Gruppo di bambine asiatiche bevono una bevanda zuccherata o succo di frutta

I bambini nutriti con alimenti biologici o comunque sani e freschi fino dalla gravidanza, che crescono in una famiglia dove la qualità del cibo è elevata e dove non ci sono inquinanti in eccesso nell’aria quali quelli rilasciati dal fumo di sigaretta o dal traffico automobilistico, sviluppano un’intelligenza più brillante rispetto a quelli che fino da piccoli mangiano soprattutto alimenti industriali e respirano aria inquinata.

Lo dimostra uno studio parte di una grande progetto internazionale chiamato European project Human Early-Life Exposome nel quale, per la prima volta, è stato utilizzato un approccio che considera l’esposoma, cioè è stato valutato un insieme di decine e decine di fattori cui si può essere esposti e che, nel loro complesso, possono avere effetti sullo sviluppo. Finora sono sempre state condotte ricerche su singole associazioni, che hanno fornito informazioni spesso utili, ma che non tenevano conto delle reciproche relazioni tra i diversi fattori, e dell’effetto-accumulo. In questo caso, invece, i ricercatori del Barcelona Institute for Global Health (ISGlobal) hanno analizzato il ruolo di 87 inquinanti ambientali (quali l’esposizione agli inquinanti dell’aria, il rumore, diverse sostanze chimiche presenti nelle abitazioni e così via) e di 122 altri elementi quali quelli nutrizionali in circa 1.300 bambini di età compresa tra i 6 e gli 11 anni di sei paesi (Regno Unito, Spagna, Francia, Grecia, Lituania e Norvegia), andando anche a ritroso fino all’epoca della gravidanza delle madri, per determinare anche il ruolo di quegli stessi elementi durante la gestazione. Quindi hanno controllato l’intelligenza degli stessi bambini e la loro capacità di concentrazione. Negli anni scorsi, alcuni studi dello stesso progetto hanno già portato a risultati interessanti quali quelli sui rapporti tra fumo delle madri e difficoltà comportamentali dei bambini, o dieta in gravidanza e rischio di deficit dell’attenzione sempre nei figli.

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Lo studio ha analizzato 87 inquinanti ambientali e 122 altri elementi quali quelli nutrizionali

In questo caso, come riferito su Environmental Pollution, i diversi tipi di test somministrati ai bambini, tutti riconosciuti a livello internazionale, hanno mostrato una chiara correlazione tra dieta di buona qualità e performance cognitive superiori, sia per quanto riguarda capacità come il ragionamento complesso, sia per quanto riguarda la concentrazione e la memoria.

Non ci sono prove chiare sui motivi di tali associazioni, ma gli autori sottolineano che il cervello dei bambini, essendo fortemente plastico, risente molto di più di quello degli adulti sia degli insulti causati da certe sostanze tossiche, sia dei benefici dati dai micronutrienti. Inoltre lo studio ha fatto emergere relazioni inaspettate. Per esempio, alcune sostanze nocive come l’acido sulfonico perfluorooctano (PFOS), già noto per danneggiare la tiroide e causare squilibri endocrini, ha conseguenze anche sullo sviluppo cognitivo, e peggiora la capacità di concentrazione dei più piccoli. Infine, contano anche le condizioni sociali: abitazioni sovraffollate, magari situate in una zona ad alto traffico, con rumore e con elevati livelli di inquinanti atmosferico come il PM 2,5, non aiutano lo sviluppo dell’intelligenza dei bambini.

Il progetto continua, al fine di individuare le sostanze che hanno maggiore influenza e fornire così ai genitori indicazioni il più possibile precise su quelli da evitare o da prediligere, per contribuire anche attraverso la dieta e l’attenzione alle condizioni di vita a uno sviluppo sano dei propri figli.

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Claudio
Claudio
12 Luglio 2021 16:23

Da cui il crescente dilagare di DSA, ADHD e BES.