Promossi e bocciati. Con un’etichetta adesiva verde e nera, bene in vista all’ingresso di ristoranti, bar e supermercati, la  Fsa (l’agenzia britannica per la sicurezza dei cibi e per la nutrizione) ha dato ufficialmente il via ad una larga iniziativa a tutela della salute dei cittadini. Oggetto, il rispetto delle norme igieniche (in particolare per quanto riguarda la preparazione e la conservazione degli alimenti) nei locali pubblici inglesi. Le indicazioni sul giudizio espresso dai contorllori sono affidate ad un cartello  con una scala da 0 a 5 , (dove 0 indica che è necessario un intervento urgente, mentre 5 attesta l’eccellenza sotto il profilo igienico-sanitario). Attraverso l’etichetta i clienti e i consumatori disporranno di un utile strumento per capire quanto è sicuro il pub o il supermercato. Si tratta di  un dato che sembra interessare molto gli inglesi, come ha accertato un sondaggio  lampo condotto dalla stessa Fsa: 8 persone su 10 si sono dichiarate molto preoccupate dell’igiene nei ristoranti, più di altri elementi come il prezzo o l’arredamento.

In particolare l’incaricato dell’ispezione controllerà se il cibo è manipolato  correttamente (come viene preparato, cotto, successivamete riscaldato, refrigerato e conservato); se il locale è in condizioni idonee, valutando la pulizia, la disposizione degli ambienti, l’illuminazione; se tutte le procedure per rendere sicuri i cibi sono messe in pratica e regolarmente annotate. 

I giudizi sono visibili online al sito food.gov.uk/ratings. Con un clic possiamo già scoprire così che McDonald’s (recentemente sotto accusa per la campagna due hamburger al prezzo di uno, che favorirebbe l’obesità nei bambini e negli adolescenti) esce a testa alta, con il massimo del punteggio dal punto di vista igienico.  Meno facile per ora trovare conferma in rete dello scivolone di qualche ristorante insospettabile, ma è vero che l’iniziativa è decollata il 30 novembre scorso, e molti locali non sono ancora stati visitati.
Il sistema dei bollini sulla porta non è una novità. In Belgio i ristoranti “approvati” possono fregiarsi di uno “smiley”, rilasciato da un organismo di certificazione autorizzato (Oci). In Francia la strategia di difesa sembra piuttosto quella di grandi campagne stagionali, l’ultima delle quali (Opération Alimentation Vacances 2010) ha coinvolto decine di migliaia di esercizi. Negli Stati Uniti a New York si usa un sistema simile a quello inglese . E in Italia? Da Rosarno, in Calabria, a Valpelline in provincia di Aosta, la cronaca recente segnala la chiusura d’emergenza di diversi locali  adottata dai Nuclei antisofisticazioni e sanità dei Carabinieri, su tutto il territorio nazionale. Non si salva nessuno, neppure il ristorante del “noto hotel di Ravello”, sulla Costiera amalfitana…E il moltiplicarsi dei locali che offrono sushi aggiunge, a torto o a ragione, qualche preoccupazione in più.

 Da noi è vero che esistono bollini blu, stelle e graduatorie  per i ristoranti , ma si tratta di  marchi che gruppi di esercizi ottengono tramite certificazione di vari organismi per sottolineare l’eccellenza del locale,. Spesso sono iniziative regionali centrate  più sulla qualità dei prodotti del territorio che sul rispetto scrupoloso delle norme igieniche.   A parziale rassicurazione, ricordiamo che i Nas non intervengono solo su segnalazione o di fronte a casi eclatanti, ma svolgono di routine una periodica attività di monitoraggio, cui possono far seguito sanzioni amministrative o penali. Ma resta il fatto che di un’ iniziativa del genere, totalmente trasparente e al di sopra delle parti, per il momento nel nostro Paese non si parla.

Claudia Furlan