A Expo giocate nel parco Kinder Ferrero e mangiate un Happy Meal da McDonald’s. Lo consigliano il ministro della pubblica istruzione e l’assessore della scuola della Lombardia
A Expo giocate nel parco Kinder Ferrero e mangiate un Happy Meal da McDonald’s. Lo consigliano il ministro della pubblica istruzione e l’assessore della scuola della Lombardia
Roberto La Pira 6 Maggio 2015«No!» È quanto viene voglia di rispondere all’invito dell’assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro della Lombardia Valentina Aprea agli studenti delle scuole della regione ad andare a mangiare un Happy Meal nel padiglione allestito da McDonald’s a Expo 2015. Anche il ministro dell’istruzione Stefania Giannini non si è risparmiata e, per motivi difficilmente comprensibili, ha inaugurato il parco Kinder Ferrero costruito all’interno dell’esposizione universale. Le storie sono purtroppo vere e c’è da chiedersi se siano ascrivibili a una scelta politica o a un difetto di riflessione e opportunità.
Ma veniamo alla cronaca. Il 5 maggio 2015 un comunicato stampa di Expo annuncia l’inizio delle visite degli studenti. In questo frangente si annuncia il “progetto scuola”, promosso con il Ministero dell’istruzione, il Padiglione Italia e la collaborazione del Ministero delle politiche agricole per coinvolgere tutte le scuole di ogni ordine e grado. La sorpresa arriva con la partecipazione del ministro dell’istruzione Stefania Giannini all’inaugurazione dello spazio Kinder Sport. Chi non ha visitato Expo deve sapere che il parco giochi occupa uno spazio simile a quello del padiglione della Francia o della Germania (considerati tra i più grandi dell’evento).
Nel corso dell’incontro Giannini dice «Abbiamo un’occasione importante per portare un messaggio di riequilibrio dei molti scompensi che il mondo contiene. Buona scuola, vuol dire anche sfida all’obesità. La scuola che stiamo costruendo prevede l’attività motoria fin dalla primaria». Ci risulta difficile comprendere perché un Ministro metta la propria faccia a fianco di un parco giochi realizzato da un’azienda che propone modelli alimentari da evitare. La cronaca ricorda un analogo episodio nel 2010, quando il Ministro dell’agricoltura Luca Zaia diventa testimonial di McDonald’s e si fa fotografare con un grembiulino mentre addenta un panino dedicato all’Italia.
Il secondo episodio riguarda McDonald’s che pochi giorni fa ha convinto l’assessore all’istruzione della Regione Lombardia Valentina Aprea a inviare una lettera ai direttori delle scuole invitando gli alunni ad andare a mangiare un Happy Meal nello stand di Expo. In questo modo i ragazzi riceveranno un gelato gratis, mentre gli adulti avranno uno sconto del 50%. Nella lettera si ricorda che l’offerta è valida solo per il mese di maggio. Tutto ciò risulta abbastanza incomprensibile visto che Ferrero e McDonald’s propongono alimenti che vanno consumati solo saltuariamente. Le loro campagne pubblicitarie sono state censurate più volte perché proponevano dei modelli di consumo in contrasto con quanto consigliato dai nutrizionisti, incidendo sul comportamento a tavola dei giovani e dei bambini.
L’invito di Valentina Aprea e la presenza del Ministro Giannini sono quanto meno “inopportuni”. In realtà sono il frutto di un atteggiamento spudorato delle grandi imprese che, proseguendo su questa strada, e avendo grossi capitali da investire in marketing hanno avviato una forte campagna di “social e green-washing” . Proseguendo su questa strada potrebbero chiedere e magari riuscire a installare distributori di merendine e bibite dolci nelle scuole. Dopo la partecipazione a Expo e il riconoscimento ufficiale di ministri e assessori tutte le porte si possono aprire.
Roberto La Pira
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.
Ma possibile che vengano sempre presentati gli aspetti negativi di Expo? Quella che dovrebbe essere una festa, con anche aspetti positivi, sembra un funerale
Ma certo che è una festa, per chi si è intascato il denaro pubblico e per le multinazionali che ci vendono cibo spazzatura con ministri e assessori come testimonial!
mi dici un aspetto positivo?
