Il richiamo dei prodotti Kinder Ferrero legato a un focolaio di Salmonella è probabilmente uno dei più grandi richiami di cioccolato nella storia del commercio europeo, sia perché è avvenuto prima di Pasqua sia per la capillare distribuzione del prodotto in 77 Paesi. Esordisce così un articolo di Joe Whitworth pubblicato il 19 aprile 2022 su Food Safety News. Secondo quanto riportato da diverse Agenzie per la sicurezza alimentare in Europa si è sviluppato un focolaio monofasico di Salmonella Typhimurium in almeno 10 paesi, che colpisce principalmente i bambini piccoli, e i casi si possono collegare al cioccolato Kinder prodotto da Ferrero in Belgio. Francia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia, Spagna, Svezia, Regno Unito e lo stesso Belgio hanno segnalato casi, mentre potrebbero esserci persone coinvolte anche in Austria e Svizzera. Richiami sono stati emessi negli Stati Uniti e in Canada, anche se in questi ultimi due Paesi non ci sono state segnalazioni. In Italia sono in corso analisi di laboratorio su alcuni campioni.
Secondo Joe Whitworth l’entità del problema è ‘decisamente sottovalutato’ a causa dei sistemi di sorveglianza della Salmonella e della diversa sensibilità delle tecniche microbiologiche utilizzate. Il primo paziente è stato segnalato nel Regno Unito il 7 gennaio 2022, e si riferiva a un campionamento del 21 dicembre 2021. A febbraio, un cluster di otto casi di Salmonella Typhimurium monofasico è stato identificato nel Regno Unito. Il gruppo era composto quasi esclusivamente da persone di età inferiore a 10 anni. Mentre il periodo tra il rilevamento iniziale dell’epidemia e la successiva azione internazionale è durato più di due mesi, una volta stabiliti i collegamenti epidemiologici definitivi con il prodotto in questione, le azioni di controllo sono seguite rapidamente. Il 25 marzo, Germania, Svezia , Francia, Paesi Bassi, Lussemburgo, Norvegia, Irlanda, Belgio e Spagna hanno segnalato casi confermati o probabili. Anche la decisione delle autorità belghe di interrompere la produzione dello stabilimento è giunta ai primi di aprile.
Le autorità brasiliane hanno vietato la vendita e l’importazione di prodotti Kinder fabbricati da Ferrero in Belgio. Questo nonostante il paese non sia nell’elenco di quelli che hanno ricevuto gli articoli potenzialmente contaminati. Le indagini hanno mostrato che i 150 soggetti colpiti dal Salmonella avevano un’età compresa tra 8 mesi e 56 anni, ma 134 avevano meno di 10 anni e 99 erano di sesso femminile. Un totale di 49 dei 116 casi sono stati ricoverati in ospedale, si tratta di un tasso più alto del solito per focolai di salmonellosi. Complessivamente, 88 dei 101 malati intervistati in 10 paesi hanno dichiarato di aver consumato vari prodotti di cioccolato Ferrero.
I risultati di Ferrero che ammettevano l’esistenza di una contaminazione lungo la linea di lavorazione nella fabbrica di Arlon in Belgio (che produce circa il 7% del totale dei prodotti Kinder in tutto il mondo) sono arrivati da tamponi effettuati nei serbatoi di latticello condotti a metà dicembre 2021 e gennaio 2022. Almeno 10 campioni di prodotti sospetti provenienti dalle case dei malati, sono stati testati in quattro paesi, con risultati negativi. Precedenti indagini hanno rilevato solo piccole quantità di batteri Salmonella in campioni di prodotti a base di cioccolato. L’ipotesi è che la contaminazione potrebbe essere difficile da rilevare, come ben spiega uno studio dell’Istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi (BfR) sulla Salmonella nel cioccolato. In questi giorni sono in corso indagini per capire se la causa scatenante è stata l’impiego di un ingrediente contaminato oppure da un altro focolaio di contaminazione.
La tempestiva notifica dell’individuazione dell’epidemia e dei risultati preliminari dell’indagine nel Regno Unito, seguita da una rapida collaborazione tra diversi paesi nella condivisione delle informazioni, coordinata e supportata dall’Ecdc, è stata essenziale per il rapido avanzamento delle indagini sull’epidemia. Le informazioni epidemiologiche descrittive hanno fornito prove evidenti che implicano il veicolo dell’infezione in questo focolaio, per consentire alle autorità della salute pubblica e della sicurezza alimentare di effettuare controlli rapidi e necessari. Le successive informazioni sulla rilevazione del ceppo epidemico nell’impianto di lavorazione coinvolto ha fornito un’ulteriore conferma microbiologica del legame tra i prodotti dell’azienda e l’epidemia a livello europeo. Ciò ha dimostrato l’utilità e ha sottolineato la necessità di una rapida condivisione delle informazioni sulla sequenza microbiologica. Le misure di contenimento adottate in tutti i paesi interessati sono probabilmente uno dei più grandi ritiri e richiami di prodotti a base di cioccolato nella storia del commercio europeo. L’ultima nota riguarda la data della notifica del Belgio al RASFF dell’UE, che è avvenuta solo il 25 marzo 2022, più di due mesi dopo l’individuazione del primo caso nel Regno Unito.
© Riproduzione riservata; Foto: Ferrero, Depositphotos
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giornalista redazione Il Fatto Alimentare
Perché vi ostinate a parlare di contaminazione di prodotti a base di cioccolato quando invece l’ingrediente contaminante è un derivato del latte. Difatti tutti i prodotti ritirati sono con cioccolato al latte.
Sono d’accordo sicuramente c’è qualcosa che va al di là nel senso che bisogna indagare sulle materie alimentari e soprattutto ahimè sul personale addetto alla classificazione idonea al consumo alimentare da immettere nel circuito curiosità da dove vengono le uova ,il latte, nella cosiddetta catena alimentare chi ci va di mezzo è l’utente e attenzione in genere parliamo di bimbi quindi massima attenzione agli organi di controllo italiano ed europeo
Il buon Giulio diceva che a pensare male si fa peccato ma ci si piglia.
In questi giorni la Buitoni finisce alla ribalta per via delle pizze surgelate contaminate: due morti, un ragazzino in coma e 53 ricoverati.Nel Frattempo la Salmonella inquina ,oltre ai prodotti, anche la serietà certificata della Ferrero.
Poi abbiamo al governo lo smantellatore seriale.
Non mi stupirei se tra poco qualcuno comprasse le quote azionarie di queste aziende, se ci fosse qualche tentativo di scalata e se fossero messi a rischio centinaia , se non migliaia, di posti di lavoro.
Ovviamente la salute dei bimbi è delle persone è decisamente cosa assolutamente importante, credo sia molto importante anche il valutare uno scenario molto più ampio
Sono d’accordo al cento per cento.
Al di là delle “dietrologie”, spesso utili a nascondere e inquinare la discussione sulle cause, molto spesso si tratta di trascuratezza o semplice errore umano e una scarsa formazione o sensibilità del personale.
Quantità maggiori e processi automatici continui spesso creano grossi danni o problemi se non monitorati sufficientemente.
Nelle aziende esistono sistemi di difesa contro la contaminazione dolosa e valutazioni preventive, di mitigazione e monitoraggio, atte a difendere un alimento da possibili azioni dolose, intenzionali, atte a sabotare e contaminare gli alimenti.
Sarebbe utile che le cause fossero rese pubbliche nei particolari, per non fermarsi alle solite polemiche, ma per evidenziarle in maniera utile e costruttiva per una maggiore sicurezza alimentare.