Il cibo per cani a base di carne, specie se rossa, ha un impatto ambientale complessivo enormemente più elevato di quello a base vegetale. L’affermazione, che è la conclusione di uno studio appena pubblicato su Frontiers in Sustainable Food Systems dai ricercatori dell’Università di Nottingham, in Gran Bretagna, sembra ovvia. Ma forse non sono ovvi i numeri che la sostengono, e di cui, secondo gli autori, i sempre più numerosi proprietari di cani dovrebbero tenere conto, se vogliono essere attenti alle conseguenze sul pianeta delle proprie scelte.
Il cibo vegetale, d’altro canto, dal punto di vista nutrizionale può essere del tutto equivalente, come hanno confermato gli stessi ricercatori in un altro studio, uscito su PLoS One pochi giorni fa, e sarebbe quindi da utilizzare, almeno di tanto in tanto, per mitigare l’effetto della richiesta di carne.
Un impatto in crescita continua
Secondo una delle ultime stime, nel mondo c’è almeno un miliardo tra cani e gatti domestici, e il loro numero è aumentato sensibilmente dopo la pandemia. La produzione di carni per il pet food è strettamente legata al settore zootecnico, al quale è attribuibile almeno il 25% di tutte le emissioni antropogeniche di gas serra, e consuma circa il 9% di tutta la produzione.

Per quanto riguarda il consumo di suolo, tra i 41 e i 58 milioni di ettari sono dedicati all’allevamento di animali da carne da destinare al pet food, fatto che genera emissioni uguali a quelli di un Paese come le Filippine, o il Mozambico. Numeri come questi si sono moltiplicati negli ultimi anni, via via che cresceva il numero degli animali domestici. Tutti gli studi effettuati hanno fatto emergere il ruolo assai rilevante della produzione di carne sul consumo di risorse e sulle emissioni.
Ma tra i proprietari la consapevolezza di che cosa significhi dare ogni giorno al proprio cane quantitativi di carne che possono essere superiori a quelli consumati da loro stessi non è ancora molto diffusa: lo è di più quella dell’impatto della carne consumata dagli esseri umani, che in molti paesi è in diminuzione. Per questo i ricercatori britannici hanno voluto effettuare un confronto diretto, nella speranza che aiuti a capire ancora meglio.
Il confronto diretto
A tale scopo hanno messo a confronto diretto le conseguenze ambientali della produzione di 31 tra i principali prodotti secchi per cani di 27 marchi, tutti per adulti ed etichettati come “completi”, di tre tipologie: a base vegetale, oppure di carne (pollo, agnello o manzo) o, ancora, con ricette studiate per le malattie renali, che hanno sempre componenti semisintetiche. In totale, questi alimenti contenevano 33 ingredienti articolati in ben 298 diciture, e la maggior parte (l’87%) conteneva tra i sei e i venti ingredienti.
Per valutare l’impatto complessivo, gli autori hanno tenuto conto delle stime di cinque parametri tra i più importanti, ovvero: il consumo di suolo, la produzione di anidride carbonica (CO2), quella di diossido di zolfo (gas che acidifica, SO2,), quella di fosfati (che eutrofizzano le acque) e il prelievo di acqua dolce. Inoltre hanno corretto in base all’umidità presente, compresa tra il 4 e l’8% in peso, e della densità energetica.
Cibo per cani e i consumi
I risultati sono stati chiarissimi: in tutti e cinque i parametri, il cibo a base vegetale stravince, essendo decisamente migliore, mentre i peggiori sono quelli che contengono manzo e agnello. Ma ciò che colpisce sono le proporzioni. Per quanto riguarda il consumo di suolo, per produrre mille calorie di carne occorrono 57,3 m2, per le stesse vegetali 2,7; le emissioni di CO2 (in Kg equivalenti) sono pari, rispettivamente, a 13,3 e 2,7; quelle di SO2 (in grammi equivalenti) a 53,3 e 7,01; quelle di fosfati eutrofizzanti a 42,1 e 5,8 (grammi equivalenti), mentre il prelievo di acqua dolce è, rispettivamente, di 532,4 e 246,9 litri ogni mille calorie di cibo. Gli alimenti per uso veterinario si collocano a metà.
Per dare un’idea concreta, infine, gli autori fanno l’esempio di un cane di 20 chilogrammi che viva nove anni di vita adulta. Se viene alimentato solo con cibo a base di carne, “consuma” 57 campi da calcio di terra, ma se la sua dieta è a base vegetale, gliene bastano, si fa per dire, 1,4.
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Giornalista scientifica



E i proprietari di animali…muti ! ! !
E che devono dire? Forse che gli animali “da carne” non vengono certo allevati solo per nutrire cani e gatti, perché a questi vengono sicuramente destinati gli scarti dell’allevamento ad uso cibo umano, quindi rivediamo la nostra alimentazione e, se ci saranno meno scarti commestibili per cani e gatti, vorrà dire che comunque si aggiungeranno cereali e verdure (cosa che adesso già si fa).
Fanno finta di non sapere leggere…
I cani possono vivere bene anche con un’alimentazione mista, essendo
carnivori con una componente onnivora ma i gatti sono carnivori obbligati! Lo dico con dispiacere essendo animalista e ambientalista.
Ma non raccontiamoci che il nutrimento per gli animli da compagnia è costituito dalle parti migliori di animali allevati appositamente! Se poi volete creare i soliti schieramenti pro/contro, ok, ogni argomento è buono (ricordo le trasmissioni di Funari, mille anni fa, quando facevano rissa per decidere se era meglio il minestrone o la pasta asciutta…).
Allora diciamo che usare le scarpe rovina il pianeta, perché per avere il cuoio si allevano milioni di animali. E che dire di borse e cinture? Ma non scherziamo, su! E’ chiaro che l’allevamento è per il consumo umano di carni (purtroppo), poi siccome non si butta via niente ecco che i sottoprodotti vengono destinati al consumo animale o alla produzione di oggetti derivati da parti animali. Fra l’altro, leggendo gli ingredienti delle scatolette per cani, anche di “ottima qualità” si vede che la base è pollo, sempre l’onnipresente pollo, e quelle “al manzo”, “al suino”, ecc. contengono solo il 4% di questi ultimi e non credo proprio che riservino il filetto per le scatolette… Altro che allevare apposta per gli animali da compagnia!
Complimenti ottimo articolo
Salve,
leggendo l’articolo mi sono posta questo quesito: è legale allevare e macellare animali esclusivamente per la produzione di alimenti per pet?
Per quel che avevo studiato io anni fa, almeno per quanto riguarda l’Italia, per produrre cibo per cani e gatti si possono utilizzare solo ed esclusivamente gli scarti di macellazione (il quinto quarto) e le carni non adatte per il consumo umano.
Ragionando in questa ottica, ne consegue che è sempre il consumo umano di carne a creare le problematiche ambientali che conosciamo e non il cibo per cani e gatti. Ciò non toglie che sia auspicabile dare ai nostri pet, anche alimenti non carnei.
Grazie