L’Europa e il cibo di domani: meno carne e sprechi, più bioeconomia e innovazione. Tutte le raccomandazioni per un futuro più sostenibile
L’Europa e il cibo di domani: meno carne e sprechi, più bioeconomia e innovazione. Tutte le raccomandazioni per un futuro più sostenibile
Agnese Codignola 16 Gennaio 2018Non si può più aspettare: è il momento di intraprendere tutte le azioni necessarie a garantire l’accesso al cibo al maggior numero possibile di persone, visto che il pianeta è sempre più esausto, e la popolazione mondiale cresce. E per essere realmente incisivi è indispensabile che nel prendere provvedimenti si risponda a una visione globale: quella fornita dal rapporto appena pubblicato dallo European Academies Science Advisory Council (EASAC), un’organizzazione che mette insieme 130 enti accademici europei, compresi alcuni centri svizzeri e norvegesi, e parte di un progetto che vedrà, nella prima metà del 2018, la pubblicazione di rapporti analoghi ma focalizzati sulle Americhe, sull’Africa e sull’Asia.
Il documento, complesso e articolato (un’ottantina le pagine in totale), affronta tutti gli aspetti del ciclo alimentare: dalla produzione alla sicurezza in termini di contaminazioni e contraffazioni, dal ruolo dei nuovi alimenti (a cominciare da quelli presentati in Expo a Milano nel 2015, per arrivare agli insetti e alla carne artificiale), dall’agricoltura e all’allevamento sostenibile alle pubblicità, dalle campagne educazionali alla malnutrizione e over-nutrizione fino allo spreco, e altro ancora. Per riassumere, si possono schematizzare i consigli in tre argomenti principali.
1. Consumo di cibo e cambiamenti necessari per migliorare la salute:
- Per il bene della salute umana e dell’ambiente, l’alimentazione deve cambiare. È necessario conoscere la risposta delle persone al cibo e individuare gli specifici bisogni, soprattutto per i gruppi più vulnerabili.
- È indispensabile diminuire il consumo di proteine animali.
- È fondamentale vietare tutte le pratiche che incentivano, con prezzi bassissimi, il consumo di junk food e di alimenti pessimi dal punto di vista nutrizionale e dannosi per l’ambiente come la carne a prezzi stracciati.
- È urgente verificare la sostenibilità ambientale anche delle diete buone dal punto di vista nutrizionale.
- Bisogna migliorare con urgenza i controlli al fine di individuare le fonti di contaminazioni e rendere il cibo più sicuro.
- Gli stati europei devono creare una rete di dati che fornisca una visione chiara sullo spreco di cibo e valuti la resa delle iniziative tese a contenerlo. Parallelamente, bisogna promuovere la ricerca nel campo, valutando tanto il contenimento a valle quanto quello all’origine, secondo i criteri della bioeconomia e dell’economia circolare.
2. Allevamento e agricoltura:
- Gli stati europei devono sostenere anche le politiche innovative e non solo i contadini. In Europa, un’agricoltura innovativa è fondamentale per lo sviluppo economico e per questo le autorità devono puntare molto di più sulla bioeconomia sostenibile.
- L’Europa dipende dalle importazioni tanto per il cibo quanto per il nutrimento degli animali, e questo la rende vulnerabile di fronte ai mercati e alle sue oscillazioni. Al tempo stesso fa aumentare la sua impronta ambientale soprattutto rispetto ai paesi più poveri, dove spesso vengono coltivati o allevati i prodotti che essa importa. Tutto ciò deve cambiare, sia nella direzione di una maggiore autonomia sia in quella di scambi equi con i paesi più fragili.
- Il continente deve ridurre le emissioni di metano e gas serra derivanti dagli allevamenti, soprattutto modificando le condizioni dei grandi agglomerati di animali attraverso innovazioni tecnologiche e scoraggiando la richiesta di carne.
- L’Europa deve al tempo stesso incentivare il consumo di alimenti derivanti dai mari (ottenuti con pratiche sostenibili), di carni artificiali e di insetti, con adeguate campagne di informazione che aiutino i consumatori ad accettare prodotti innovativi nelle loro diete.
