L‘influenza aviaria torna a colpire in Italia: sono ormai 21 i focolai ad alta e bassa patogenicità registrati da metà ottobre quando è stato scoperto il primo caso a Ferrara. Secondo i dati dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, fino ad ora sono stati colpiti dall’influenza aviaria oltre 700 mila animali considerando tacchini, galline ovaiole, polli da carne e persino struzzi. L’ultimo focolaio è scoppiato a Roma, in un allevamento non commerciale di circa 250 galline ovaiole, dove i controlli sono scattati in seguito all’insorgenza di una mortalità anomala tra gli animali. Le analisi hanno confermato che a colpire è stato un ceppo ad alta patogenicità del virus H5N1, lo stesso che ha interessato gli allevamenti del Nord Italia.
In seguito all’accertamento del focolaio, la Regione Lazio ha istituito una zona di protezione con un raggio di 3 km dall’allevamento colpito, e una di sorveglianza con un raggio di 10 km. Tutti gli allevamenti presenti nell’area sottoposta a misure di sicurezza – circa 35 piccole attività, secondo quanto dichiarato dall’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato – dovranno essere controllati.
Nelle zone di protezione e sorveglianza non è consentito far entrare o uscire pollame, volatili in cattività o mammiferi domestici dagli impianti senza l’autorizzazione del veterinario. Chiunque entri o esca da un allevamento deve rispettare le opportune misure di biosicurezza, tutte le carcasse dei volatili morti devono essere distrutte immediatamente, mentre i veicoli e le attrezzature devono essere sottoposti a procedure di disinfestazione. Sono vietati il trasporto di carne di pollame, la movimentazione e il trasporto tra aziende, su strada, e l’introduzione e l’immissione di selvaggina. Sono vietate anche fiere di pollame e altri volatili. Tutte le misure restano in vigore per almeno 21 giorni dopo l’esecuzione della disinfestazione del focolaio.
Secondo i dati epidemiologici dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, l’influenza aviaria ha colpito più duramente gli allevamenti industriali di tacchini, con oltre 350 mila animali interessati distribuiti in 16 impianti, situati tutti nella Regione Veneto tranne uno. Seguono le galline ovaiole, con oltre 200 mila capi coinvolti, e i polli da carne (broiler), con oltre 100 mila capi interessati.
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
Perdonate la mia ignoranza, ma cosa succede se le carni da animali infetti arrivano sulle nostre tavole?
La normale cottura annullerebbe eventuali pericoli per l’uomo?
Grazie