Di certo e’ una festa per le multinazionali che si ritrovano come testimonial ministri e assessori….
hai ragione l’expo e’ una festa ma per gli amici degli amici…
Stefano se non ti vengono in mente aspetti positivi credo tu sia in cattiva fede.
Hai la possibilità di assaggiare le specialità di tutto il mondo, di luoghi dove non andresti mai neppure per sbaglio, oltre che arte cultura architettura… capisco la provocazione ma è insignificante
Non dovrebbe stupire, i soldi comprano tutto: dagli alleati alle amicizie, dalle parole ai sorrisi. Expo non fa differenza…è una manifestazione basata sui miliardi e sulle multinazionali. La coscienza che si deve svegliare verso il cibo sano (e un mondo sano) non è la loro ma la nostra. Inutili le campagne se io genitore me ne frego della salute dei miei figli e di chi amo. Non è colpa di McDonald’s. Non è colpa di Expo.
infatti bisogna assolutamente informarsi prima di giudicare
COntrollate la provenienza dei cibi McDonald’s e sicuramente dovrete ricredervi
Garantisce la migliore qualità e igiene!
Peccato che tutti parlino senza conoscere
Il mio punto di vista sull’Expo è il più comune che si possa immaginare, quello di un qualsiasi cittadino della nostra serenissima repubblica italiana. Io amo scrivere, infatti, cose condivise dalla moltitudine, questo mi dà molta soddisfazione. Qui da noi è riconosciuto il diritto di ciascuno a gestire una impresa di produzione e vendita di alimenti, e di pubblicizzarla. E naturalmente è permesso a chiunque di comprarne e usarne i prodotti. Non solo è permesso, ma ci sono regole giuste e dettagliate per esercitare i diritti che ho detto. Inoltre, non devono essere occultate queste attività, o essere adulterate, dando a un prodotto un nome, un’etichetta ingannevole. Tutto ciò usando il buon senso e la buona fede. Il malanimo non è vietato, ma non è proprio della popolazione, semmai degli aspiranti capo-popolo, di chi sogna di comandare su masse di ignoranti malcontenti. Quindi, concludo, benvenuti gli ESPOSITORI di prodotti alimentari, fieri di loro stessi e lì a mostrare la loro merce migliore. Se i ragazzi vengono invitati a provare prodotti di ampio commercio, sapranno ben scegliere poi, senza pregiudizi DI REGIME, fra un panino o una bevanda “casalinga” oppure una “multinazionale”, senza farsi troppo influenzare dal Fratello Maggiore di turno al governo, che richiede poi il pizzo dal più ricco fornitore.
La sua è un’analisi che dimentica un elemento in questo schema ed è la pubblicità. Questa componente e la leva del marketing che orienta, convince ed è proprio quello che funziona per i ragazzi. Oppure pensa che Ferrero, Coca-Cola e McDonald’s abbiano investito milioni di euro per “Nutrire il mondo”. Quando parla dei ragazzi come essere indipendenti che ragionano al di fuori dell’influenza della pubblicità penso che lei stia vivendo in un altro mondo
È un funerale al buongusto, in tutti i sensi.
Dott. La Pira, il fatto che le multinazionali investano milioni nel marketing è la conseguenza, non la causa, del fatto che la gente se ne sbatte di informarsi sulla corretta alimentazione da seguire e non ha un minimo di spirito critico. E purtroppo non c’è nessuno, nella stanza dei bottoni di questo Paese, che si preoccupa di fare in modo che queste persone possano sviluppare questo spirito critico nei confronti dell’alimentazione e non solo.
Sono le stesse persone che si fanno abbindolare e scucire migliaia di euro dai maghi in tv, o le stesse persone che si riducono in “povertà” acquistando a rate prodotti di vario genere che non possono in realtà permettersi. O le stesse persone che si riducono sul lastrico buttando lo stipendio/pensione al videopoker…
Non è mettendoli sotto una campana di vetro per evitare “i rischi” che si fa il loro/nostro bene. Bisogna investire sulle persone, facendo quindi in modo che sappiano decidere e scegliere consapevolmente e i benefici di questo investimento non ssarebbero solo legati all’alimentazione, ma a tutti gli aspetti della vita.
