La Francia è uno dei Paesi più avanzati al mondo sul fronte della sicurezza alimentare. Non a caso si tratta dell’unico Stato europeo che ha vietato da tempo l’impiego dell’interferente endocrino bisfenolo A in tutti gli imballaggi e i materiali destinati al contatto con alimenti commercializzati sul territorio nazionale. Di fatto si tratta anche del primo Paese in Europa che ha posto un veto alla vendita di prodotti ortofrutticoli in imballaggi in plastica, seguito a ruota dalla Spagna. Le misure che meritano un plauso, contenute nella legge antispreco in favore dell’economia circolare (legge Agec, 2020-105), sono veramente tante.
Si tratta di oltre 50 disposizioni che interessano prodotti con un impatto rilevante sulla circolarità (giocattoli, attrezzature sportive, fai da te, materiali da costruzione, tessili, sanitari), prevedono divieti per la plastica monouso e stabiliscono misure per combattere lo spreco dei prodotti invenduti, alimentari e non. La legge introduce anche strumenti per meglio controllare e sanzionare i reati contro l’ambiente, per supportare le imprese nelle iniziative di eco-design e per assistere i cittadini nelle nuove pratiche di consumo e di smaltimento. Alcune, evidentemente, toccano anche il settore alimentare e accanto alla messa al bando di diversi prodotti in plastica monouso già in vigore da quest’anno (*), presentata dal ministero della Transizione ecologica con lo slogan #byebyeplastique!, ve ne sarebbero altre per gli anni a venire. L’obiettivo è raggiungere il 2040 senza più plastica monouso in circolazione.
Di seguito vediamo le novità più rilevanti, che potrebbero rappresentare uno spunto interessante anche per gli altri Paesi del vecchio continente:
Fast food
Ogni anno il settore dei fast food, in Francia, produce oltre 180 mila tonnellate di imballaggi e confezioni per alimenti che vengono gettate dopo l’uso. Una quantità spropositata che potrebbe essere sensibilmente ridotta, se solo venissero usate stoviglie riutilizzabili, almeno per i clienti che consumano pasti e bevande in loco. È proprio in questa direzione che si muove la legge francese: a partire dal 2023, tutti i locali di pubblica ristorazione (fast food inclusi) dovranno servire alimenti in stoviglie riutilizzabili a chi consuma il cibo sul posto. Sul tema è utile precisare che, dal 2016, ai fast food è richiesto di smistare le varie tipologie di rifiuti in appositi cassonetti (carta e cartone, metallo, plastica, vetro, legno). Si tratta di un processo di selezione essenziale per il riciclaggio, per cui nel 2019, 16 catene hanno firmato un contratto con questi impegni. Tuttavia, a due anni di distanza, il ministero ha evidenziato che solo tre catene stanno correttamente ottemperando agli obblighi previsti.
Dicitura ‘biodegradabile’
Sarà vietata su prodotti e imballaggi la dicitura ‘materiale biodegradabile’, così come qualsiasi altro claim equivalente, in quanto ritenuti dannosi nella lotta all’inquinamento, nonché fuorvianti.
Non esiste infatti un consenso scientifico unanime sulla definizione di biodegradabile e questa indicazione spinge i consumatori a non prestare attenzione a ciò che succede se il prodotto viene disperso nell’ambiente. Si potrebbe addirittura essere erroneamente indotti a pensare che si ha tra le mani qualcosa che non inquina.
Bustine di tè e tisane
Molto spesso il sacchettino che contiene le foglie di tè non è realizzato con fibre naturali come carta o cotone, ma è prodotto con materiali plastici, per cui una volta immerso in acqua bollente, può rilasciare microplastiche dannose per l’ambiente. Per questa ragione dal primo gennaio 2022 non potranno più essere commercializzate sul territorio francese bustine per tè o tisane in plastica.
