Con un pronunciamento che probabilmente sarà ricordato, ma che non è ancora il via libera definitivo, la Food and Drug Administration ha inviato un primo sì ai nugget di carne di pollo coltivata di Upside Foods, la start up californiana fondata da Uma Valeti e Nicholas Genovese nel 2014 con il nome di Memphis Meat. Una decisione attesa da mesi, che potrebbe dischiudere le porte del mercato statunitense alle decine di start up che stanno lavorando sull’agricoltura cellulare, cercando di capire quale sarà il destino dei propri prodotti una volta giunti presso le agenzie regolatorie.
Negli Stati Uniti, dopo mesi di discussioni molto accese, FDA e Dipartimento dell’agricoltura (USDA) si sono divise i compiti, per quanto riguarda le procedure di approvazione della carne coltivata. La prima è incaricata di verificare i test nell’ambito dei protocolli GRAS, cioè dei prodotti considerati sicuri fino a prova contraria, mentre lo USDA delle verifiche dei siti di produzione e delle lavorazioni. La risposta giunta dalla FDA è stata ottenuta sottoponendo dossier molto articolati su tutti i passaggi della produzione. In questo caso è stato esaminato come vengono prelevate le cellule dai polli, in che tipo di ambiente – bioreattori di acciaio – e con quali soluzioni vengono fatte crescere, come vengono raccolte e conservate, e così via. Se tutto va bene, si riceve una comunicazione che sostanzialmente dice: “non abbiamo ulteriori richieste”. Per essere commercializzata, la carne coltivata dovrà ancora superare i controlli del Servizio per la sicurezza alimentare e le ispezioni del Dipartimento dell’agricoltura (USDA-FSIS) e poi ottenere un parere positivo, relativamente ai prodotti finali.
Mentre l’iter procede, Valeti e Genovese stanno mettendo a punto la strategia commerciale, che deve essere molto accurata anche perché, per ora, nonostante i costi siano enormemente diminuiti rispetto ai primi tentativi, non sono ancora sovrapponibili a quelli della carne di pollo da allevamento: secondo le stime, nelle prime produzioni di scala dovrebbe essere attorno ai 30-35 dollari al chilo. Per quanto riguarda il grande pubblico, Valeti ipotizza per il momento dei prodotti a base mista, con ingredienti vegetali, per contenere i costi.
Oltre a questo, c’è poi un problema di opportunità e di scelta della modalità e del momento giusto per far arrivare l’agricoltura cellulare nei supermercati: decisioni delicatissime, che potrebbero fare la differenza tra un clamoroso flop e un successo planetario. Upside Foods ha deciso di seguire la via indicata dalla concorrente Eat Just, la prima a ottenere i permessi per la vendita a Singapore, che aveva iniziato in un ristorante esclusivo chiamato 1880, per capire la reazione del pubblico e provare diverse ricette con l’aiuto di grandi chef. Solo in seguito era passata al delivery, quindi alla GDO. Anche Upside Foods procederà in modo simile: quando arriveranno tutte le autorizzazioni, offrirà il suo pollo coltivato inizialmente solo da Atelier Crenn, un ristorante di San Francisco il cui proprietario è la chef Dominique Crenn, che sperimenterà varie ricette, confrontandosi anche con i clienti e offrendo probabilmente solo assaggi.
Secondo Valeti, la carne coltivata sta seguendo un iter che ricorda quello dell’auto elettrica, e come per quest’ultima occorreranno 10-15 anni prima che diventi familiare e accessibile a tutti dal punto di vista economico. Ma il pronunciamento dell’FDA potrebbe accelerare il processo, e spingere altri paesi a fare altrettanto. Intanto, assaggi di carne coltivata sono stati presentati da altre start up, come Good Meat, alla COP27 di Sharm-el-Sheik. Un appuntamento in cui non si è parlato molto di carne e in cui attivisti, come quelli del gruppo Plant Based Treaty, hanno chiesto la fine delle sovvenzioni pubbliche agli allevamenti, e la promozione delle diete vegetariane e vegane.