Purtroppo, questo nessuno lo fa in Italia e purtroppo nessuno (o pochi) sollevano questa necessità anche qui o su altri siti specializzati. Si preferisce invece sollevare le persone dalla proprie responsabilità (ma la vita è tua, non è forse il caso che ti preoccupi di come la vivi, compreso ciò che mangi?!) e incolpare altre figure…
E anche in questo articolo, inizialmente venivano giustamente messe in evidenza le responsabilità degli “amministratori” di questo Paese e l’inopportunità di certi loro atteggiamenti, ma nel suo commento successivo emerge la solita accusa a McDonald’s, Ferrero e alle loro campagne di marketing… E non sto sostenendo che le sue accuse siano in malafede o frutto di accanimento, dico solo che dal mio punto di vista, visto quanto ho premesso, lei stia sbagliando obiettivo…
leggo che “Bisogna investire sulle persone, facendo quindi in modo che sappiano decidere e scegliere” ed allora quale miglior investimento che cercare di informare non solo sulle qualità del prodotto, ma anche sulle “tattiche” pubblicitarie mascherate?
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Che uno spot in tv è una cosa, ma una lettera dell’assessore è ben altro…
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Sarebbe oltremodo interessante, in modo di fare chiarezza, sapere dall’assessore in questione le ragioni che l’hanno motivata ad inviare una lettera che, girala come vuoi, appare come minimo fuori luogo e fuori ruolo (dell’assessore).
Alessandro
condivido in gran parte il suo commento
e , non certo per difendere l’autore, ora mi viene in mente una frase ……….”si fa quel che si può”
l’intento non credo sia creare campane di vetro ma di far riflettere
cosa bisognerebbe fare? ignorare queste tipologie di clientelismo parlando solo di cosa non fanno i governanti per svegliare DI STATO le coscienze ?
Paoloblog, forse non sono stato chiaro io. E’ chiaro e concordo con quello che dice: informare e spiegare le tattiche di marketing anche se io lo vedo come una parte di un più complesso progetto di informazione ed educazione del consumatore. Quello che io contestavo è sostenere che queste tattiche di marketing siano la causa del problema. Come ho cercato di esporre in modo più approfondito nel commento precedente, a mio parere queste tattiche sono le conseguenze di qualcosa, non le cause. E per risolvere un problema in modo efficace bisogna agire sulle cause, non sulle conseguenze.
Alcuni giorni fa ho letto un commento di David Allegranti che in merito proprio alle polemiche sulla massiccia presenza di McDonald’s all’Expo si chiedeva (cito a memoria) se il problema dei bambini obesi siano queste multinazionali del cibo spazzatura oppure i genitori dei bambini…
Dal mio punto di vista, buona la seconda, ed infatti qualche settimana fa in un post dedicato per l’appunto all’assenza di molti genitori nell’educazione, anche alimentare, dei figli, citavo un aneddoto personale che si agganciava, neanche a farlo apposta, alla Nutella
Vedi: http://paoblog.net/2013/12/03/persone-51/
Le fondamenta dell’educazione alimentare, perciò, si trovano in famiglia e, in seconda battuta, nella scuola, quindi sostanzialmente siamo d’accordo, credo.
Resto però dell’idea che finchè queste multinazionali, al di là della qualità del prodotto in sè, insisteranno su pubblicità pianificate a tavolino e mirate a “colpire” e “plasmare” i più giovani, va da sè che il lavoro educativo delle famiglie sarà più arduo, e pertanto sia necessario agire sia sulle cause che sulle conseguenze, perchè queste ultime sono figlie di comportamenti errati che, se affrontati in tempo, sono modificabili.
E cambiare i comportamenti del consumatore finale, potrebbe portare a ridurre la Domanda che è alla base del meccanismo che porta ad Offrire in base alla Domanda.
Uscendo un attimo dall’argomento specifico ed entrando in quello del boiccottaggio del singolo prodotto/marchio, penso a quanto successo in Israele con il formaggio “Cottage”. La massa dei consumatori, se agisce in modo compatto può far cambiare rotta alle aziende che, di loro iniziativa non lo faranno mai (ovviamente).
Per cui, secondo me, serve formare un consumatore diverso, più consapevole e questo si può fare lavorando sulle “conseguenze”.
questo il mio bost sul mio blog di cucina generazionale il giorno dell’apertura dell’expo.
Oggi è il primo maggio, ed è anche il giorno dell’ inaugurazione dell’expo.
