Una nostra lettrice che da anni si occupa di sicurezza alimentare ed esegue analisi presso la Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna, Rita Lorenzini, ci ha scritto informandoci di aver comprato per la figlia le cotolette di petto di pollo “Leggiadre” Fileni, accorgendosi poi che si trattava non di petto di pollo integro ma di carne tritata molto finemente.
A questo punto le è venuto il dubbio che le “Leggiadre” potesse contenere anche carne separata meccanicamente (CSM): un prodotto di minor pregio e valore nutrizionale, ottenuto rimuovendo meccanicamente i residui di carne dalla carcassa e di cui Il fatto alimentare si è già occupato.
«Non ho fatto analisi – sottolinea Rita Lorenzini – ma basta osservare la cotoletta per notare che le fibre muscolari tipiche della carne sono del tutto assenti, mentre sono invece ben visibili nell’immagine del prodotto sulla confezione».
Inoltre, l’etichetta delle Leggiadre vanta il fatto di essere ottenute di polli allevati a terra, «come se si trattasse di una caratteristica che aumenta il pregio del prodotto, quando per i polli da carne l’allevamento a terra è da molti anni una consuetudine».
L’etichetta e il sito dell’azienda non fanno riferimento alla carne separata meccanicamente e neppure alla carne macinata, e forniscono informazioni un po’ contraddittorie: il sito parla di “Cotolette con petto di pollo”, descritte come “Teneri filetti di pollo, avvolti da una croccante, dorata e leggera panatura”, che hanno come ingredienti principali “cotolette di petto di pollo, panate e cotte al forno”.
Il consumatore può quindi aspettarsi di mangiare una vera cotoletta di petto di pollo e non carne macinata: «Il petto di pollo è un taglio pregiato, e macinarlo di proposito sembra davvero poco sensato: sarebbe come fare un hamburger con un filetto», osserva ancora Rita Lorenzini.
L’azienda, contattata per chiarimenti, ci ha risposto che le “Leggiadre” classiche «sono realizzate con soli petti di pollo macinati. La macinatura consente di sminuzzare la carne al solo scopo di migliorarne la sensazione organolettica. È un procedimento standard utilizzato sul mercato in tutti i prodotti analoghi (cotolette), e in linea con gli obblighi di legge».
Per correttezza va detto che la carne separata meccanicamente non è un ingrediente del tutto estraneo alla linea di prodotti Leggiadre, visto che la versione con spinaci e quella con prosciutto e formaggio, contengono il 4% di carne separata meccanicamente, come risulta dall’elenco degli ingredienti sulla confezione.
Navigando nel sito abbiamo poi scoperto che Fileni usa la CSM anche per prodotti di alta gamma, come i wurstel biologici della linea Almaverde che, come riportato sull’etichetta, ne contengono ben l’81%.
La questione della quantità di CSM presente in un prodotto non è banale. In laboratorio per accertarne l’impiego si effettuano analisi, particolarmente complicate.
Quando si tratta di carne di pollo le difficoltà aumentano perché le ossa sottili sono povere di midollo, tipico marker, assieme all’elevato tenore in calcio sempre di derivazione ossea, della presenza di CSM.
Va altresì aggiunto che alcuni laboratori in Gran Bretagna si stanno attivando per definire protocolli adeguati basati su analisi al microscopio per individuare la presenza di CSM nei prodotti a base di carne.
La questione è dibattuta anche dalla Commissione Europea, perché esiste il rischio concreto che qualche azienda utilizzi questo tipo di sottoprodotto senza dichiararlo in etichetta, o indicandolo con percentuali inferiori alla realtà.
Paola Emilia Cicerone
Foto: Fileni.it
Diverse lavorazioni del petto di pollo intero originano "scarti" di petto di pollo, si pensi ad esempio alla forcella o alla parte di petto attaccata al costato che viene strappata meccanicamente.
Tali scarti insieme ai petti di seconda o terza vengono macinati.
A mio parere l’uso della carne tritata, sia pur di vero petto di pollo, è per una semplice questione di "costi" ossia tritando tutta la parte del petto del pollo non si spreca nulla, ma se faccio le classiche fettine tipiche della macelleria è ovvio che saranno tutte diverse per spessore e dimensione e dunque per peso!Quindi "industrialmente" non è accettabile questo!
Insomma, ma cosa costa rivolgersi ad un macellaio che può tranquillamente preparacele oppure e ancora meglio acquistare il prodotto e poi a casa, magari dinanzi ai propri figli, preparare il pranzo. Voglio ricordare che mangiare, sedersi a tavola, preparare il cibo è anche "cultura e tradizione". Diversamente i nostri figli non sapranno mai cosa è un pollo vero!
ha pure ragione, ma perchè la dottoressa non fa come? Compro il petto fresco dal macellaio, a casa lo intingo nell’uovo fresco, poi nel pan grattato che faccio io col pane avanzato e friggo. Mio figlio gradisce.
resta il fatto che se c’è scritto " cotoletta di petto di pollo" non può essere un hamburger di petto di pollo….
Aldilà di ogni ragionamento io compro un prodotto le cui dichiarazioni, e ad ulteriore conferma la foto, indicano essere una "Cotoletta"; questa non è una cotoletta così come dichiarato ovvero io credo di comprare una cosa ma me ne trovo in mano un altra. Secondo me abbiamo quanto meno una pubblicità ingannevole e questa è una cosa in ogni caso sbagliata.
Dottoressa Cicerone, mi trova d’accordo al 100% . Se la dicitura è COTOLETTA devo attendermi un taglio anatomico, sarebbe diverso se legessi in etichetta: PRODOTTO IN FORMA DI COTOLETTA, OTTENUTO CON CARNE DI POLLO E ……. Lei non ha potuto identificare gli ingredienti della matrice, ma può essere certa che si tratti di sola carne ( meccanicamente disossata o meno ) Temo che mangiando una di quelle " cotolette " e non solo della FILENI, si mangia più pangrattato, pastella, farine, ecc ecc che carne. Nulla di male , per carità , ma il legislatore dovrebbe TUTELARCI vietando l’utilizzo di termini che nella lingua parlata indicano una cosa diversa da quella che ci vendono.
Non si ravvisano gli estremi per una truffa ? La foto dovrebbe corrispondere al contenuto.
Più che una cotoletta, è un polpetta piatta !