Lo scorso 27 aprile la Commissione Europea ha approvato la raccolta di firme di una Iniziativa dei cittadini europei chiamata End the Slaughter Age, finalizzata a spostare i sussidi della PAC oggi assegnati alla zootecnia sui progetti di agricoltura cellulare e sui prodotti a base vegetale. L’iniziativa per ora ha raccolto 40 mila firme e, se riuscirà a raggiungere il milione entro giugno 2023, sarà necessariamente discussa al Parlamento in una seduta aperta.
Mentre in Europa c’è chi spinge per l’avanzamento dell’agricoltura cellulare e della carne coltivata, l’Italia va in direzione opposta. Non si è fatta attendere infatti la reazione del nuovo ministro dell’Agricoltura e sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, che all’indomani del via libera della carne coltivata da parte della FDA ha dichiarato: “Garantisco che finché saremo al governo sulle tavole degli italiani non arriveranno cibi creati in laboratorio”. Il ministro ha poi proseguito affermando: “Il cibo sintetico rappresenta un mezzo pericoloso per distruggere ogni legame del cibo con la produzione agricola, con i diversi territori, cancellando ogni distinzione culturale, spesso millenaria, nell’alimentazione umana e proponendo un’unica dieta omologata. Il nostro Paese, culla della Dieta mediterranea Patrimonio UNESCO, sarà in prima linea per difendere il cibo naturale che è uno dei punti di forza del Made in Italy”.
© Riproduzione riservata Foto: Upside Foods
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Giornalista scientifica
“Garantisco che finché saremo al governo sulle tavole degli italiani non arriveranno cibi creati in laboratorio”. Il ministro ha poi proseguito affermando: “Il cibo sintetico rappresenta un mezzo pericoloso per distruggere ogni legame del cibo con la produzione agricola, con i diversi territori, cancellando ogni distinzione culturale, spesso millenaria, nell’alimentazione umana e proponendo un’unica dieta omologata. Il nostro Paese, culla della Dieta mediterranea Patrimonio UNESCO, sarà in prima linea per difendere il cibo naturale che è uno dei punti di forza del Made in Italy”
Quindi la finiamo anche con la bresaola Dop valtellinese fatta con manzi allevati in Brasile e con il prosciutto di Parma fatto con suini polacchi?
Perfettamente d’accordo cone te Michele.
Questi non sanno neanche di che cosa parlano. Capace che dopo il signor ministro possa rilasciare un’intervista dove parla preoccupato del cambiamento climatico e che l’Italia sarà in prima linea nel combatterlo.
Appunto….e gli allevamenti intensivi dove li mettiamo?
La migliore barzelletta che ho sentito, devo ridere per non piangere
D’accordo con lei e Laura, compreso il non sapere se ridere o piangere. Per quanto mi riguarda peraltro la bresaola potrebbero smettere di produrla, se la mangino loro poi al prezzo che la vendono…
Intanto Coldiretti ha fatto partire la sua campagna
https://www.ilpuntocoldiretti.it/attualita/economia/una-firma-contro-il-cibo-sintetico-scatta-la-mobilitazione-coldiretti/
Speriamo nella UE…
Usano anche zebù indiani, ultimamente
il ministro deve mettersi a studiare meglio…stiamo divorando tutto e spero solo che si aprano le porte per questa via che ci salverà dalla fame e dalla distruzione ambientale .
Che confusione! Ma come si fa ad essere così volutamente imprecisi!
La bresaola della Valtellina è una IGP e un DOP. Nella IGP è salvaguardata la produzione legata al territorio. Che la produzione sia possibile utilizzando carni di importazione come è scritto nel disciplinare a lei fa qualche problema? Anche perché lo zebù brasiliano e le carni sudamericane in genere si prestano meglio delle carni italiani ad essere utilizzate per questo tipo di prodotto, anche se ovviamente ci sono macellai locali che usano fese da animali italiani per piccole produzioni locali
La bufala più grande però è affermare che il Parma si fa con suini polacchi…
Non gliela commento nemmeno tanto è sguaiata come affermazione.