Giocattoli distribuiti con i menu per bambini
La vendita di menu per bambini è spesso accompagnata, e incentivata, dall’abbinamento con giocattoli in plastica. Nella maggior parte dei casi si tratta di prodotti non riciclabili, che finiscono nella raccolta indifferenziata. La nuova misura contenuta nella legge francese non permetterà più la distribuzione gratuita di giocattoli abbinati a menu, dal primo gennaio 2022.
Bottiglie per bevande
Verrà istituito un sistema di deposito su cauzione (Drs) per i contenitori monouso per bevande. Le bottigliette d’acqua non potranno più essere distribuite gratuitamente e, al fine di ridurre la produzione di rifiuti, in ogni luogo aperto al pubblico (come per esempio stazioni ferroviarie, biblioteche, scuole, università e ospedali) dovranno essere presenti fontanelle di acqua potabile. Nella lotta alla plastica sono coinvolti anche bar e ristoranti che, sempre dal primo gennaio 2022, saranno tenuti a indicare in modo ben visibile, sul proprio menu o su uno spazio espositivo, la possibilità di richiedere acqua potabile gratuita. Questo principio dovrebbe essere adottato anche in Italia dove nei ristoranti e nelle pizzerie viene servita quasi esclusivamente acqua in bottiglia.
Imballaggi inutili
Una misura particolarmente curiosa, ma certamente interessante e utile, riguarda l’installazione nei supermercati, in prossimità delle casse, contenitori in cui i consumatori possono buttare gli imballaggi inutili non appena finita la spesa, lasciando l’incombenza di riciclare/smaltire il packaging al distributore. Si tratta di un modo efficece per segnalare ai produttori l’inutilità di quell’imballaggio o di quel componente della confezione.
Contenitori per i bambini
I bambini sono particolarmente vulnerabili a qualsiasi sostanza in grado di interferire con il sistema endocrino e il cibo confezionato in imballaggi di plastica rappresenta una delle principali fonti di esposizione. Per questo motivo in tutti i reparti di pediatria, ostetricia e maternità francesi sarà vietato l’impiego di recipienti in plastica per riscaldare o cucinare pappe e alimenti. Il divieto, che partirà dal 2025, riguarderà biberon, tazze ma anche vassoi in cui gli alimenti possono essere riscaldati prima di essere somministrati.
Interferenti endocrini
Gli interferenti endocrini sono sostanze chimiche che possono alterare l’equilibrio ormonale degli organismi viventi, esseri umani compresi. Possono ‘accendere’, ‘spegnere’ o modificare i normali segnali inviati dagli ormoni e i loro effetti sono preoccupanti, proprio perché insidiosi e subdoli. Secondo la legge francese, l’uso di interferenti endocrini per produrre articoli destinati al contatto con gli alimenti dovrà essere segnalato in maniera chiara. Secondo l’Anses (l’agenzia francese per la sicurezza sanitaria dell’alimentazione, dell’ambiente e del lavoro) questa misura, che entrerà in vigore il primo gennaio 2022, mira a garantire ai cittadini un’informazione trasparente sulla presenza di sostanze potenzialmente preoccupanti nei prodotti, lasciando loro il potere di decidere se procedere nell’acquisto o spostare la propria attenzione su soluzioni alternative.
(*) Posate, piatti, cannucce, contenitori per alimenti e per bevande in polistirolo espanso con o senza coperchio, prodotti in plastica oxo-degradabile
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Siamo indietro anni luce rispetto alla Francia. Lì veramente i consumatori sono tutelati e pensano alla circolarità dell’economia!
all’avanguardia per la sostenibilità degl’imballaggi, ma in retroguardia per l’uso sfrenato (e le ambizioni di sviluppo) dell’energia prodotta con il nucleare
Quando scrive: “Questo principio dovrebbe essere adottato anche in Italia dove nei ristoranti e nelle pizzerie viene servita quasi esclusivamente acqua in bottiglia”. si tratta di un auspicio oppure una certezza?
Nel primo caso perchè Il Fatto Alimentare non promuove una raccolta firme/proposta di legge affinchè sia realizzato quanto auspicato?
Grazie per i vostri interessanti articoli!