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bioenginereed logo usaDopo anni di discussioni e una consultazione pubblica, il governo statunitense ha emanato le regole per l’etichettatura degli alimenti contenenti Ogm, dove non comparirà però questa sigla e neppure le parole “geneticamente modificato”, dato che ormai hanno assunto una connotazione negativa presso larga parte dei consumatori.

Le regole emanate dal Dipartimento dell’Agricoltura prevedono l’uso della parola “bioengineered”, che però è ancora poco conosciuta dai consumatori. L’indicazione che un alimento contiene ingredienti “bioengineered” dovrà essere apposta sull’etichetta con l’uso della parola o di un apposito marchio. In alternativa, i produttori potranno apporre in etichetta un codice scansionabile con lo smartphone, che rimanda a un link digitale con le informazioni. In quest’ultimo caso, dovrà essere indicato anche un numero di telefono a cui chiedere maggiori informazioni sul prodotto. Al numero telefonico indicato potrà corrispondere anche un messaggio registrato.

L’indicazione “bioengineered” non sarà applicata a tutti gli alimenti che sono stati prodotti con ingredienti geneticamente modificati ma solo a quelli in cui gli Ogm sono rilevabili. Ciò riduce significativamente, addirittura del 78% secondo quanto riporta Food Navigator-Usa, il numero di prodotti sottoposti alla nuova normativa, perché ne saranno esentati, ad esempio, gli zuccheri e gli oli altamente raffinati, come quelli ottenuti da barbabietole e mais geneticamente modificati, in cui la sequenza modificata del Dna non è individuabile.

L’esclusione dall’applicazione obbligatoria delle regole per gli alimenti altamente raffinati è stata criticata dalla Sustainable Food Policy Alliance, l’associazione costituta recentemente da quattro colossi alimentari – Danone, Mars, Unilever e Nestlé – che si dichiarano “preoccupati che gli standard non siano all’altezza delle aspettative dei consumatori e delle pratiche delle principali compagnie alimentari”. Poiché le regole emanate dal Dipartimento dell’Agricoltura Usa consentono di indicare volontariamente il fatto che determinati alimenti sono stati prodotti con ingredienti geneticamente modificati, anche se il loro Dna non è più individuabile nel prodotto finale, le quattro compagnie lo indicheranno comunque in etichetta, come fattore di trasparenza verso i consumatori, e invitano le altre industrie alimentari a fare altrettanto.

Le nuove regole entreranno pienamente in vigore dal 1° gennaio 2022.

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ezio
ezio
11 Gennaio 2019 12:18

Sul termine indicativo “bioengineered” ci potremmo accontentare anche noi, tradotto letteralmente nelle nostre etichette in BIOINGEGNERIZZATO, magari in grassetto come per gli allergeni.
Il termine non distingue i prodotti con geni estranei impiantati, da quelli d’appartenenza del vegetale trasformato come nelle tecniche di mutagenesi.
Ma il logo prescelto non rende ma travisa il messaggio, indicando un paesaggio naturale (sole, cielo e terra con un vegetale artificialmente marzianizzato), che non coincide con le operazioni eseguite sulle sementi d’origine.

marco
marco
12 Gennaio 2019 19:10

mi ricorda “l’idea di condizionamento” di cui ho sentito parlare in un film visto di recente …. dove si racconta il tentativo (vero o falso che sia) di far abolire una tassa sulla successione … chiamandola death tax …
il potere delle parole è enorme