- È necessario incentivare le ricerche sulla carne in vitro, che ha un impatto ambientale nettamente più basso rispetto a quello della carne da allevamento;
- L’Europa deve promuovere studi focalizzati sulla biodiversità, sul ruolo del suolo e dei diversi ambienti nella cattura della CO2 e sui conti della bioeconomia.
3. L’editing genomico e l’agricoltura di precisione:
- I paesi europei devono sostenere le ricerche sull’editing genetico, e fare tesoro dei risultati raggiunti tanto in agricoltura quanto nell’allevamento e per la salute degli animali.
- Dal punto di vista di piante e animali, è importante preservare le specie originarie, studiarne il genoma in ogni particolare, al fine di poter sfruttare al meglio quanto la tecnologia e gli studi prospettano.
- L’agricoltura di precisione può garantire uno sfruttamento delle risorse molto più razionale, con miglioramenti della produttività e dell’impatto ambientale. È importante però che i dati siano condivisi e che le ricerche riguardino anche i rischi e i possibili imprevisti per la salute e per l’ambiente.
Questi gli aspetti fondamentali evidenziati nel rapporto, che insiste sulla necessità di disporre di dati basati sulle prove scientifiche come base per qualunque politica innovativa. Ciò che emerge è la visione globale di tutto il sistema, e la necessità di allargare la cooperazione scientifica e decisionale per affrontare le sfide del futuro prossimo con provvedimenti, approcci e soluzioni efficaci e durevoli.
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Giornalista scientifica
Un elenco infinito di buone e meno condivisibili idee, che manca però della priorità più semplice e banale:
ridurre le porzioni e le calorie nei pasti di popolazioni obese, ipernutrite e peggio educate sulle proprie necessità caloriche e qualitative del cibo.
Riducendo di un terzo la quantità di cibo assunto e lo spreco alimentare in atto, si potrebbe sfamare tutta la popolazione umana attualmente denutrita, rendendo contemporaneamente sostenibile il ciclo produttivo agroalimentare.
” L’Europa deve al tempo stesso incentivare il consumo di alimenti derivanti dai mari (ottenuti con pratiche sostenibili), di carni artificiali e di insetti,” !!!!!!!! ?????? ma è così difficile rendersi conto dell’attuale situazione e semplicemente sostituire le proteine animali con quelle vegetali?
Come si può pensare a consumare alimenti derivanti dai mari “con pratiche sostenibili”? C’è un drasticissimo calo della fauna marina ( http://www.fao.org/3/a-i5555e.pdf ), MILIONI di tonnellate di pesce morto vengono ributtate in mare…. ma ci rendiamo conto di quello che sta accadendo oppure no?
Appunto, sostenibile. Cosa non ti è chiaro della parola SOS-TE-NI-BI-LE.
Il problema è passare dai buoni propositi ai fatti concreti.ma purtroppo contano di più gli interessi economici che limitano di fatto il bene comune.
Ma mangiateli voi insetti e carni artificiali.
Fino a quando poi ci direte tra qualche anno, in un nuovo articolo, che anche grilli e bruchi non saranno più ecosostenibili.
Coltivatele voi quinoa e avocado per i ricchi popoli del nord deforestando chilometri quadrati di verde!
Mi pare che l’argomento sia tanto di attualità da convincerci che mangiando insetti e quant’altro sia meglio della carne !!!!???? sbaglio o possiamo essere liberi di nutrirci come ci pare ? in fondo tutto questo “benessere” è stato creato appositamente per fare soldi, dando la possibilità alla grandi aziende di operare a proprio uso e consumo. Proteine, carboidrati, fibre… ma di cosa stiamo palando ? secondo me tutte chiacchiere da bar ! Non parliamo poi del pesce….. ma chi se lo può permettere di mangiare pesce almeno due volte la settimana, come sovente si sene dire ? tutti i santi giorni si hanno notizie dell’impoverimento delle popolazioni e che la percentuale di quelli che sono sulla soglia della povertà è altissima, e si possono permettere di mangiare pesce, con quello che costa ! ma fatemi il piacere….. Tutti voremmo……. ! ma solo pochi possono.