Insetti: possibile fonte di proteine sostenibili per i pesci d’allevamento. Ma attenzione ai possibile effetti nutrizionali e organolettici
Insetti: possibile fonte di proteine sostenibili per i pesci d’allevamento. Ma attenzione ai possibile effetti nutrizionali e organolettici
Giulia Crepaldi 17 Maggio 2018Gli insetti sono il cibo del futuro, ormai lo sappiamo. Mentre il loro impiego si scontra con la diffidenza dei consumatori e i tabù culturali, si fa strada la possibilità di utilizzarli come mangimi per gli animali da allevamento, in particolare per l’acquacoltura. A parlarne è un articolo a firma di Giulia Secci, Leonardo Bruni e Giuliana Parisi, del Dipartimento di scienze delle produzioni agroalimentari dell’Università degli Studi di Firenze pubblicato sul periodico Eurofishmarket.
Sono un’ottima fonte sostenibile di proteine, grazie a un contenuto medio pari a circa il 60% e presentano anche una buona qualità dal punto di vista amminoacidico. Inoltre, il contenuto di grassi può essere modificato facilmente variando il substrato di crescita. Per allevare gli insetti, che hanno un ottimo tasso di conversione e richiedono poca acqua, possono essere recuperati sottoprodotti di scarto dell’industria alimentare, convertiti in materia utile. Un doppio guadagno, insomma.
L’idea di utilizzare farine di insetti nei mangimi usati negli allevamenti è ampiamente accettata, sia dai produttori sia dai consumatori, soprattutto per quanto riguarda i pesci. Ci sono però alcuni elementi da considerare. Utilizzare gli insetti negli allevamenti di pesci come salmoni e trote potrebbe cambiarne – anche radicalmente – le caratteristiche nutrizionali, la consistenza e il gusto.
Per quanto riguarda gli aspetti nutrizionali, usando farina di insetti nel mangime dei salmoni si rischia di modificare la quantità e il tipo di grassi presenti. A essere particolarmente colpiti sono proprio gli omega 3, poco presenti negli insetti. Il problema potrebbe essere risolto utilizzando farine di insetto ‘sgrassate’, integrate con oli e grassi più adatti, magari di origine vegetale.
Dal punto di vista organolettico, aromi, sapori e consistenze possono cambiare radicalmente in funzione della dieta. Lo ha dimostrato un test sensoriale effettuato confrontando trote bollite cresciute con mangime convenzionale e allevate con farine di insetti. Secondo i risultati del test, il pesce nutrito con insetti ha sapori e aromi che ricordano più il prodotto fresco ma tendente al metallico, oltre ad avere una consistenza più tenera e succosa, soprattutto se la percentuale è elevata.
Altri elementi da considerare sono la sicurezza microbiologica e la possibile introduzione di nuovi allergeni e contaminanti nella catena alimentare. Questo aspetto richiede ulteriori studi da parte della ricerca e una certa attenzione da parte delle autorità sanitarie.
Nonostante i possibili ostacoli, l’uso di alternative alle farine di pesce non solo è possibile, ma anche auspicabile per ridurre il sovrasfruttamento dei mari.
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.