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La Francia dichiara guerra agli influencer che non rispettano le leggi e i regolamenti sulla pubblicità, specialmente quando le promozioni non dichiarate riguardano integratori, cosmetici, alimenti nutraceutici, programmi dimagranti e, in generale, tutto ciò che possa avere a che fare con la salute. La Direzione generale francese della concorrenza, del consumo e della repressione frodi (DGCCRF) ha concluso un’indagine  iniziata nel 2021 e, preso atto del fatto che oltre il 60% degli influencer vìola le regole, ha annunciato possibili multe fino a 300mila euro e, nei casi più gravi, una pena detentiva fino a due anni di carcere per chi si renda responsabile di marketing fuori dalle regole e soprattutto pericoloso per la salute.

Nel rapporto pubblicato dalla DGCCRF si legge che, in base a quanto emerso dall’analisi del comportamento di una sessantina tra influencer con molti follower e agenzie specializzate, il mancato rispetto delle norme è pervasivo. Anche se gli influencer dovrebbero sempre indicare una sponsorizzazione o un finanziamento a scopo di promozione, tra quelli trovati in violazione delle norme nessuno lo fa. Inoltre, la maggioranza promuove prodotti che avrebbero proprietà benefiche, curative o anche semplicemente caratteristiche mai dimostrate o certificate, o addirittura sostanze e trattamenti noti per essere pericolosi, soprattutto se somministrati senza un controllo medico. È il caso, per esempio, di un’infinità di ‘soluzioni’ estetiche rischiose, non di rado somministrate da personale non qualificato.

Per questo la DGCCRF passa all’azione, intraprendendo una serie di azioni legali contro tutte le attività fraudolente individuate sia per quanto riguarda la trasparenza della pubblicità che per la vendita di prodotti sottoposti a regimi specifici come i farmaci o gli alimenti. Tra l’altro, oltre a costituire potenzialmente un pericolo per il pubblico, queste pubblicità occulte danneggiano chi vende seguendo le regole, alterando la concorrenza. Inoltre, secondo quanto annunciato, nei prossimi mesi i controlli saranno molto intensificati, soprattutto verso gli influencer che hanno come pubblico di elezione quello dei minorenni. La DGCCRF – si legge – resta estremamente vigile: influencer avvisato…

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Secondo un’indagine, il 60% degli influencer francesi non rispetta le norme che regolano la pubblicità

La Direzione e il ministero cui afferisce – quello dell’Economia, delle finanze e della sovranità industriale e digitale – hanno voluto comunque lanciare un segnale costruttivo, avviando una consultazione pubblica per l’estensione di un regolamento specifico per gli influencer, la cui bozza, in 11 punti, è aperta ai commenti dei cittadini. Alla fine del processo di stesura, dovrebbe essere pubblicato un documento in cui si specificano diritti e doveri degli influencer, regole sulla proprietà intellettuale, diritti dei consumatori e governance generale del settore. La Francia non è l’unico paese a cercare di mettere ordine in un settore in cui finora non ci sono molte regole. Il Regno Unito ha definito gli influencer come “chiunque sia stato pagato da un marchio per pubblicizzare un prodotto sui suoi social media”, anche se non ha poi scritto norme che specifichino cosa deve fare. Ma dopo alcuni scandali internazionali come quello che ha visto protagonista una delle influencer più famose del mondo, Kim Kardashian, che promuoveva un farmaco contro la nausea mattutina gravidica, l’attenzione è cresciuta ovunque, e in diversi Paesi si sta ragionando su come concretizzarla in provvedimenti legislativi.

Nel frattempo, i consumatori francesi sono invitati a riflettere con calma prima di seguire un consiglio commerciale di un influencer di cui non si capisce l’eventuale sponsorizzazione, cercando di verificare ciò che pensano di acquistare, confrontandolo con prodotti simili. Una regola da seguire sempre è poi quella di controllare la presenza dei contatti del venditore quali il numero di telefono o un indirizzo email: qualora non siano visibili, è meglio rinunciare all’acquisto e segnalare il fatto sulla apposita piattaforma pubblica SignalConso.

© Riproduzione riservata Foto: AdobeStock

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