Che tristezza leggere le cronache del convegno organizzato da Ferrero sull’olio di palma. Pagine intere sui maggiori quotidiani nazionali, decine di servizi tv e radio e un numero spropositato di articoli in rete sui vari siti. Certo la notizia non si poteva ignorare, la Nutella è un marchio nazionale e Ferrero è un’azienda di successo internazionale, con una politica molto attenta nei confronti dei lavoratori, dove molti vorrebbero lavorare. Fin qui tutto bene. I problemi cominciano quando si leggono gli articoli dei giornalisti che nel 90% dei casi hanno semplicemente riportato le tesi di Ferrero e degli ospiti presenti senza un briciolo di spirito critico. Il parere di Elena Fattore del Mario Negri, che ha riportato gli studi sul palma finanziati anche da Ferrero dove si salvano i grassi saturi del palma, oscura i pareri espressi da cinque istituti nazionali e internazionali.
L’ombra del conflitto di interessi sul convegno di Ferrero
Per la cronaca, Elena Fattore oltre ad avere ricevuto finanziamenti da Ferrero per lo studio, nei 3 anni precedenti ha avuto finanziamenti da AIDEPI , l’associazione di categoria che riunisce le grandi aziende produttrici di prodotti da forno e che ha investito milioni nella campagna a favore dell’olio di palma. Un altro relatore del convegno, il pediatra Carlo Agostoni, oltre ad essere coautore dello studio con Fattore, ha ricevuto per i 3 anni precedenti questo studio finanziamenti da Soremartec, una società della Ferrero.
I pareri contrari all’uso dell’olio tropicale (che nessuno ha citato) sono dossier pubblicati dall’Agenzia francese per la sicurezza alimentare (Anses) nel 2011 su acidi grassi e palma e dal Consiglio Superiore della Sanità in Belgio nel novembre 2013 (La problématique des acides gras saturés athérogènes et de l’huile de palme – Il problema degli acidi grassi saturi aterogeni e dell’olio di palma). C’è anche il documento del 2016 firmato dall’Istituto nazionale olandese per la salute pubblica e l’ambiente (RIVM) quello dell’istituto superiore di sanità del 2016 e infine quello dell’Efsa del 2016.
La questione dei contaminanti cancerogeni contenuti nel palma come sostiene l’Efsa, è un argomento sfiorato per sbaglio alla fine del convegno Ferrero, quasi fosse un aspetto trascurabile. In ogni caso le parole cancerogeno e genotossico forse sono state pronunciate una volta sola in tre ore di dibattito! Anche Marco Silano dell’Istituto superiore di sanità ha fatto un intervento molto blando senza evidenziare quanto emerso nello studio di 8 mesi fa quando lo stesso ISS titolava così a proposito del lavoro in una comunicazione ufficiale: “Il consumo dell’olio di palma va ridotto soprattutto nei bambini tra i tre e i 10 anni e negli adulti con fattori di rischio cardiovascolare”.
Giornalisti o megafoni?
Il problema è che i giornalisti si sono limitati a fare da megafono all’azienda di Alba, e a riportare quanto più possibile gli elementi di assoluzione per il palma. Nessuna domanda sulla Nutella, tranne quelle formulate da Il Fatto Alimentare che era presente all’incontro. Le domande non hanno avuto risposte adeguate. Non è stato detto in che periodo Nutella ha cambiato la ricetta inserendo l’olio di palma, non è stato comunicato il dato sulla quantità di contaminanti cancerogeni presenti nell’olio di palma mitigato che si usa adesso (che secondo Ferrero risulta al di sotto dei limiti Efsa), non è stato detto da quanto tempo si usa quest’olio. Negli articoli sui giornali e sui siti mancano pareri diversi.
In questo modo i personaggi chiamati da Ferrero diventano la voce della verità. Chi dissente non è ‘scienziato’, oppure fa la figura dello stupido perché fino ad ora ha seguito i complottisti del palma. Come si fa a scrivere una pagina come fa il Corriere della sera senza inserire un elemento critico? Ascoltare cosa viene detto ai convegni è importante ma il mestiere del cronista è quello di verificare se quanto viene raccontato risulta corretto e pensare che Ferrero sul palma ha qualche interesse da difendere. In questa situazione si registra l’assordante silenzio del Crea Nut e del Ministero della salute che sembrano distratti, non dicono nulla e lasciano spazio ad altri. Non è accettabile che su temi come la sicurezza alimentare o la nutrizione le linee guida e le direttive provengano dalle aziende private con grossi conflitti di interesse che producono junk food.
