Processo di analisi degli alimenti. Riso al microscopio, fagioli rossi allerta e grano in piastre di Petri su sfondo grigio, vista dall'alto.

controlli alimenti latte laboratorioSi chiama Safefood ed è un dispositivo laser portatile per lo screening rapido e affidabile della qualità del cibo (ne avevamo già parlato in questo articolo). Lo ha presentato l’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), che nei laboratori di Frascati sta lavorando a due prototipi: uno destinato alle attività ispettive di organi di controllo e l’altro per i controlli di qualità nell’industria alimentare. 

I due strumenti, basati su una tecnologia laser che utilizza luce e suono per rilevare sostanze nocive o non dichiarate in etichetta, si differenziano in base al loro specifico utilizzo: quello destinato alle aziende alimentari è stato progettato per integrarsi nel processo industriale e monitorare tutta la catena produttiva, mentre il secondo strumento, che verrà dato in dotazione alle autorità ispettive, sarà maneggevole, di facile utilizzo e delle dimensioni di una valigetta. In quest’ultimo caso si tratta di mini laboratorio portatile, dove basterà inserire un piccolo campione di cibo per avere in pochi secondi uno screening rapido e preciso della presenza di eventuali contaminanti. E proprio queste caratteristiche lo renderanno adatto per controlli veloci e mirati in tutti i canali di distribuzione, dai mercati ai supermercati, dalle mense di scuole, ospedali e aziende fino ai piccoli negozi di alimentari.

“La tecnologia alla base dei due apparecchi antifrode si chiama spettroscopia laser fotoacustica”, spiega Adriana Puiu del laboratorio Diagnostiche e metrologia dell’Enea. “Tecnicamente si ‘spara’ sul campione un fascio laser a infrarosso. Il campione a sua volta si riscalda, si espande e genera un’onda di pressione, una sorta di ‘eco’ che viene ascoltata come suono attraverso un microfono. In questo modo riusciamo ad analizzare qualsiasi sostanza, senza che le sue molecole vengano alterate, e ottenere immediatamente i risultati per capire se siamo di fronte a una frode alimentare”.

Finora questa tecnologia è stata testata su alimenti di grande consumo come pesce, bibite e succhi di frutta, latte in polvere, olio d’oliva e vino. Nel caso del pesce, sia fresco che in scatola, il laser ha individuato la presenza di istamina, una molecola tossica che si forma quando il pescato è vecchio o conservato male e che non viene distrutta durante la cottura. Nei succhi di frutta e nelle bibite analcoliche il sistema permette di identificare la presenza di cinque dolcificanti come fruttosio, glucosio, maltosio, aspartame e saccarosio; nel latte in polvere è in grado di rilevare la contaminazione da melammina, una sostanza usata per produrre la plastica ma capace di simulare il contenuto di proteine causando gravi danni renali nei neonati, mentre negli agrumi riesce a individuare infezioni da patogeno; nell’olio extravergine di oliva la presenza di oli vegetali a basso costo oppure nel vino sostanze come metanolo, solfiti e glicole etilenico, quest’ultimo molto usato nei liquidi antigelo per automobili.

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ezio
ezio
27 Febbraio 2019 17:25

Ottima notizia per la sicurezza alimentare sul campo ed uno strumento indispensabile per tutti i piccoli produttori e commercianti poco o nulla attrezzati, per i quali dovrebbe essere obbligatorio l’uso prima della messa in vendita degli alimenti.

Costante
Costante
11 Marzo 2019 19:52

Sarebbe interessante sapere di piu’: Per esempio se si possono avere risultati quantitativi, i livelli rilevabili, e inoltre i riferimenti bibliografici, prima di valutare la reale efficacia del sistema