Dal 28 novembre, in Galles, tutti i negozi e le attività che servono o vendono alimenti dovranno obbligatoriamente esporre all’entrata un cartello che riporta la valutazione delle autorità locali sull’igiene alimentare e dei locali. La valutazione va da 0, che indica la necessità di urgenti miglioramenti, a 5, che equivale a ottimo.
Sinora, l’esposizione di questa pagella è stata volontaria in tutta la Gran Bretagna e diventa obbligatoria, per la prima volta, in Galles, sollevando numerose proteste, come riferisce This is Money.
La valutazione igienica delle attività commerciali che trattano alimenti – denominata “Food Hygiene Rating Scheme” in Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord, mentre in Scozia è denominata “Food Hygiene Information Scheme” – è stata introdotta in Gran Bretagna nel novembre 2010 ed è affidata alle autorità locali, in collaborazione con la Food Standards Agency, che pubblica sul proprio sito la valutazione di tutte le ispezioni, anche di coloro che decidono di non esporre al pubblico la valutazione ricevuta.
Beniamino Bonardi
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Sarebbe interessante conoscere quali sono gli indicatori che vengono presi in esame dall’autorità locale, se sono applicati da tutte le autorità locali e da tutti i loro funzionari nello stesso modo. Questo sarebbe utile per rendersi conto delle organizzazioni di altri Paesi, diversamente sarebbe poco attendibile la valutazione,figuriamoci nel nostro Paese!
Gli indicatori sono più o meno gli stessi definiti dalla legislazione europea (178, 852..etc etc)..è diverso l’approccio..il giudizio che ti viene asseganto genera la frequenza delle ispezioni che il ristoratore subirà nel corso dell’anno..ad esempio voto 2 vuol dire che avrai ispezioni semestrali, voto 1 trimestrali…4 annuali e così via..
Gli ispettori (afferenti ai LACORS per maggiore capilarità) guardano le cross-contamination, l’attendibiltà dele registrazioni (es) e il piano di sanificazione soprattutto..in particolare obbligano all’utilizzo di taluni prodotti che in scheda tecnica devono risultare sanificanti…
e come è facile intuire se si conosce la mentalità anglosassone, se utilizzi prodotti “ready to use” dunque solo da scongelare e riscaldare il pericolo è minore e dunque ti rompono meno le scatole…viceversa se hai una attività che usa prodotti freschi e cucina espressa, diciamo che ti mettono sotto la lente di ingrandimneto..
detto questo sono molto più disponibili dei loro colleghi italiani.. lo scopo non è metter la multa…è aiutarti a lavorare meglio..
Trovo l’esperienza molto interessante, ritengo che l’azione preventiva, svolta dalla conoscenza possibilità che il consumatore venga a conoscenza della “valutazione” fatta dagli ispettori sia maggiore delle sanzioni previste dalla normativa CE che individua indicatori unici per il mercato. Inoltre sanzioni, prescrizioni e cartello possono tranquillamente coesistere