Difficile distinguere notizie e comunica stampa di Ferrero
La conclusione di questa storia la sintetizza bene l’ultima frase di un articolo sul convegno di ieri che riporta Jacopo Giliberto su Il Sole 24 Ore online ( vedi a lato ) quando dice “Un’osservazione a margine. Con ogni probabilità, qualche lettore interpreterà come operazione di lobby e di disinformazione sia l’evento scientifico della Ferrero e sia questo articolo”, ovvero direbbero i latini “excusatio non petita, accusatio manifesta” La lobby dell’olio di palma ieri ha mostrato la sua capacità di intervento sui media, tanto che sempre più spesso diventa difficile distinguere la notizia dai comunicati stampa.
Il vero nemico da battere per Ferrero non è però la “verità scientifica” (che ha dimostrato di saper gestire) e nemmeno gli articoli sui giornali, ma le scritte “senza olio di palma” presenti sui milioni di confezioni di biscotti e merendine Mulino Bianco Barilla. Queste scritte lette da milioni di italiani ogni mattina quando fanno colazione con gli Abbracci o le Macine gettano un alone di discredito sui vasetti di Nutella che contengono il 20% circa di olio di palma. È a questo punto che la lotta tra le due lobby può diventare telenovelas.
Roberto La Pira e Dario Dongo
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Per come la vedo io una crema di nocciole come la Nutella non può mai essere un cibo tanto sano.
Che sia fatta con olio di palma, o con burro di cacao, o con olio di semi frazionato(se poi l’olio di palma fosse sostituito da grassi vegetali idrogenati sarebbe certamente peggio), sarebbe sempre una bomba calorica carica di zuccheri e grassi, e quindi un junk food da consumare col contagocce!
Invece sembra che il messaggio che si vuole far passare in questa sede sia che BASTA EVITARE L’OLIO DI PALMA, E SI POSSONO TRANQUILLAMENTE MANGIARE DOLCIUMI TUTTI GIORNI SENZA PROBLEMI PER LA SALUTE!
Basta leggere i nostri articoli per qualche giorno sull’inasione e sulla lobby dello zucchero per capire che la sua teoria è profondamente sbagliata
Per come la vedo io, la nutella, se consumata con le dovute accortezze, non è un prodotto così malvagio, ma non è un prodotto per tutti.
Il carico calorico associato al basso indice glicemico, con in più la presenza di zucchero la rende, a mio parere, un buon prodotto per chi pratica sport. I grassi saturi dell’olio di palma e le ricadute ambientali dello stesso, beh, quelli riducono ulteriormente la dose di assunzione per evitare eccessi.
Poi la presenza di elementi cancerogeni all’interno dell’olio di palma sono probabilmente il residuo della raffinazione chimica, e questi potrebbero essere ben presenti anche in tutti gli altri olii vegetali non vergini.
Il palma ne contiene almeno 10 volte di più dice Efsa
Prevale la tecnica distorsiva del tutto o niente.
O tutta la ricetta è una prescrizione dietetica, oppure va tutto bene anche il peggior ingrediente.
Nella Nutella l’alta percentuale di grassi, ottenuta con l’aggiunta del palma, compensa la carenza di nocciole naturalmente ricche in grassi.
Meno nocciole=Più palma=Meno costi=Più vendite=Più ricavi=Più danni alla salute del consumatore.
A chi importa visto che la Ferrero è un’azienda italiana che va a gonfie vele?
Ma la tendenza fa mercato e prima o poi anche la Ferrero dovrà desistere, o la Nutella provocherà licenziamenti.
Quello che fa davvero sorridere (nel senso: sorridere per non piangere) è lo stucchevole spot di Ferrero in cui viene magnificata la presenza del “meraviglioso” olio di palma, proprio OGGI, quando cioè quasi tutti i concorrenti grandi e piccoli ormai urlano “senza olio di palma” bello chiaro sulle confezioni dei loro prodotti. La mia domanda è: quanto durerà, questa ostinazione a voler andare contromano in autostrada?
Secondo me sono stati presi leggermente in controbalzo e stanno prendendo tempo prima di poter uscire con un prodotto senza olio di palma equivalente alla nutella
Se tornano ad usare il burro di cacao sono rovinati, così invece siamo in pericolo noi consumatori ed i ns figli. Evidente che hanno già fatto scelte di convenienza per l’immediato e costa meno asservire i media. Non gli interessa che possa nascere un travolgente effetto Eternit in futuro, trattandosi di salute e tumori, ma così facendo diventa evidente il disprezzo per il consumatore.