Io (quindi non “parlo” per Mattia) mi voglio dissociare da questo evento. Sinceramente lo aspettavo con ansia, mi ritengo una persona curiosa e adoro le cucine di tutto mondo.Quindi quale occasione migliore dell’expo per girare il mondo stando a soli 200 km da casa??? Il progetto doveva essere una distesa di verde, un vero e proprio polmone verde con tanta acqua, pieno di colture/culture da tutto il mondo, niente cementificazione e strutture espositive leggere ed aeree. Quindi, mettendo da parte tutte le schifezze come gli scandali economici, gli appalti truccati, la vergogna per la solita politica italiana e specialmente i black block di cui non voglio nemmeno parlare, tutto il progetto non è stato realizzato com’era stato approvato. Ma la cosa che mi ha fatto più infuriare è stata la scelta dei big sponsor dell’evento, che vi ricordo, ha come slogan è “nutrire il pianeta”: Mc Donald’s, Coca Cola e Nestlè.
Tre aziende che istigano tutti i giorni, attraverso spot vergognosi (vedi l’ultimo della MC Donald che scredita la pizza, NO COMENT), i nostri figli al consumo smodato di zuccheri, olio di palma e carni estrogenate.
Ecco diciamo che NON CI STO e lancio un mio personale ciclo di 6 mesi di ricette da tutto il mondo… restate collegati…
Si però vi lamentate tanto ma chi di noi non ha mai mangiato le barrette Kinder la Nutella e quant’altro.. Specialmente quando eravamo più piccoli ed era un piacere al palato indescrivibile.. Ora che si è adulti dobbiamo noi stessi capire come alimentarci visto che abbiamo a disposizione mille informazioni.Mia madre mi ha cresciuta con una sana alimentazione e la ringrazio tanto
Avete mai mangiato un pezzo di pane con i pomodori baciati dal sole sotto un bellissimo albero d’olivo ?Io conosco i sapori di una volta e vi assicuro che la tradizione di una cultura è vita per le generazioni future.Noi persone non siamo merce dove il marketing può fare il bello e cattivo tempo.Tornare ai profumi del passato è vita.
Anna, sicuramente condivisibile, ma dipende anche da cosa vuol dire “una volta”..
Ti ricordi anche il sapore del DDT?
Quest’articolo è l’ennesima riprova che questa testata ha il dente avvelenato contro Ferrero,a prescindere e senza motivazioni. Una cosa è offrire sconti ai bimbi nelle scuole per acquistare un happy meal. Pressioni gravi che non andrebbero mai fatte, a prescindere del bene pubblicizzato, proprio perchè i destinatari sono bambini. Un’altra è quella di dedicare uno spazio ai bimbi all’esposizione promuovendo stili di vita sani e la cultura dello sport fin da piccoli.Inoltre, la presenza del ministro dell’istruzione non è affatto “misteriosa”: il progetto è realizzato in collaborazione con MIUR e Coni. E tra l’altro, è da anni che ferrero sponzorizza svariati sport, in collaborazione con vari enti e fin dalle età più piccole.
L’idea che il Miur organizzi con Ferrero fa inorridire. Abbiamo sempre criticato McDonald’s e Coca-Cola che in USA finanziano le scuole in cambio di distributori e della possibilità di avere un punto vendita all’interno . Qual è la differenza con Ferrero? La cattiva informazione alimentare bisogna iniziare a farla ai bambini piccoli.
Una cosa è finanziare scuole per avere punti vendita e distributori all’interno delle stesse per promuovere cibi poco sani. Un’altra è organizzare progetti sportivi. Ferrero col miur organizza e promuove gare e iniziative sportive all’interno della scuola, a cui mio figlio stesso ha partecipato. Forse si sta facendo di tutta l’erba un fascio…
Il primo passo e organizzare gare sportive e poi si fa il resto. Come può pensare che uno sponsor faccia questo solo per un motivo filantropico?
Promuovere stili di vita sani che prevedano l’utilizzo di prodotti Ferrero è una contraddizione in termini! Detto questo Ferrero sponsorizzi pure quello che vuole e il ministero faccia le campagne che ritiene opportune senza “inquinarle” con il supporto peloso di questa o quella marca.
