Nella settimana n°28 del 2015 le segnalazioni diffuse dal Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi (Rasff) sono state 64 (12 quelle inviate dal Ministero della salute italiano).
L’elenco dei prodotti distribuiti in Italia oggetto di allerta comprende due casi: frammenti di plastica in tofu al basilico dalla Germania e distribuito in 13 Paesi; mercurio in tranci di pesce spada congelato (Xiphias gladius) dalla Spagna.
Nella lista delle informative sui prodotti diffusi in Italia che non implicano un intervento urgente troviamo: piombo in pezzi congelati di tonno pinna gialla da El Salvador; migrazione di colore e rivestimento esterno che viene via da forchette di plastica dalla Cina; uso non autorizzato di colorante E124 (Ponceau 4R / rosso cocciniglia) in salame dalla Romania; Salmonella in articoli da masticare destinati ai cani dall’India; presenza di DNA di ruminante in mangimi completi per l’acquacoltura dalla Spagna.
Tra i lotti respinti alle frontiere od oggetto di informazione, l’Italia segnala aflatossine in pistacchi con guscio dagli Stati Uniti; presenza di sostanza non autorizzata (boldenone, steroide anabolizzante) in carni refrigerate italiane distribuite in Grecia; residui di pesticidi (endosulfan e buprofezin) in tè verde dalla Corea del Sud; aflatossine in pistacchi provenienti dall’Iran; eccesso di coliformi e di Enterobacteriaceae in pinoli provenienti dalla Turchia; migrazione di nichel da tappo per vino dalla Cina, via Hong Kong.
Questa settimana tra le esportazioni italiane in altri Paesi che sono state ritirate dal mercato, la Germania segnala residui di pesticida (clorpirifos) su uva bianca provenienti.
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Giornalista, redattrice de Il Fatto Alimentare, con un master in Storia e Cultura dell’Alimentazione
la marca del tofu? perchè non viene comunicata quasi mai la marca del prodotto?
Il Rasff “Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi” è una struttura coordinata a livello europeo. Molti Stati pubblicano i nomi delle marche i cui lotti sono oggetto di ritiro, richiamo o allerta. L’Italia non è tra questi; cioè neanche a noi è dato sapere di che prodotti si tratta. Abbiamo chiesto più volte alle catene di supermercati e al Ministero che questi dati fossero resi pubblici. La nostra intenzione è creare consapevolezza nei consumatori: anche facendo conoscere il rasff, le tipologie di alimenti, e i motivi di richiamo, si può aumentare la conoscenza del sistema di sicurezza alimentare europeo e italiano.