Chissà se il sig Ferrero si starà rivoltando nella tomba.
Certo che scrivere su Nutella mentre in prima pagina c’è la pubblicità della crema Novi lascia qualche piccolo dubbio ….ma piccolo !!!
W L’italua W LA Ferrero !!!
La nostra policy sugli inserzionisti è molto chiara e la ritrova su “chi siamo” in home page. Abbiamo scritto oltre 150 articoli contro l’invasione dell’olio di palma quando il 90% delle aziende lo usava fino a un anno , sapendo che le aziende alimentarie sono le nostre principapli inserzioniste,mi sembra una buona prova di indipendenza
A prescindere da tutto, la vera Nutella non aveva l’olio di palma, quindi mi stanno vendendo in surrogato per giunta anche poco salutare, quindi pollice verso senza se e senza ma.
Approfitto della considerazione del gentile Eniio (Ennio?) per chiedere: ma negli anni ’70 e/o ’80, prima dell’invasione del palma che oggi secondo Ferrero pare insostituibile, ‘sta benedetta “vera” Nutella che grassi vegetali conteneva? ah saperlo…
Una istituzione che resta in silenzio non e’ una istituzione credibile.e mi fermo qui…
Ho letto sulla “LA STAMPA” di venerdì 28 l’articolo sull’olio di palma.
Più che un articolo un “‘ODE”
Sul sito ufficiale della nutella si parla di un uso antichissimo del palma ….. peccato che oggi viene trattato x rimanete liquido a temp. ambiente poi trattato per decolorarlo e poi per toglierli l’odore …non proprio lo stesso prodotto
Magari, come recita il vostro titolo, ci fosse stato “silenzio assordante delle istituzioni”! Le istituzioni in realtà hanno parlato, e forte, con il viceministro dell’agricoltura Andrea Olivero a lanciare strali contro la “moda di demonizzare questo o quell’alimento”.
Nessuno si scandalizza per questo? A nessuno brucia che con le sue tasse foraggi commedie del genere a tutto danno del cittadino e a solo beneficio di una grande azienda privata?
Io la ritengo la cosa più indecente di tutta questa pantomima.
Il giornalismo suddito delle lobby fa sempre ribrezzo, ma non bisogna dimenticare che Ferrero può sbraitare quanto vuole, ma alla fine comanderanno i consumatori.
Se moltissime aziende produttrici di biscotti e prodotti da forno si sono arrese (compresa Barilla, che ha cercato fino all’ultimo di resistere) e ora mostrano “orgogliosamente” la scritta “senza olio di palma” sulle confezioni e negli spot pubblicitari, è perché hanno registrato un evidente calo delle vendite, nonché per timori di ulteriori cali dovuti ai risultati diffusi da alcuni studi scientifici sulla nocività dell’olio in questione.
Questo è l’unico motivo per cui hanno cambiato ricetta.
Ferrero si arrampica sugli specchi e cerca di limitare i danni sia con i regali e le promozioni continue (che hanno sempre presa, specialmente tra coloro che non leggono e non si documentano) sia con le campagne disinformative (perché pagando, si sa, si trova sempre qualcuno disposto a sostenerti…).
Ma è una battaglia persa in partenza. Purché i consumatori e i giornali indipendenti non abbassino mai la guardia e facciano sempre sentire il loro dissenso, a parole e con i fatti, ovvero non comperando i prodotti.
Francamente non capisco il senso di questo articolo.
I problemi sono 3
A) deforestazione. Ma se si utilizzano frutti provenienti da foreste gestite responsabilmente come fa Ferrero, cosa c’è che non va?
B)contaminanti. Ma se i prodotti Ferrero sono al di sotto delle soglie stabilite dall’ultimo rapporto dell’efsa, il problema dov’è? Tra l’altro uno studio fatto in Germania da una rivista del settore confrontata varie creme spalmabili sotto questo punto di vista, e l’unica ad uscire bene era proprio la crema di Ferrero; le tanto decantate creme senza palma e con più nocciole hanno raggiunto pessimi risultati!
3) I grassi saturi. Capisco che si faccia una campagna per sensibilizzare sull’eccessivo consumo di grassi saturi, ma in una dieta equilibrata questi non devono mancare. E se Ferrero fa sforzi per ridurre le porzioni e calorie dei prodotti che vende, il problema dove sarebbe? Devono per forza passare all’olio di girasole? Il fatto che su una confezione sia scritto olio di girasole, non è sinonimo di migliore qualità, anche questo tipo di olio è sottoposto a raffinazioni e manipolazioni che si celano dietro la semplice scritta. Perchè questi temi non si approfondiscono? Siamo sicuri che tutte le aziende che stanno passando al girasole per motivi di marketing dall’oggi al domani lo stiano facendo responsabilmente?