I prosciutti crudi Dop italiani sono fatti con carne di maiale allevata e macellato in loco .
Giuseppe, il punto che le sfugge e’ che spesso si fanno battaglie di bandiera sulla difesa di produzioni “di territorio” e di tradizione volutamente scordandosi che per ottenere i volumi che ci permettono di soddisfare bisogno nazionale e di esportare alla grande importiamo materia prima. La carne in questione arriva in Valtellina da qualche decennio, la bresaola esiste da secoli. Lo stesso si puo` dire per tantissimi altri prodotti.
Ovviamente non c’e’ nulla di male ma secondo lei quanti lo sanno?
PS la poca bresaola che consumiamo l’acquistiamo anche noi da un macellaio di Chiavenna che fa tutto ancora in proprio e, l’ultima volta che ci sono stato vendeva a 28 €/kg i pezzi da affettare a casa.
Non certo prezzi folli di alcuni commenti anche se mi rendo conto che non tutti possono andare di persona
La carne coltivata potrebbe essere il migliore degli alimenti disponibili, ma che il protocollo di approvazione preveda di considerare alla cieca dei prodotti “sicuri fino a prova contraria” la trovo un’aberrazione.
FDA ha dimostrato per decenni di essere uno dei validatori meno affidabili del pianeta.
Fate voi se fidarvi o meno.
Da quali fonti le risulta che FDA sia inaffidabile? Addirittura da decenni?…
certamente con l’autorizzazione all’immissione sul mercato nordamericano di prodotti sintetici su pressione delle multinazionali, quali edulcoranti alternativi agli zuccheri, o delle carni da allevamenti con l’uso di ormoni della crescita (vorrei aggiungere anche gli ogm e l’incontrollato uso di antibiotici, ma sui primi non ci sono riscontri scientifici ed i secondi sono ancora accettati in tutto il mondo). non credo di poter addebitare alla FDA molto altro…
Gli americani possono mangiare anche di questo, tanto fare peggio di quello che mangiano mediamente ogni giorno è difficile…
In realtà la qualità della carne che si mangia in USA è molto più alta della carne italia.
Basta fare un giro nei loro Walmart.
E’ anche falso che usino steroidi ed antibiotici: hanno mandrie talmente grandi (anche 50.000 capi ognuna), che pascolano territori enormi, che non conviene economicamente sottoporle a trattamenti antibiotici o steroidei.
Negli USA l’uso di steroidi e antibiotici negli allevamenti bovini sono legali
Antibiotici si possono usare ovunque, anche in Italia, credo solo che da noi siamo + restrittivi su soglie e tempi (non consentiti in prossimita’ macellazione ad esempio). Quanto piu` restrittivi pero’ non saprei… e mi piacerebbe saperlo visto che anche in questo ambito circola molta propaganda.
Per il poco tempo che ho passato in US anche a me e’ sembrato che la qualita’ della carne (non macinata) presa al super o ordinata al ristorante (manzo e maiale) non sia affatto male, secondo me il loro grosso problema e’ diciamo lo step finale ovvero come la “portano in tavola” (salse, topping, formaggi e chi piu` ne ha piu` ne metta…). Un po` come succede per la pasta.
Insomma piu` un aspetto culturale che di prodotto all’origine.
Da noi gli antibiotici si possono usare solo a fine terapeutico negli Usa è ammesso l’uso insieme ad altri farmaci come promotori della crescita.
fra qualche anno ci faranno mangiare di tutto
Lo fanno già, ha visto il servizio di Report su cosa infilano nel prosciutto cotto? Gli italiani intendo eh
Mezze affermazioni se ne trovano ma riguardo a FDA critiche vere e proprie a livello di pubblicazioni scientifiche non è facile trovarne data l’autorevolezza dell’ente all over the world e bisogna andare indietro di qualche anno per trovarne una………..
https://www.thelancet.com/action/showPdf?pii=S0140-6736%2806%2968979-4
FDA officials say they have adopted a new policy that focuses on prosecuting a few serious offenders. But this does not explain why other serious violations often go without adequate responses. Public confidence in the FDA is the lowest it has been for years. With the publication of this report, it will fall even lower.
