Gli italiani sono i maggiori consumatori di integratori alimentari in Europa. Sono utilizzati da 30 milioni di persone e il fatturato realizzato nel nostro Paese rappresenta oltre un quarto del mercato europeo. Un valore che nel 2022 ha superato i 4 miliardi di euro e secondo gli studi di settore potrebbe arrivare a 5 miliardi nel 2025.
I numeri pubblicati dall’associazione Integratori & Salute, dicono che dal 2013 al 2023 il numero di confezioni vendute nelle farmacie è cresciuto del 60%, passando da 125 a 200 milioni all’anno. Per acquistarli ci rivolgiamo principalmente alle farmacie, canale che rappresenta il 90% circa del mercato, il resto è coperto da parafarmacie, supermercati e vendite online.
Gli integratori più acquistati
I prodotti più richiesti (parliamo sempre di farmacie) sono i probiotici, con 26,5 milioni di confezioni vendute nell’ultimo anno, seguono i sali minerali e le vitamine (14 e 13,1 milioni di confezioni, rispettivamente). Al quarto posto troviamo i prodotti per la tosse con 11,8 milioni di confezioni e al quinto i lassativi con 11,3 milioni. Negli ultimi dieci anni, i probiotici sono cresciuti del 40% e i lassativi del 22%, ma i balzi più grandi sono stati compiuti dal settore vitamine (+157%), dai prodotti per la tosse (+188%), oltre ad alcune categorie che non entrano nelle prime cinque ma sono in grande crescita, come i prodotti antiacido e antireflusso, triplicati, quelli per le funzioni immunitarie (+144%) e per insonnia e benessere mentale (+155%).
I probiotici si assumono spesso dietro consiglio del medico, sotto forma di “fermenti lattici”, per contrastare gli effetti negativi degli antibiotici sulla flora batterica. I sali minerali e le vitamine sono invece i principali costituenti dei prodotti indicati come coadiuvanti per un generico “sostegno”, o per recuperare energia, magari nelle fasi di cambio di stagione.
I primi tre prodotti più ricercati in rete (e quindi probabilmente i più venduti) secondo Trovaprezzi (sito che permette di fare confronti fra le offerte di vendita online), nel primo trimestre del 2023 sono stati: un integratore a base di riso rosso fermentato, per ridurre la concentrazione di colesterolo e trigliceridi nel sangue, uno per la salute delle articolazioni e un prodotto contro il reflusso gastro-esofageo. Seguono un prodotto a base di melatonina per contrastare l’insonnia e uno a base di magnesio contro la stanchezza.
La definizione dell’Efsa
Le funzioni che vengono attribuite a questi prodotti sono disparate, ma dobbiamo ricordare che gli integratori alimentari sono considerati alimenti “concentrati” destinati a supplire carenze specifiche, come si legge sul sito dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare, Efsa: “Gli integratori alimentari hanno lo scopo di correggere le carenze nutrizionali, mantenere un adeguato apporto di alcuni nutrienti o coadiuvare specifiche funzioni fisiologiche. Non sono medicinali e, in quanto tali, non possono esercitare un’azione farmacologica, immunologica o metabolica.”
L’esperto
In che modo bisogna assumerli? Sono sempre utili? Ne abbiamo parlato con Michele Sculati, medico nutrizionista.
“Facciamo un esempio – spiega Sculati – se il fabbisogno quotidiano di calcio in un individuo medio adulto è di 1000 mg, e con la dieta si dovesse assumerne 600 mg, allora può essere utile integrarne l’assunzione dietetica con un integratore nutrizionale che possa aiutare a raggiungere il fabbisogno di 1000 mg.”
In linea generale, gli integratori sono soggetti alla stessa normativa che regola gli alimenti, ma norme specifiche stabiliscono quali sono le dosi consentite di minerali e vitamine, per raggiungere i fabbisogni senza incorrere in effetti indesiderati, e anche quali sostanze e prodotti di origine vegetale possono essere utilizzate negli integratori.