A) Ferrero è una delle pochissime aziende che usa e controlla l’origine della materia prima nella stragrande maggioranza dei casi oltre l’80% proviene da piantagioni non conrollae ottenute da deforestazione.
B) Un test svizzero dice che nella Nutella ci sono ancora contaminanti cancerogeni e Ferrero non ha voluto comunicare i suoi dati!
C) L’Istituto supeiore di sanità dice che ci sono troppi grassi saturi nella dieta dei nambini e dei ragazzi e i prodotti Ferrero destinati soprattutto a bambini e ragazzi (ovetti kinder, merendine Fiesta ecc.) preparati con olio di palma hanno il doppio di grassi saturi rispetto a quelli prpearati con il girasole
A) ma se quello Ferrero è sostenibile, perché non si parla mai degli altri? Mars? Nestlè? Modelez? Assolti!
B)I contaminanti sono presenti in tutte le creme spalmabili, ma perché non si pone l’accento sul fatto che altre creme spalmabili ne abbiano di più? Compresa la famosa e buona crema senza palma italiana e con tante nocciole? Nulla. È più che logico che Ferrero non dica il livello di contaminanti presenti nella Nutella, del resto perché non proviamo a chiederli a tutte le aziende alimentari italiane?
C) il girasole avrà anche meno saturi del palma, ma non si può non tenere in considerazione lo sforzo per ridurre le dimensioni delle porzioni. È peggio una merendina da 21g con il palma, o una da 50g con il girasole?
Ma soprattutto, perché si vuole far passare il messaggio che se è olio di girasole, è perfetto così? Tutte le aziende che stanno cambiando le ricette, da chi si stanno rifornendo? I processi chimici utilizzati per rendere il girasole adatto, perché non vengono considerati? I contaminanti di questi prodotti “senza”? Perché dovrei fidarmi di aziende che fin’ora hanno utilizzato il palma indisturbatamente e irresponsabilmente, per fare poi dietrofront dall’oggi al domani? Come posso credere che le loro scelte sono a tutela della salute e della sicurezza alimentare? Perché nessun articolo a riguardo?
Ferrero ha fatto un convegno su questo tema e quindi dovrebbe comunicare i suoi dati, non trova? Le dimensioni e le calorie delel merendine tendenzialmente sono abbastanza uniformate. Il discorso è che il palma ha delle criticità evidenziate da Efsa , ISS ecc mentre gli altri oli non sono sotto accusa
Andrea, lei non dice la verità sullo studio effettuato in Germania. Tra la ventina di creme spalmabili confrontate con la Nutella non ce n’ era nessuna con la proporzione di nocciole della tradizionale crema gianduja, cioè almeno il 40 %, come possono vantarlo Novi, Baratti, Pernigotti, Caffarel…. Amettendo pure che nessuna di queste arrivi in Germania, per quale motivo lo studio non ha preso in esame la crema di un’ azienda svizzera come la Lindt, che è diffusa nel mercato tedesco, e non contiene ne olio di palma, ma neanche di girasole, mais o soia o altri polinsaturi? Ci credo che creme a base di polinsaturi come la Rigoni abbiano subito processi di degradazione e siano meno adatte alla lunga conservazione di quelle a base di olio di palma!!! Ma il fatto che sia stata esclusa ogni altra crema di alta gamma con prevalenza di acido oleico e con lo stearico primo tra i saturi ( grazie al burro di cacao), che da anche migliori proprietà conservanti del palmitico prevalente nell’ olio di palma, a mio parere è palesemente intenzionale. E mi riferisco sia al test, sia al tuo sorvolare su questo aspetto, visto che ti presenti come un utente intenditore della materia in questione.
