Il “vino libero” a quanto pare non è poi così libero e Eataly deve pagare una multa da 50 mila euro per la pubblicità apparsa qualche mese fa sui più importanti quotidiani. La decisione è stata presa dall’Antitrust che ha ritenuto scorretto lo slogan scelto per vendere il vino firmato dalla catena Eataly, con l’intento di offrire al consumatore bottiglie libere “dalla chimica”, ossia da concimi chimici, erbicidi e solfiti. Nel 2013 Il Fatto Alimentare ne aveva parlato in due differenti articoli (qui e qui), spiegando quale fosse il senso del prodotto ed evidenziando le criticità di un messaggio che nelle intenzioni voleva proporre un prodotto con meno sostanze chimiche rispetto ad altri prodotti, forse in un modo troppo aggressivo.
Le bottiglie di vino Eataly provengono da aziende che aderiscono all’Associazione Vino Libero e sono state vendute nella catena di Oscar Farinetti dal 2014 fino a gennaio di quest’anno. Secondo l’Antitrust lo slogan e il nome scelto farebbero credere ai consumatori che il vino sia totalmente libero da solfiti, erbicidi e concimi. In realtà non è così, dato che – come la stessa associazione dice sul sito – si tratta di vini “la cui dose massima di solfiti è inferiore almeno del 40% rispetto al limite previsto per legge” e anche sulle bottiglie è riportata la dicitura “contiene solfiti”. Da qui l’accusa riscontrata dall’Antitrust di “pratica commerciale scorretta“. In realtà Eataly si era impegnata a modificare le etichette delle bottiglie a pratire dal marzo 2015 appiccicando un bollino con la scritta “vino libero da concimi di sintesi, libero da erbicidi, libero da almeno il 40% dei solfiti rispetto al limite previsto dalla legge” , ma l’accordo non è stato rispettato. A questo l’Antitrust è nuovamente intervenuto e Eataly dovrà modifica i cartelli e le diciture oltre che pagare una multa. Le sanzioni riguardano anche l’Associazione e le società Mirafiore e Fontanafredda (8.000 €) e il distributori dei prodotti “Vino Libero” (5.000 €).
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50k€? Troppo poco! Con le vendite realizzate, i soldi della multa li pagano in scioltezza.
Ma perche’ ? Esistono vini in bottiglia senza solfiti ?
Sapete indicarmene un paio ?
Certo: sono quelli fatti in casa…forse.
Come può un produttore che vive di vino mettere a rischio il proprio reddito senza proteggerlo con l’aggiunta di solfiti? A meno che non diventi produttore di aceto… 🙂
Seppur poco io credo (non sono un esperto) che tutti i vini abbiano un’aggiunta di solfiti.
Victor, io non sono un esperto del settore, ma ho letto di alcune nuove tecniche (che parlano di “ossigenazione” del vino durante la “maturazione”, detto in termini probabilmente imprecisi) in voga da una decina di anni, che permettono di vinificare riducendo quasi a zero il ricorso ai solfiti per la conservazione. quindi, non la scomparsa dello zolfo, ma la sua estrema riduzione. un esempio lo produce un mio cugino che lo vende col nome “senzazolfo”, seguendo le procedure dell’agricoltura biologica.
Allo stato attuale sono cmq da preferire vini liberi da almeno il 40% dei solfiti rispetto al limite previsto dalla legge …
Ha ragione Massimiliano: troppo poco. Tra l’altro si vantano di essere alternativi, mentre ricorrono agli stessi mezzucci di altre ditte.
Vino Libero vuole essere una replica surrogato del vino biologico.
Buona l’idea del nome alternativo al Bio, ma chi certifica e controlla che sia libero davvero?
Fanno tutto da soli? Troppo facile!!
Allora iniziamo una battaglia come per gli oli tropicali ora tocca ai vini dei supermercati e quelli alla spina