Trenta grandi produttori e rivenditori alimentari hanno annunciato il lancio della “Smart Label”, un’iniziativa che consentirà ai consumatori di avere informazioni su migliaia di prodotti, scannerizzando il codice a barre con lo smartphone. Le informazioni riguarderanno ingredienti, allergeni, benessere degli animali, politiche ambientali e anche la questione più controversa negli Usa quando si parla di etichettatura: la presenza di Ogm. Le informazioni saranno accessibili anche attraverso il computer e in alcuni casi, per chi non ha lo smartphone, anche al banco del negozio.
L’iniziativa è stata annunciata dalla Grocery Manufacturers Association, una società contraria all’etichettatura obbligatoria dei prodotti contenenti Ogm, e vi aderiscono colossi come Pepsi, ConAgra, Campbell Soup, Coca-Cola, Nestle, Hersey e Unilever. La “Smart Label” dovrebbe coprire circa trentamila prodotti entro la fine del 2017 e, secondo le proiezioni, l’80% dell’assortimento entro cinque anni. L’iniziativa è stata annunciata una settimana dopo che la Food and Drug Administration (FDA) ha autorizzato la commercializzazione del salmone geneticamente modificato, senza l’obbligo di riportare in etichetta questa caratteristica, sollevando molte contestazioni, tra cui un editoriale del New York Times.
I critici della “Smart Label” affermano che il vero scopo dell’iniziativa non è dare maggiori informazioni ai consumatori ma evitare che il Congresso decida di rendere obbligatoria l’indicazione sulla presenza di Ogm. Una delle critiche è che, nella “Smart Label”, la presenza o meno degli Ogm viene nascosta sotto la generica dicitura “Altre informazioni”. Secondo i promotori questa soluzione è stata scelta per venire incontro alle preoccupazione del Congresso, che ritengono di non dover stigmatizzare la presenza di Ogm.
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un’iniziativa, questa presa dalla GMA, che sembrerebbe senza dubbio positiva (almeno per chi possiede uno smartphone), se non fosse per la quantità di denaro che raccoglie dai propri associati e spende per fare pressione sui politici affinché non si arrivi mai ad una etichettatura obbligatoria per i cibi contenenti OGM negli USA.
Già è qualcosa, però non capisco perchè arrivare ad un codice per smartphone e non mettere etichette semplicemente scritte, alla fine ormai quasi tutti abbiamo uno smartphone e anche i più economici leggono i codici. Mah. Scelta discutibile. Penso che molti si astengano dal fare il noioso controllo del codice. Ci si metterebbe ore per fare una spesa semplice.
Se sotto la voce “Altre informazioni” si possono nascondere le origini OGM del prodotto, non solo è un’iniziativa inutile, ma molto dannosa per tutto quello che può essere volontariamente nascosto, perché essendo volontaria non ha obblighi e prescrizioni di legge come le etichette.
Affidandosi ad iniziative volontarie e potenzialmente fuorvianti come questa si fa distrazione di massa, quindi ritengo sia un’iniziativa da contrastare perché faziosa.