Le etichette sono una questione molto dibattuta anche negli Stati Uniti, oltre che in Europa. Secondo i primi risultati di una indagine dell’Institute of Medicine (Iom), potrebbero essere molto più utili ai consumatori se si limitassero a richiamare l’attenzione su calorie, grassi saturi, grassi trans e sodio. Cioè, più che vantare le proprietà e i benefici della salute, dovrebbero ammettere le loro colpe. Un punto di vista che difficilmente piacerà alle multinazionali alimentari.

Caroline Scott-Thomas, in un pezzo per Nutraingredients.com ricorda che la Food and Drug Administration (Fda) aveva annunciato già l’anno scorso la sua intenzione di esaminare gli healh claims, con la preoccupazione che potessero confondere i consumatori. In America i modelli di etichetta nutrizionale sono parecchi: alcuni avallati da organismi che si occupano di salute, altri che seguono criteri messi a punto da organizzazioni come il Whole Grains Council (un’associazione che promuove il consumo dei cereali intergrali) o dalle aziende alimentari stesse. Di fatto, nessuno dei simboli utilizzati sulle etichette è regolamentato dalla Fda.

Il gruppo di esperti dello Iom, sostenuto dal Centro per il controllo delle malattie e la prevenzione e dalla Fda, ha esaminato 20 etichette e schede descrittive messe sugli scaffali del supermercato, usate negli Usa e nel mondo.

La conclusione? Se le informazioni sulle confezioni servono per aiutare i consumatori a compiere scelte più salutari, è importane notare che le maggiori preoccupazioni sulla salute in America legate alla dieta sono obesità, malattie cardiocircolatorie, diabete di tipo 2 e alcuni tumori. Dunque, calorie, grassi saturi, grassi trans e sodio sono le sostanze che più si correlano a tali rischi, e molti americani ne consumano decisamente troppi. È ugualmente necessario che le informazioni nutrizionali siano chiare, rilevanti e con fondamento scientifico.

Sebbene tenere d’occhio gli altri elementi nutrizionali  –  come grassi totali, vitamine, fibre, minerali, proteine e zuccheri aggiunti – sia importante per una dieta salutare, il gruppo di esperti ritiene che non ci siano prove abbastanza convincenti del fatto che includere queste informazioni in etichetta sia davvero utile per aiutare i consumatori a fare delle scelte alimenti più corrette.

Tra l’altro, lo Iom ga sottolineato come i criteri per le etichette nutrizionali variano moltissimo, e talvolta sono in conflitto l’uno con l’altro o con le indicazioni delle schede informative sugli scaffali.

Nei prossimi mesi, il gruppo punterà l’attenzione sulla capacità di comprensione dei consumatori alle prese con le etichette stesse. E dovrebbe anche pronunciarsi sui pro e contro di un sistema di etichetta nutrizionale standard, uguale per tutti.

Mariateresa Truncellito

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