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Il consumo abituale di energy drink è associato a comportamenti a rischio

I giovani consumatori abituali di energy drink sono più propensi degli altri ad assumere comportamenti a rischio quali il fumo, il consumo di alcol, la guida in condizioni alterate. Questa osservazione di per sé non è sufficiente per stabilire un nesso di causa-effetto, ma secondo gli autori dello studio pubblicato su Preventive Medicine, merita comunque un approfondimento.

 

Lo studio ha preso in esame le abitudini di oltre 8.200 studenti dei licei pubblici della costa atlantica del Canada grazie al lavoro dei ricercatori del Propel Centre for Population Health Impact dell’Università di Waterloo, in Canada appunto. Questi scienziati hanno verificato, tramite questionari, non solo le abitudini dei ragazzi, ma anche alcuni aspetti comportamentali e le condizioni dell’umore, la propensione alla depressione, nonché la conoscenza sugli ingredienti contenuti nelle diverse bibite assunte. Hanno così scoperto che il 62% degli intervistati aveva bevuto almeno un energy drink nei 12 mesi precedenti, e che uno su cinque ne beveva uno almeno una volta al mese.

 

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Il fumo e l’alcol sono due dei comportamenti a rischio che vanno di pari passo con il consumo abituale di energy drink

Ma, soprattutto, hanno visto che più un ragazzo aveva l’abitudine di bere energy drink, più spesso beveva anche alcol, fumava sigarette e guidava in condizioni non ottimali, potenzialmente pericolose, cercando spesso in maniera consapevole il rischio, la trasgressione e le emozioni forti. Gli adolescenti che ammettevano di fare uso di droghe leggere sono stati invece esclusi, per non correre il rischio di condizionare i risultati con dichiarazioni poco attendibili.

 

Naturalmente – hanno sottolineato gli autori – è difficile dimostrare che esista un nesso tra energy drink e comportamenti a rischio, e quindi una responsabilità delle bibite energetiche nell’adottare comportamenti pericolosi, ma solo che i ragazzi più vulnerabili tendono ad associare più fattori di rischio e dovrebbero quindi essere oggetto di politiche preventive mirate.

 

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I giovani spesso non conoscono i rischi derivati dall’assunzione frequente di energy drink

Un’altra informazione interessante raccolta, è quella sul livello di conoscenza dei rischi associati agli energy drink da parte dei giovani: molto basso. Dai dati non è emersa infatti alcuna percezione del fatto che il contenuto di caffeina e di altri stimolanti è molto più alto rispetto a quello, per esempio, della Coca-Cola, ma una lattina da 20 once (590 ml circa) di quest’ultima contiene 60 milligrammi di caffeina mentre una di un energy drink da 16 once (circa 470 ml), quindi più piccola, ne contiene in media 160, oltre a guaranà, taurina e altro in diverse quantità e assortimenti: tutte sostanze cioè che, se assunte in grandi quantità e a maggior ragione insieme all’alcol, possono dare insonnia, irritabilità, tachicardia e altri disturbi cardiaci.

 

Non a caso l’American Academy of Pediatrics, come molte altre società scientifiche ed enti pubblici per la tutela della salute, sconsiglia esplicitamente l’assunzione di queste bibite da parte di bambini e adolescenti, mentre gli autori invitano i colleghi ad approfondire il tema, e le autorità a valutare provvedimenti restrittivi volti a proteggere le fasce d’età più esposte, senza dimenticare che le vittime accertate (sei negli Stati Uniti e due in Francia) finora sono state in maggioranza ragazzi.

 

Agnese Codignola

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