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I bambini soffrono fisicamente e psicologicamente per la sovraesposizione alla pubblicità

In Francia, l’Assemblea nazionale, nonostante il parere contrario del governo e approfittando delle numerose assenze tra i banchi dei deputati di destra e di sinistra, tutti contrari, ha approvato una norma proposta dai parlamentari ecologisti che dal primo gennaio 2.018 vieta la pubblicità nei programmi per bambini di meno di 12 anni diffusi dalla rete pubblica France Television, compresi i 15 minuti precedenti e quelli successivi alla messa in onda di questi programmi. Il governo, preoccupato per le perdite finanziarie che ciò comporterebbe per la tv pubblica, cercherà di far cancellare questa norma al Senato, dove il provvedimento dovrà tornare, prima dell’ultimo esame da parte dell’Assemblea nazionale, a cui per Costituzione spetta l’ultima parola.

La ministra della Cultura e della Comunicazione, Fleur Pellerin, ha dichiarato che non permetterà che si metta a rischio il servizio pubblico radiotelevisivo, i suoi dipendenti e la sua missione, e ha promesso che continuerà a combattere per rafforzarne la capacità e l’indipendenza. La situazione finanziaria di France Television è già preoccupante, avendo perduto cento milioni di euro di entrate pubblicitarie tra il 2010 e il 2014, e secondo la ministra francese questa norma significherebbe ulteriori minori entrate pari a 15-20 milioni di euro l’anno.

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La controproposta è un’autoregolamentazione per le reti pubbliche e private

Secondo la deputata ecologista Michèle Bonneton, che ha proposto l’emendamento approvato a sorpresa durante una seduta notturna, al primo posto vanno messi i bambini, che soffrono fisicamente e psicologicamente per la sovraesposizione alla pubblicità a cui sono costretti. Secondo i contrari, invece, questa norma andrà a beneficio dei canali privati, che già sono preferiti sia dagli inserzionisti pubblicitari, sia dai piccoli telespettatori. La controproposta dei socialisti è quella di un’autoregolamentazione della pubblicità nei programmi rivolti ai bambini, che coinvolga sia il servizio pubblico, sia le reti private.

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