A fianco della tranquilla descrizione legale delle regole sui GRAS per esempio si può trovare qualche pesante critica:
https://www.cspinet.org/case/secret-gras-rule
In this case, a federal court concluded FDA could continue to permit manufacturers to —self-certify that chemical additives used in food they manufactured are safe—–. However, the decision acknowledged conflict-of-interest concerns about this practice, and noted that the remedy to this situation lies with Congress.
È sotto gli occhi di tutti un fenomeno segnalato anche da altri commentatori di alcuni articoli che condivido.
Negli States e un po’ in tutto il mondo i produttori innovativi hanno avuto/ hanno campo abbastanza libero per fare approvare i loro prodotti lasciando l’onere della prova di effettiva sicurezza ai posteri, e se va male (spesso) e dopo anni si scoprono effetti avversi con un po’ di soldi si danno rimborsi ad alcuni danneggiati, anche senza dichiararsi colpevoli, la legge lo permette per non esporsi a troppa pubblicità negativa…….
Gli studi indipendenti precauzionali prima della immissione sul mercato sono impediti dalle politiche brevettuali oltre che per carenze di fondi e di competenze, solo a distanza di tempo può arrivare la cavalleria a mettere in chiaro i rischi e più si va avanti con le tecniche genetiche e strumenti allegati più diventa impossibile stabilire chi ha fatto cosa, quando e perchè……….
Veramente il perchè lo possiamo intuire, tanti motivi legati al potere economico a dispetto dell’etica.
Quindi, per completare il ragionamento, il quadro legislativo è solido e l’autorevolezza non manca per cui un marziano appena giunto sulla Terra potrebbe domandarsi come mai ci permettiamo di criticare la conduzione della agenzia che regola l’alimentazione e le medicine della nazione guida, che influenza più o meno tutte le altre agenzie similari e si vanta di maggiore impegno nella difesa della salute e investimenti scientifici di ricerca.
Un esempio, ma purtroppo ce ne sono diversi altri:
https://diabetes.org/about-us/statistics/cost-diabetes
———The American Diabetes Association (ADA) released new research on March 22, 2018 estimating the total costs of diagnosed diabetes have risen to $327 billion in 2017 from $245 billion in 2012, when the cost was last examined.
This figure represents a 26% increase over a five-year period.———
Tradotto in numeri semplici mille dollari l’anno in media per ogni cittadino statunitense, per chi ama le graduatorie segue la Cina con un terzo della spesa totale USA pur avendo il quadruplo degli abitanti e condizioni sociali peggiori, e per chiarezza non bisogna dimenticare che l’incidenza del diabete tipo 2 , il più diffuso, ha origini abbastanza chiare mentre il tipo 1 intriga ancora i ricercatori.
Di chi sia la responsabilità di tutto ciò sentendo le varie fonti di informazione tra regolatori, produttori, cittadini e medici non è dato sapere per certo, da noi si dice che la colpa è del gatto quando nessuno si offre come capro espiatorio……..
Naturalmente tutte queste considerazioni, forse fuori tema, si fanno non per sterile campanilismo ma solo per avere le idee più chiare quando ci si confronta, dal momento che nessuna società è veramente al sicuro.
Dopodichè sottoscrivo parole di altri, fidatevi pure se volete ma permetteteci di avere obiezioni fondate sul sistema globale di validazione, ovvero la scienza interpretata dall’uomo.