Paoloblog, non voglio insisetere nè convincere nessuno. Io credo che agire sulle “conseguenze” invece che sulle cause abbia la stessa valenza di andare dal dentista a farsi curare i denti invece di imparare a lavarli correttamente per evitare che si danneggino…
Senza contare che rendere il consumatore consapevole lo renderebbe forte e protetto anche verso altri rischi e non solo verso il rischio specifico dal quale lo si vuole difendere. Una cosa è dire “l’olio di palma fa male” (cosa peraltro non vera in senso assoluto, ma sto estremizzando il concetto) un’altra è far presente perchè è il caso di consumarne con moderazione, informare circa la composizione di acidi grassi saturi e magari quello stesso consumatore capirebbe da solo che è il caso di prestare attenzione anche ad altri grassi (burro, strutto…) che magari con Nutella non c’entrano nulla, ma che sono usati forse con eccessiva “leggerezza” nella vita di tutti i giorni. E’ più facile che quello stesso consumatore poi si faccia delle domande e si ponga dei problemi dal punti di vista alimentare che altrimenti non si porrebbe.
@Alessandro, non si tratta di convincere, ma di leggere bene; io ho scritto “….sia necessario agire sia sulle cause che sulle conseguenze” … per cui non è che le nostre posizioni siano lontane, in realtà 😉 semplicemente ritengo sia il caso di lavorare su più fronti.
Oggi la Regione Lazio ha firmato un accordo con Ferrero per produrre altri 10000 ettari di Nocciola Romana e per il miglioramento di un impianto di trasformazione nel viterbese. La produzione di nocciola in quella parte della regione è una delle principali fonti di reddito ed ha pure un riconoscimento DOP. Cosa doveva fare la mia Regione, rifiutarsi di firmare con questa terribile multinazionale?
Una cosa è firmare un accordo per piantare nocciole un’altra cosa è fare un programma per le scuole o dare la sponsorizzazione a iniziative nelle scuole o per le scuole per i giovani e i bambini targati Kinder Ferrero. Non trova?
Mi scusi ma le nocciole a che servono a Ferrero se non a produrre i suoi prodotti? I prodooti Ferrero sono legati alle nocciole del viterbese. Sono questi agricoltori complici allora di Ferrero? Lei mi sembra che si dimentichi che se Ferrero vende utilizzando i prodotti del viterbese aumenta il valore economico di quella parte d’Italia. Ferrero è un’opportunità di crescita per il territorio. O si deve vietare agli agricoltori e alla Regione Lazio di firmare questi accordi perché Ferrero fa iniziative nelle scuole, tra l’altro proponendo stili di consumo equilibrati ed esaltando la necessità di fare movimento. Oppure si deve vietare di fare questi accordi perché, come spesso la sua testata da ad intendere, il prodotto della Ferrero è pericoloso, cattivo e di scarsa qualità e quindi non deve essere consumato? Non trovo altre giustificazioni altrimenti al suo articolo.
Mi scusi ma cosa c’entra l’agricoltura con la presenza di Ferrero nelle scuole e con l’avvallo di un ministro della pubblica istruzione ad un’iniziativa privata di un prodotto come Kinder affiancato ai bambini.
Grazie a Roberto e alla redazione de Il Fatto Alimentare come sempre per dare informazioni senza avere nessun tipo di timore, ma soprattutto per offrire informazioni senza sposare nessuna causa se non quella della salute e dei fatti.
Sono perfettamente in accordo con La Pira. Bene expo, secondo me ok la presenza di tutti, ma non capisco cosa ci azzeccano i politici in questo caso.
Inoltre in precedenti post si denunciava una scarsa indipendenza di Ministeri, Politici e giornalisti dalle associazioni di categoria e multinazionali.
Non è il caso di aprire una riflessione sul fatto che l’informazione, la qualità e la cultura si possono fare anche senza sponsor, ma con scienza, coscienza ed indipendenza ?
non bisogna stupirsi se abbiamo politici che fanno propaganda al cibo spazzatura
abbiamo quello che ci meritiamo è scandaloso che vengano invogliati bambini delle scuole a frequentare questi luoghi poi contrariamente a questo fanno propaganda e convegni sulla alimentazione sana questi politici non sono attendibili e spesso non sanno nulla sull’argomento
anche expo non è altro che nutrire le multinazionali e bandire i problemi veri sulla alimentazione mondiale
comunque grazie al fatto alimentare che quotidianamente ci tiene informati delle schifezze che siamo costretti a reperire
io sono contento di essere vegano e tanti problemi li ho evitati
ciao