Etichette sul valore nutrizionale e su quanta attività fisica bisogna fare per smaltire le calorie: troppe informazioni sono controproducenti
Etichette sul valore nutrizionale e su quanta attività fisica bisogna fare per smaltire le calorie: troppe informazioni sono controproducenti
Agnese Codignola 26 Novembre 2020Le etichette nutrizionali e quelle che forniscono informazioni sulla qualità dell’alimento sono utili, ma la loro efficacia è sempre parziale, e dipende dal contenuto e dalla presentazione grafica. Se non viene posta la giusta attenzione al tipo di informazione trasmessa e alla modalità, il risultato può essere deludente. Più nello specifico, l’utilità di una classificazione in base al valore nutrizionale può risultare ridimensionata rispetto alle attese se, accanto a essa, viene posta un’indicazione di un genere completamente diverso, per esempio su quanta attività fisica bisogna fare per smaltire le calorie dell’alimento.
A giungere a questa conclusione sono stati i nutrizionisti e psicologi della Duke University statunitense e della Saw Swee Hock school of public health dell’Università di Singapore, che volevano verificare se unire due tipi di messaggi potesse portare a un esito sinergico. In particolare, volevano capire se il sistema in uso a Singapore, che prevede l’apposizione dello Healthier choice symbol, potesse essere migliorato. Quest’ultimo è una sorta di marchio di qualità, perché segnala prodotti che hanno ottenuto una valutazione positiva nell’ambito della classe cui appartengono. Per esempio, se si tratta di latte, il “bollino” viene dato a quelli con meno grassi. Tuttavia, questo simbolo non dice nulla sulle calorie, e può quindi portare a un risultato indesiderato, perché le persone possono consumare alimenti troppo calorici per via della certificazione, ritenendoli migliori.
L’idea era quindi verificare se unendo a questo il PAE, da Physical Activity Equivalent, un sistema che indica come smaltire le calorie assunte con il movimento, si potesse raggiungere una situazione migliore. A tale scopo gli autori hanno condotto una serie di test su cento volontari del paese asiatico. Come riferito su Appetite, i partecipanti sono stati suddivisi in tre gruppi: uno di controllo, con la possibilità di scegliere, in tre diverse sezioni, nel negozio online della Duke (chiamato NUSmart) solo alimenti senza alcun tipo di etichetta, uno al quale erano offerti alimenti contrassegnati con il PAE, e uno in cui erano presenti il PAE e il simbolo.
Il risultato è stato che quando le informazioni sono più di un tipo, le scelte non sono orientate in maniera decisa sui cibi sani, come invece accade quando c’è solo un tipo di informazione. Se con lo Healthy Choice Symbol si compra il 5% in più di alimenti che recano una dicitura di quel tipo, con le due diciture insieme il vantaggio è minore. Probabilmente ciò accade perché il cliente si sente confuso e, alla fine, opta per prodotti che capisce fino in fondo, preoccupandosi di un solo aspetto alla volta.
Secondo gli autori non esiste una soluzione ottimale da tutti i punti di vistata, bisogna scegliere quale obbiettivo considerare primario rispetto agli altri. Inoltre, in generale, è bene non sovrapporre messaggi diversi, che ingenerano solo confusione e incertezza, ma puntare su una grafica semplice, chiara e comprensibile da parte di tutti che veicoli un solo tipo di informazione.
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Giornalista scientifica