endocrini poche sostanze. Secondo l’industria chimica le linee guida proposte non permettono di distinguere con chiarezza le sostanze dannose da quelle che non presentano rischi per la salute umana e per l’ambiente.

Secondo l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) – che ha ricevuto il mandato di individuare e caratterizzare gli effetti delle sostanze attive sul sistema endocrino nella filiera alimentare – gli esseri umani e gli animali possono essere esposti, attraverso la dieta e altre fonti, a un’ampia varietà di sostanze attive sul sistema endocrino sia  di origine naturale  come i fitoestrogeni presenti nella soia) sia artificiale. Tra gli esempi di sostanze attive riscontrate negli alimenti, figurano diversi pesticidi, inquinanti ambientali come diossine e PCB e alcuni costituenti dei materiali a contatto con gli alimenti, come il bisfenolo A (BPA).

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La Commissione Ue ha pubblicato con due anni di ritardo i criteri per l’identificazione degli interferenti endocrini

Nel pubblicare i risultati delle analisi,  la rivista 60 millions de consommateurs ha chiesto ai candidati alle presidenziali francesi se stanno pensando a misure per limitare l’esposizione dei cittadini. Emmanuel Macron ritiene la lista troppo restrittiva e fatta sulla base di criteri che non sono sufficientemente vincolanti, e ha precisato che le pressioni dei gruppi industriali non dovrebbero interferire con il dibattito scientifico e  con il lavoro del legislatore. Macron intende intervenire con fermezza a livello comunitario, per garantire una valutazione dei rischi  indipendente, con totale rigore scientifico, evitando conflitti di interesse. Il candidato di En Marche punta sulla prevenzione e sull’informazione attraverso il web e si impegna a vietare senza esitazioni gli interferenti endocrini per i quali è stato riconosciuto un rischio per la salute, estendendo il divieto a quelli la cui tossicità è probabile e per i quali sia scientificamente riconosciuta la disponibilità di alternative meno tossiche.

Marine Le Pen  rifiuta di sottomettersi ai lobbisti che camminano nei corridoi della Commissione di Bruxelles, e ritiene le decisioni prese sinora  contro gli interessi del popolo, perché  la maggior parte degli “esperti” a cui sono affidate le decisioni sono collegati direttamente o indirettamente al settore. Secondo la candidata del Front National, una volta recuperata la propria sovranità, i francesi saranno liberi di prendere decisioni su questo argomento, senza cedere alle pressioni dell’industria, in piena trasparenza, per tutelare la salute e il benessere dei francesi.

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Marisa Marcucci
Marisa Marcucci
2 Maggio 2017 07:28

Complimenti al Dr. Bonardi,spero che diffonda queste informazioni sempre di più per mettere in allerta le persone! Grazie

marco
marco
2 Maggio 2017 23:15

magari avessimo in Italia politici e organi di governo attivi su tali tematiche come quelli FRANCESI !!!