In Europa aumenta a dismisura il numero di beni di consumo e di prodotti che contengono nanoparticelle (particelle infinitamente piccole con un ordine di grandezza pari a un milionesimo di millimetro). Secondo una rilevazione firmata dal Beuc (Ufficio europeo delle orrganizzazioni dei consumatori) e dall’Anec l’anno scorso erano commercializzati nei punti vendita e in rete 151 beni di consumo. Un anno dopo si è giunti a 475. Nella lista si trova di tutto, dai prodotti per bambini agli alimenti, dalle bibite ai cosmetici, dagli articoli per l’automobile alle apparecchiature elettriche. Ill Beuc si chiede qual è l’eventuale entità del rischio per gli utilizzatori. Stephen Russell, segretario generale dell’ l’ANEC ritiene necessaria una legge specifica per rendere obbligatoria l’indicazione delle nanoparticelle sulle etichette dei prodotti. I consumatori chiedono anche la creazione di un registro europeo per le aziende che operano nel settore, con l’obbligo di indicare tutti i beni di consumo contenenti nanomateriali. Tra le richieste c’è anche l’ipotesi di rendere obbligatoria la tracciabilità delle nanoparticelle come ha proposto la presidenza dell’Unione europea.
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