Con la premessa che se non si usano le nocciole c’è anche la soluzione del girasole di varietà “alto oleico” più il burro di cacao, sono invece d’ accordo con i tuoi dubbi sull’ utilizzo dell’ olio di girasole comune in sostituzione del palma, non solo perché un olio di polinsaturi non è adatto alla cottura e alla lunga conservazione. Ci sono anche dubbi su possibili processi di interesterificazione per mutare la struttura dei trigliceridi al fine di rendere un olio di polinsaturi adatto per esempio a biscotti di pastafrolla come se fosse burro, che non hanno più un acido insaturo nella posizione 2 dei trigliceridi, come hanno in natura tutti gli oli vegetali. Non ci sono ancora studi su eventuali danni alla salute di oli sottoposti a questo processo, e l’ Europa non obbliga a specificarlo in etichetta come avviene per i grassi idrogenati. Di conseguenza le stesse aziende che fino a due anni fa’ facevano le furbe nascondendo con la dicitura “oli vegetali” l’ olio di palma, oggi che quest’ ultimo è diventato impopolare possono essere tentate dall’ utilizzare oli a prevalenza di polinsaturi ma con questa mutazione, a fini organolettici e per tenere allo stesso tempo bassi i costi. E purtroppo potrebbero essere peggiori dell’ olio di palma.
Caro Roberto, nel mese di Luglio la prestigiosa associazione di consumatori tedesca la Stiftung Warentest ha espresso parere sulle creme spalmabili alle nocciola. Tra cui Nutella. Sono state analizzate ben 21 creme alla nocciola e sono stati valutati vari parametri tra cui la gradevolezza di gusto, la veridicità delle affermazioni promozionali, la chiarezza e completezza delle informazioni in confezioni al profilo nutrizionale. La prima valutazione, quella della degustazione dei vasetti senza etichetta, ha avuto punteggi altissimi. Ma alle analisi al microscopio, hanno verificato la presenza di micro tossine, ovvero intossicanti da muffe che possono mal conservate prima della lavorazione. La Nutella ha riscontrato un punteggio “ottimo”, assenze di micro tossine insieme ad altre creme, mentre la metà delle creme definite “BIO” tra cui l’italiana Nocciolata della Rigoni, sono risultate insufficienti, ovvero corrotte da aflatossine da muffa, intossicanti sospettati di avere effetti cancerogeni e mutogeni. Altri risultati interessanti sono relativi agli intossicanti, anch’essi cancerogeni, dovuti alla lavorazione ad alte temperature dei grassi vegetali. La Nutella, anche su questi valori, ha ottenuto un rassicurante “buono”, insieme alla quasi totalità delle creme tedesche, mentre valutazione negativa per la Nocciolata Rigoni risultata insufficiente, infatti gli oli di girasole utilizzati in questa crema devono sostenere ulteriori e drastiche lavorazioni ad alte temperature rispetto all’olio di palma, con il risultato che gli olii ” sostitutivi” presentano il rischio di contribuire a formare tossine cancerogene. La valutazione migliore in assoluto è risultata quella di Nutella, benché non sia Bio! Seguita dalla Cocoba di Gepa. Mentre la Nocciolata Rigoni di Asiago bio, senza olio di palma sembra aver ricevuto un punteggio basso benché sia in Germania tra le più care. Lo studio di Stiftung Warentest dimostra che non basta definirsi “Bio” e costare di più per essere veramente salubre. D’altronde tutto è’ partito dalle dichiarazioni di Madame Royalle ministri dell’agricoltura francese sul danno ambientale e successivamente il problema è diventato magicamente salutistico. Ricordiamoci che la France e’ il primo produttore al mondo di olio di colza, altro grasso vegetale. Sarà una coincidenza? Dimenticavo, anche Grennpeace Italia sostiene il ciclo ecosostenibile dell’olio di palma di Ferrero. Prima azienda al mondo che si è adoperata a far ciò.
Poche settimane dopo la pubblicazione del test tedesco, il programma svizzero A Bon Entendeur trova contaminanti cancerogeni nella Nutella. Lo abbiamo scritto
In una società profondamente analfabeta, dove la pubblicità ha sostituito l’informazione
scientifica, dove personaggi improvvisati si sostituisce a medici, oncologi, ecologisti ed economisti, dove un “nutrizionista”, Calabrese, è onnipresente in RAI per e Mediaset per
fare campagna pubblicitaria anziché informazione scientifica,
dove la massa è talmente stupida da credere che la carne faccia bene,
il latte sia indispensabile, e l’olio di Palma sia addirittura salutare ed ecologicamente sostenibile ! ….
Alla faccia di decenni di studi economici, e pubblicazioni in tutto il mondo.
Di cosa mai ci stupiamo, se la Ferrero organizza convegni dove presenta “studi scientifici”
per dimostrare quanto sia salutare ed ecologica la Nutella….
E’ un mondo di ebeti che zombeggia tra internet , smart TV e la caccia ai Pokemon.