Il punto, qui, è il segnale, l’evoluzione dei tempi. La classificazione GRAS non è il massimo, e comunque EU e USA sono anche diversi, in queste materie, ma è anche vero che non si sta parlando di cibi di sintesi, come erroneamente si dice, ma di colture cellulari di ciò che mangiamo da quando siamo bipedi o poco dopo: tessuti muscolari. Comunque, non è così importante: il fatto è che se viene approvata lì, presto lo sarà anche qui. Del resto a Singapore la mangiano ormai da tre anni e a nessuno sono spuntati tre nasi.
Quanto al sovranismo alimentare, è lo specchio dei tempi, soprattutto in Italia: oltre a tutta una serie di errori più o meno involontari e di informazioni errate veicolate anche da ministri, e da giornali (il corriere, poche domeniche fa, parlava di carne clonata…) stupisce la visione, che arriva sempre e solo al massimo alle Alpi, o a Lampedusa. Come se le conseguenze della crisi climatica, arrivate al Brennero, dicessero: ah no, qui non andiamo, c’è il Made in Italy!. A parte la totale assenza di considerazione per qualche miliardo di esseri umani che ne paga le conseguenze, non si pensa neppure alla “nazione”. Peggio: ci si illude di fermare processi inesorabili, che cercano di trovare soluzioni innovative per salvare il pianeta, solo per tutelare gli interessi di lobby fortissime e per restare a un modello alimentare che, essendo 8 miliardi ed essendo messi come siamo messi, semplicemente, non ci possiamo più permettere. Tra i primi provvedimenti: ennesimo rinvio della sugar tax, e lotta al nutriscore: due provvedimenti che – come dimostrano decine di studi – sono molto efficaci. In nome di cosa? Salvare qualche posto di lavoro (e quindi qualche voto) destinato comunque ad andare perso, se non ridimensionato, per qualche mese o anno, tanto della salute (e di chi paga le cure) chi se ne importa? E ancora peggio: si imposta la discussione come si fa con altre cose, come il fine vita, sempre in base a divieti, minacce, terrorismo psicologico: allargare le scelte non significa mai obbligare a compiere quelle scelte. Se anche fosse in vendita domani, nessuno sarebbe obbligato a mangiare carne o pesce coltivato. Sarebbe solo una possibilità in più, per chi vuole mangiare alimenti animali senza contribuire all’impronta ambientale mostruosa della carne da allevamento (oltre a tutto il resto come la resistenza agli antibiotici eccetera) e alla sofferenza degli animali.
Sarebbe perfetto se il problema degli 8 miliardi fosse limitato al cibo. È che gli 8 miliardi vogliono ciascuno, legittimamente, una bella casa con tutti i confort della vita moderna, un’auto, vedere il mondo, sicurezza, etc,etc..
Risolto il problema del cibo ne restano altri cento, perlopiù irrisolvibili date le dimensioni del pianeta e le materie prime disponibili, che già al momento, consumiamo scriteriatamente. Le rinnovabili in genere finiscono a Luglio e arriviamo a Dicembre depredando il depredabile, finchè a questo ritmo sarà tutto esaurito ben prima che si ponga il problema degli eventuali cambiamenti climatici.
In Italia abbiamo 5.000mq a testa, inclusi laghi, monti, pietraie, case, strade e giardini. Sono molto pochi, insufficienti anche per il cibo, ma almeno non stiamo crescendo.
Un intero continente, l’Africa, in 70 anni ha moltiplicato per 6 la popolazione e non accenna a invertire la rotta. L’India è riuscita a sorpassare la Cina per popolazione.
Urgono prese di coscienza, ma non pare trovarsi nessuno con la necessaria lungimiranza.
Se l’idea è nutrire miliardi di persone con muscoli coltivati, si sposta il problema dal come produrre sufficiente cibo per tutti al come produrre nutrimento per i bioreattori in modo sostenibile, per creare montagne di muscoli coltivati. Niente si crea dal nulla.
Singapore ha approvato la carne coltivata nel dicembre 2020, meno di 2 anni fa, un po’ poco per riuscire a far crescere tre nasi.
