La strategia per la biodiversità analizza le principali cause della continua perdita di quest’ultima, ne affronta le problematiche proponendo 39 azioni da intraprendere entro il 2030. Per poter preservare il nostro continente – sostiene la Commissione – è necessario che i target presentati siano chiari e legalmente vincolanti. Ripristinando gli ecosistemi danneggiati sulla terraferma e in mare, migliorando gli habitat delle specie protette nel territorio dell’Unione, e riducendo l’inquinamento. Allo stesso tempo, si potrà riportare gli insetti impollinatori, essenziali per la riproduzione delle piante, nei terreni agricoli e rafforzare l’agricoltura e tutte le pratiche agricole, inclusa quella biologica.
Tra le proposte troviamo, la conversione in zona protetta di almeno il 30% della superficie terrestre e delle acque europee per garantire una maggiore protezione della biodiversità. Il ripristino delle zone degradate – per questo punto, è previsto uno studio di valutazione di impatto che servirà da base per l’elaborazione di una proposta legislativa. La definizione di una nuova governance per la biodiversità che permetterà di tracciarne i progressi e gli ostali e delineare le linee guida. L’obiettivo è assicurare una maggiore collaborazione tra gli operatori e fornire allo stesso tempo supporto nello sviluppo delle capacità amministrative necessarie. L’allocazione del 10% del bilancio alla tutela della biodiversità.
La comunicazione presenta anche un piano ambizioso per rendere l’UE leader mondiale in questa spinta verde. Oltre al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (Sustainable Development Goals – SDGs), la politica commerciale dovrà prevedere una piena attuazione delle disposizioni sull’ambiente in tutti gli accordi commerciali, sia esistenti che futuri, rafforzando il dialogo con i paesi partner di tutto il mondo. In tale ottica, gli impegni europei verranno presentati durante la 15° Convenzione sulla diversità biologica delle Nazioni Unite (la cosiddetta CBD COP 15) che si sarebbe dovuta tenere in Cina nel mese di ottobre 2020.
Non so se è possibile spiegare meglio questa parte dell’articolo, il legame tra causa ed effetto parrebbe all’inverso: cioè, in che modo riducendo i fertilizzanti aumenta la disponibilità dei nutrienti? Forse si voleva dire che diminuendo le perdite dei nutrienti, si potrebbe ridurre l’uso di fertilizzanti? Grazie
La riduzione di perdite di nutrienti di almeno il 50%, al fine di evitare il deterioramento della fertilità del suolo. Per poter attuare questo obiettivo, si dovrà di conseguenza diminuire l’uso di fertilizzanti del 20% entro il 2030
https://ec.europa.eu/transparency/regdoc/rep/1/2020/IT/COM-2020-381-F1-IT-MAIN-PART-1.PDF
Ho trovato anche questo link che parla italiano e che descrive a grandi linee il libro dei sogni del Green New Deal europeo dal 2020 al 2030.
Ho cominciato la lettura con grande entusiasmo ma poi mi sono perso dietro ai pensieri sulle difficoltà che ci saranno nell’accordare tante buone idee con le contraddizioni insite esistenti in Europa 2020, con le resistenze delle lobby e con lo stato di avanzamento di accordi transcontinentali come TTIP, CETA ecc.ecc. , certamente mi prenderò un pò di tempo per rileggerlo.
Nel frattempo esprimo il desiderio di esserci nel 2030 per vedere lo stato di avanzamento dei lavori ma temo che nella migliore delle ipotesi si verificherà come per certe grandi opere infrastrutturali europee,in sintesi notevole prolungamento dei tempi e calo dei pretesi benefici ma chissà che non mi stupiscano piacevolmente.
i primi grandi ostacoli alla realizzazione del green deal, si sa, saranno le multinazionali che, certamente, difenderanno fino allo stremo i loro prodotti. perciò, il risultato di questo scontro, dipenderà dalla trasparenza e dall’integrità dei politici e dei funzionari europei.