Principi attivi che vanno oltre la nutrizione
“Oggi il mondo degli integratori alimentari però non è più fatto di soli di minerali, vitamine o fibre, – fa notare l’esperto – ma anche di prodotti che contengono sostanze come monacolina k, acido lipoico, coenzima q10 o palmitoil-etanol-amide. Di queste sostanze non esiste un fabbisogno nutrizionale accertato, mentre sappiamo che esse svolgono specifiche funzioni nel nostro organismo. Per tale motivo è difficile collocarle nel campo dell’integrazione nutrizionale intesa nel suo significato etimologico.
La monacolina k è il principio attivo degli integratori a base di riso rosso, molto utilizzati per il controllo del colesterolo, tanto da risultare il prodotto più venduto su Amazon tra gli integratori. Per la monacolina k l’Efsa ha chiarito di non essere in grado di identificare un livello di assunzione raccomandabile [1], come ha fatto per varie tipologie di nutrienti. Mentre esistono diversi effetti collaterali possibili ed è stato consigliato di non superare il limite dei 3 mg per compressa. È utile sapere che la monacolina k è una molecola sostanzialmente identica alla lovastatina [2], ovvero ad uno di quei farmaci chiamati “statine” utilizzati per abbassare il colesterolo nel sangue.”
Integratori o farmaci?
Assumere un integratore, in questo caso, ha effetti del tutto analoghi a quelli del farmaco e va affrontato con la stessa attenzione. “Alla luce di queste osservazioni – continua Sculati – oggi si potrebbero considerare due grandi campi di applicazione degli integratori. Uno è l’integrazione nutrizionale intesa con il suo significato etimologico, l’altro non integra ma fornisce nutrienti con azioni specifiche, talvolta simili a quelle di un farmaco. Questo secondo campo non ha una sua definizione specifica, si potrebbe descrivere come farmaco nutrizione o nutraceutica. Il consumatore dovrebbe avere la consapevolezza di questa differenza, anche perché l’assunzione degli integratori viene frequentemente gestita in autonomia”.
[1] EFSA Panel on Food Additives and Nutrient Sources added to Food (ANS); Younes M, Aggett P, Aguilar F, Crebelli R, Dusemund B, Filipič M, Frutos MJ, Galtier P, Gott D, Gundert-Remy U, Kuhnle GG, Lambré C, Leblanc JC, Lillegaard IT, Moldeus P, Mortensen A, Oskarsson A, Stankovic I, Waalkens-Berendsen I, Woutersen RA, Andrade RJ, Fortes C, Mosesso P, Restani P, Pizzo F, Smeraldi C, Wright M. Scientific opinion on the safety of monacolins in red yeast rice. EFSA J. 2018 Aug 3;16(8):e05368.
[2] Beltrán D , Frutos-Lisón MD , Espín JC , García-Villalba R . Re-examining the role of the gut microbiota in the conversion of the lipid-lowering statin monacolin K (lovastatin) into its active β-hydroxy acid metabolite. Food Funct. 2019 Apr 17;10(4):1787-1791.
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Giornalista pubblicista, laureata in Scienze biologiche e in Scienze naturali. Dopo la laurea, ha collaborato per alcuni anni con l’Università di Bologna e con il CNR, per ricerche nell’ambito dell’ecologia marina. Dal 1990 al 2017 si è occupata della stesura di testi parascolastici di argomento chimico-biologico per Alpha Test. Ha collaborato per diversi anni con il Corriere della Sera. Dal 2016 collabora con Il Fatto Alimentare. Da sempre interessata ai temi legati ad ambiente e sostenibilità, da alcuni anni si occupa in particolare di alimentazione: dalle etichette alle filiere produttive, agli aspetti nutrizionali.
Se fatto correttamente è un grande aiuto per l’utente
Che informazione preziosa! Fondamentale, per chi assume integratori, far proprio il parere del dott. Michele Sculati: “… oggi si potrebbero considerare due grandi campi di applicazione degli integratori. Uno è l’integrazione nutrizionale intesa con il suo significato etimologico, l’altro non integra ma fornisce nutrienti con azioni specifiche, talvolta simili a quelle di un farmaco. Questo secondo campo non ha una sua definizione specifica, si potrebbe descrivere come farmaco nutrizione o nutraceutica …”. Con tutto ciò che ne consegue, in primis, il parere/prescrizione del medico per la seconda categoria.