Il punto è che la Nutella NON è un alimento adatto per i bambini.
Mi spiego:
un problema serio della Nutella, oltre all’olio di palma, è anche lo ZUCCHERO (56 gr su 100 gr di prodotto) che viene presentato dalla pubblicità come un ingrediente “sano e naturale”.
Un alimento che contiene zucchero bianco aggiunto andrebbe evitato o limitato (vedi linee guida WHO). L’alimento ideale è quello che contiene zero grammi di zuccheri aggiunti o per lo meno che ne contiene in quantità inferiore al 10% del peso…. in pratica quando arriviamo a 56 gr di zucchero su 100 gr (+ 31% di grassi) ci troviamo di fronte ad un “junk food” cioè un “alimento spazzatura”! (lo zucchero promuove carie ed obesità, i grassi portano l’alimento a circa 550 kcal/etto: TROPPE!)
http://www.ilfattoalimentare.it/junk-food-torte-hamburger.html
Certo, basta fargli credere che sia un alimento salutare! 🙂
http://www.ilfattoalimentare.it/merendine-calorie-zuccheri.html
Al di là delle considerazioni nutrizional ecologiche, mi spiegate perchè il Mipaaf si è schierato così apertamente a favore di un prodotto così discusso, così non “made in Italy” (fatto che assolverebbe di diritto qualsiasi prodotto agricolo nazionale, anche se inquinato e nocivo) che più non “made in Italy” non si può?
Il Mipaaf sa davvero qualcosa che noi poveri cittadini (e voi dotti giornalisti) ignoriamo perchè ignoranti?
Ok! Facciamo finta che l olio di palma non faccia né bene né male (lo so, lo sforzo d’immaginezione è grosso! )! Ma continuereste a mangiare e far mangiare a dei bambini un prodotto che contiene il 55% di zucchero, un olio per fare volume, 4 nocciole e un po di cacao? Immaginateveli in un piatto : la montagna di zucchero, l’olio, le nocciole e la spolverata di cacao! Casomai una bel bicchiere di coca cola per mandarla giù e,visto che è solo il dolce, prima un bel panino da McDonald’s!
È questo il problema : la Nutella non si mangia col contagocce ma a cucchiaiate, la mangiano prevalentemente bambini e non è l’eccezione ad una alimentazione equilibrata e sana!
Fateci caso la prossima volta che siete in coda al supermercato, con quanta amorevole cura una madre riesce a riempire il carrello della spesa di porcherie alimentari. ..
Credo che prima di tutto bisognerebbe educare i genitori che in fatto di schifezze alimentari non sono da meno dei loro figli
Ma io no capisco perché ognuno non può mangiare quel cavolo che gli pare… avete detto che il palma fa male? OKKKK…abbiamo capito!!! Se non volete mangiarlo non fatelo ma non continuate a rompere..
La carne fa male??? OKKKK…morirò abbuffata di carne…..
Lo zucchero fa male??? OKKKK…morirò senza denti e di diabete….
Ma quando è stato detto una volta, due, tre…ma basta!!!!….abbiamo capito!!!!!!!
Io non capisco queste campagne per la salute del prossimo……ma fate i bravi!!!!!!
Ci avete informato di quello che pensavate????OKKKK!!!!! Abbiamo capito…adesso basta…
Io non credo a questa voglia di salvare il mondo…pensate a salvare voi stessi che già questo basta….
Vi saluto e vado a mangiami un hamburger con coca cola seguito da un bel panino con la nutella!!!
due gg fa ho visto nel programma “come è fatto” … la lavorazione dell’olio di palma …. è veramente schifoso che questo “olio” sia la base anche per un certo carburante … e di tanti altri prodotti non commestibili …. IO CONTINUO A DIRE NO A QUESTO “GRASSO” …. e non è che non dobbiamo stare attenti a quello che mangiamo -basta che sia senza olio di palma- i cibi vanno sempre controllati
Ammiro tutte le ditte che hanno eliminato l’ olio di palma e lo dimostro personalmente nel comprare i loro prodotti.
A breve se ne renderà conto la ferrero.
Meno male che c’è Il Fatto Alimentare! Grazie! Non mollate MAI! Siete più unici che rari nel desolato panorama italiano, dove la maggior parte dei “giornalisti” (?) non fa altro che piegarsi al potente di turno.
Per quanto riguarda la Nutella con l’olio di palma per me può stare tranquillamente sugli scaffali. E non solo per l’olio di palma, ma anche per tutto il resto (zucchero in primis) che contiene.