Capsule molli di integratori alimentari di omega 3 a base di olio di pesce

Continua il momento di gloria per gli integratori a base di omega 3 derivati dal pesce o da altre fonti. Questo nonostante da anni studi ormai molto numerosi, condotti su migliaia di pazienti in varie condizioni di salute, abbiano dimostrato che, di fatto, non servono quasi a nulla, e che gli unici effetti positivi possono verificarsi in persone ad alto rischio, per dosaggi elevati che, però, comportano a loro volta pericoli come quello della fibrillazione atriale. Non a caso le linee guida internazionali sulla prevenzione cardiovascolare ne hanno via via ridimensionato fortemente il possibile ruolo. 

Tuttavia, il successo sembra inarrestabile, anche perché il numero di prodotti che ne propongono di diverso tipo e dosaggio è enorme e le regole esistenti non riescono a limitare la proliferazione dei claim salutistici. La situazione è molto evidente negli Stati Uniti, dove le norme del Dietary Supplement Health and Education Act del 1994 sono meno stringenti che in Europa, come dimostra un’indagine appena pubblicata sulla rivista JAMA, nella quale sono stati valutati, da un campione iniziale di oltre 23mila prodotti, un insieme di 2.800 integratori a base di olio di pesce. Secondo quanto prevede la Food and drug administration (Fda), le diciture possono appartenere a due categorie: i claim salutistici qualificati (Qhc) e i claim struttura/funzione. I primi sono relativi a effetti specifici sul trattamento o sulla prevenzione di una malattia, che necessitano di una specifica approvazione da parte dell’agenzia. Per quanto riguarda gli omega 3, la Fda ne ha approvati due: uno relativo alle patologie delle coronarie e uno alla pressione. I secondi sono più generici e non possono mettere in relazione direttamente una sostanza alla prevenzione, al trattamento o alla cura di una malattia. Per esempio, si può scrivere che le fibre aiutano la motilità intestinale, ma non che curano il colon irritabile, e infatti tra i verbi più utilizzati per questa categoria vi sono ‘mantenere’, ‘supportare’ e ‘promuovere’. 

integratori omega-3 olio di pesce
Secondo un’indagine americana, la maggior parte degli integratori di omega 3 a base di olio di pesce ha un claim salutistico

Nel campione analizzato, i ricercatori del Southwestern Medical Center dell’Università del Texas di Dallas hanno visto che il 73,9% conteneva almeno un claim, ma solo il 19,2% riportava diciture salutistiche qualificate: il 18,9% sulle malattie delle coronarie, lo 0,14% sulla pressione e un numero ancora più basso, e cioè due (pari allo 0,09%), entrambe. Tutti gli altri, e cioè più dell’80%, aveva scritte appartenenti alla seconda categoria, più generiche come ‘promuove la salute del cuore’. Per quanto riguarda i temi, oltre il 62% era di pertinenza cardiologica, seguiti da quelli sul cervello e da quelli su ossa e giunture.

I ricercatori sono poi andati a vedere il contenuto medio di omega 3 e, in particolare, dei due principali, l’acido eicosapentaenoico (Epa) e il docosaesaenoico (Dha), e delle loro eventuali combinazioni, in un sottocampione di 255 prodotti a base di olio di pesce di 16 produttori diversi. Hanno così scoperto un’enorme variabilità nei dosaggi di Epa, che vanno da 135 a 647 milligrammi al giorno, così come in quello di Dha, che vanno da 140 a 500 milligrammi al giorno, e degli integratori combinati di Epa+Dha (intervallo tra 300 e 1.000 mg al giorno). Solo 24 dei 255 integratori a base di olio di pesce esaminati conteneva la dose giornaliera consigliata, e cioè due grammi per Epa+Dha (alla quale, però, ci sono anche rischi di fibrillazione atriale), fatto che spiega anche perché l’efficacia sia così scarsa: i dosaggi medi sono troppo bassi.

In generale, quindi, ciò che emerge è un gigantesco mercato che assomiglia a una giungla, nella quale, avvalendosi soprattutto di claim vaghi e di dosaggi del tutto variabili, i produttori riescono comunque ad attrarre clienti, con la promessa di apportare loro qualche beneficio. Per questo gli autori chiedono che tutto il settore sia regolamentato in modo molto diverso, con leggi specifiche su contenuti in principi attivi e relative diciture, per evitare che i consumatori siano vittima di disinformazione, che può essere anche pericolosa per la loro salute.

© Riproduzione riservata Foto: Depostiphotos

Siamo un sito di giornalisti indipendenti senza un editore e senza conflitti di interesse. Da 13 anni ci occupiamo di alimenti, etichette, nutrizione, prezzi, allerte e sicurezza. L'accesso al sito è gratuito. Non accettiamo pubblicità di junk food, acqua minerale, bibite zuccherate, integratori, diete. Sostienici anche tu, basta un minuto.