Cosa abbia approvato FDA lo sanno solo loro, infatti hanno ribaltato il principio di precauzione con va bene fino a prova contraria.
I produttori sono in piena sperimentazione, vengono usati funghi, batteri, piante per i processi con tecnologie diverse. Non è poi estranea l’ingegneria genetica, che entra nel quadro delle selezioni delle linee cellulari.
Infine, amminoacidi, zuccheri, sali inorganici, proteine ricombinanti, fattori di crescita, ormoni, etc, etc..
La lista di ingredienti e processi è lunghetta. Semplificare eccessivamente come mi pare venga fatto sull’onda dell’entusiasmo potrebbe essere, come sempre in questi casi, poco lungimirante.
Non mi aspetto che FDA sia sensibile a critiche men che meno ai nostri commenti da bar e le cose andranno avanti come si decide ai piani alti della governance finanziaria mondiale.
Due cose potevano essere risparmiate, la storiella dei tre nasi e che l’opzione di laboratorio sia una semplice scelta in più- una delle tante disponibili., con tutto quel dispiegamento di risorse che accompagna l’oggetto………..
Ma, a proposito dei tre nasi, non potete fare finta che i numeri che ho citato nei commenti precedenti non esistano veramente e non si riferiscono solo al problema diabete ma anche obesità dipendenze da sostanze varie ed altri ancora che conoscete bene, sapete benissimo che non è questione di sovranismo di nessun genere ma di informazione vera.
E di conseguenza mi aspetterei dalla informazione un maggiore sforzo critico verso organismi che predicano tranquillità e sicurezza ma falliscono clamorosamente nei fatti concreti e continuano a governare il mondo applauditi e osannati.
Non posso rinunciare ad una ultima osservazione presa da una delle fonti più genuinamente a favore della ricerca genetica:
https://crispr.blog/2022/11/29/la-faccia-piu-buia-del-genoma/
https://www.lescienze.it/news/2022/11/28/news/le_scienze_di_dicembre-10716262/
“Fare luce sul genoma oscuro”
——-Su Le Scienze di dicembre, ora in edicola, c’è una lunga ricognizione nell’ignoroma. Sì, avete letto bene: l’ignoroma è il genoma di cui ignoriamo tutto o quasi e ammonta a circa un terzo del totale. Li chiamano geni dark (oscuri) proprio perché sono sottostudiati, di solito infatti i ricercatori preferiscono concentrarsi su target più vicini al traguardo delle applicazioni cliniche. Ma tra questi elementi trascurati potrebbero nascondersi i farmaci blockbuster del futuro. Ne ho parlato con il bioinformatico danese Søren Brunak e con due vincitrici del primo bando Telethon dedicato al “dark genome”. Enza Maria Valente e Silvia Nicolis si occupano entrambe di genetica del neurosviluppo, anche se si concentrano su malattie differenti.
[NB: tra gli strumenti utili per fare luce sui geni che sono ancora enigmatici, nonostante siano passati oltre vent’anni dal sequenziamento del genoma, ovviamente, c’è anche CRISPR]————–
A parte le frasi di incoraggiamento e un certo umorismo nella definizione IGNOROMA quello che mi ha colpito, e mi manda in corto circuito, è che almeno un terzo delle funzioni del genoma è ancora oscura ma si sente pontificare da autorità mondiali che quello che si fa è destinato indubbiamente ad avere successo ed è sicuro per l’uso alimentare, un pò come quelli che pilotano l’aereo mentre è ancora in costruzione.
Secondo me l’importante è che venga lasciata totale libertà di scelta. Quindi non passare da qualcosa di approvato per un presunto benessere animale e di salvaguardia ambientale, ancora tutti da dimostrare, fino all’eliminazione della carne macellata per costringere i consumatori a mangiare solo la carne da laboratorio. Io, finché sarà possibile, continuerò a mangiare bistecche & C. Dopotutto, ultimamente, la presunta “scienza” non è che si sia dimostrata affidabile, ma solo indisponibile a dibattiti e confronti.