Farfalla posata su fiori viola in un prato; concept: insetti impollinatori

Per proteggere gli insetti, la Germania si prepara a mettere in campo regole più severe per i pesticidi, glifosato incluso. Il Bundestag ha infatti approvato l’ambizioso (e controverso) piano presentato nel 2019 dal governo federale tedesco, in seguito alla pubblicazione di dati preoccupanti sulla biodiversità, che avevano mostrato un calo degli insetti del 76% negli ultimi trent’anni. Insieme alla legge per la tutela degli insetti, il Parlamento tedesco ha approvato anche una riforma della legge per la protezione del clima.

Per cercare di arginare la scomparsa degli insetti, la Germania ha deciso di adottare diverse misure, come la protezione di ambienti naturali e strutture artificiali dove possono costruire nidi e procacciare cibo, ma anche la riduzione dell’inquinamento luminoso, che ne disturba i ritmi. Un altro gruppo di misure è volto a restringere e vietare l’uso di pesticidi ed erbicidi. Tra le sostanze cadute sotto la scure dei legislatori tedeschi c’è anche il glifosato, che dal 1° gennaio 2024 non potrà più essere utilizzato in Germania.

La Germania ha approvato la legge per la protezione degli insetti che include il divieto d’uso del glifosato dal 2024

Nel corso dei due anni tra l’annuncio e l’approvazione, il piano ha provocato tensioni tra ministeri con competenze differenti, e forti scontri tra ambientalisti, favorevoli a regole molto restrittive, e agricoltori che temono contraccolpi economici. Per questo motivo, il testo finale della legge contiene stanziamenti di 150 milioni di euro all’anno per aiutare il settore agricolo a fare i cambiamenti necessari per adeguarsi alle nuove regole.

La riforma della legge per la protezione del clima, invece, anticipa al 2045 l’obiettivo della Germania di raggiungere la carbon neutrality, cioè il bilanciamento tra le emissioni del Paese e le attività di rimozione dell’anidride carbonica dall’atmosfera. Inoltre, la riforma stabilisce un target di riduzione delle emissioni di CO2 del 65% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, un obiettivo più ambizioso rispetto al precedente 55%.

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