Dona ora

3.2 35 voti
Vota
11 Commenti
Feedbacks
Vedi tutti i commenti
Aldo Grandi
Aldo Grandi
10 Settembre 2023 09:33

L’articolo è completamente incentrato sulla realtà statunitense da sembrare una traduzione dalla pubblicistica americana. La FDA non ha giurisdizione per ora in Italia. Che senso ha riportare al lettore italiano una disamina del genere? Diteci piuttosto com’è la situazione Omega 3 in Italia.

Maurizio
Maurizio
Reply to  Aldo Grandi
22 Ottobre 2023 20:59

ho provato a rispondere…

OMEGA 2023.JPG
Giunta Santi
Giunta Santi
10 Settembre 2023 11:42

È interessante l’iniziativa… aspetto per dare un giudizio… più approfondito

Tiziana
Tiziana
10 Settembre 2023 17:42

Grazie per queste informazioni sugli integratori alimentari,

Raffaele
Raffaele
10 Settembre 2023 18:59

Dipende anche dalle preparazione degli omega 3 a partire dall’olio di pesce o dalle alghe che i pesci mangiano tipo l olio di krill e astaxantina e dalla conservazione per evitare l’irrancidimento. Comunque gli omega 3 fanno bene alla visita retina e nervo ottico

giova
giova
30 Settembre 2023 15:11

1) Le norme statunitensi saranno meno stringenti, ma mi paiono adeguate e utili. Distinguono nettamente due categorie: “… i claim salutistici qualificati (Qhc) e i claim struttura/funzione. I primi sono relativi a effetti specifici sul trattamento o sulla prevenzione di una malattia, …”. In questo modo risulta semplice riconoscere, anche da parte di un inesperto, quando l’integratore ha “effetti specifici sul trattamento o sulla prevenzione di una malattia”.
2) “Hanno così scoperto un’enorme variabilità nei dosaggi di Epa … così come in quello di Dha … e degli integratori combinati di Epa+Dha …. . Solo 24 dei 255 integratori a base di olio di pesce esaminati conteneva la dose giornaliera consigliata … “: altri studi sono arrivati allo stesso risultato.
3) La conclusione dell’articolo è assolutamente condivisibile.
Aggiungo che è possibile integrare gli omega 3 da fonti vegetali (ad es. i semi di lino oppure di canapa, avendo cura di renderli biodisponibili, questi omega, con una “tritatina” leggera a questi semi).

Giuseppe
Giuseppe
1 Ottobre 2023 00:20

Ma questo vale anche per gli Omega 3 contenuti nell’olio di pesce inteso come olio non come pastiglie? Molti studi scientifici dimostrano l’efficacia dell’olio di fegato di merluzzo nel contenere le infiammazioni da cui derivano tante malattie.

Maria Stella
Maria Stella
1 Ottobre 2023 23:32

Ottimo articolo, chiaro, preciso e supportato da dati. Mi dispaccio ogni volta di avere poco tempo per leggervi e purtroppo non in grado di sostenervi economicamente, come invece sarebbe giusto, anzi doveroso

Giangi
Giangi
3 Ottobre 2023 09:55

Davvero un buon integratore di Omega 3 è completamente inutile?

Secondo il noto ricercatore Camillo Ricordi un buon apporto di Omega 6 e Omega 3 è molto importante per la salute. Inoltre se un buon apporto di Omega 3 non avesse alcun effetto sulla salute perché la FDA avrebbe approvato i claim salutistici su coronarie e cuore?
Vorrei avere i riferimenti degli studi citati nell’articolo che dimostrano l’inefficacia degli Omega 3.
Aggiungo che nell’articolo si spiega che i ricercatori di Dallas hanno esaminato la quantità di principi attivi, ma vorrei capire se hanno analizzato anche la presenza di vitamine antiossidanti e il tipo di confezionamento (gli Omega-3 delle capsule se ossidati, per la presenza di ossigeno e/o la mancanza di vitamine antiossidanti, hanno effetti negativi invece che positivi).

gabriella lamassa
gabriella lamassa
8 Ottobre 2023 20:12

Io sono completamente disorientata, tutti parlano che noi anziani dobbiamo prendere omega 3, ma è una giungla, non so quale scegliere. E sono una donna che legge molto, guardo il webtv, riviste. Ditemi voi.

Valeria Nardi
Reply to  gabriella lamassa
9 Ottobre 2023 09:49

Gentilissima, per questi consigli la persona più indicata a cui rivolgersi è senza dubbio il suo medico curante o un medico dietologo.