I llibro di Dario Bressanini “Pane e bugie” edito da Chiare lettere è scritto bene. Alla fine si puo solo concordare con l’autore sulle informazioni approssimative di molti giornali, sui alcuni luoghi comuni troppo scontati, e si può solo sottoscrivere l’invito rivolto ai media ad affrontare certi argomenti in modo più documentato. Nel libro ci sono diversi spunti interessanti, ma l’elemento critico è l’ambiguità nella descrizione dei prodotti Ogm, presentati come se si trattasse di innesti. Non è così. Un Ogm tra vegetali e animali non è banale e nemmeno naturale, e forse per questo motivo una parte della comunità scientifica non ritiene opportuno utilizzare questi sistemi per omologare le colture più diffuse sull’intero pianeta come mais, soia e riso.
C’è una storia che Bressanini non tratta nel libro. La storia è quella dei “signori Ogm”, che 20 anni fa in un incontro a Milano dichiaravano di non volere etichettare la soia e il mais transgenico destinato all’Europa, perché non potevano e soprattutto non volevano ! Questa bugia dettata da motivi mercantili, era l’unica strada percorribile per impedire ai cittadini e al mercato di scegliere cosa comprare. L’altra storia che un libro come “Pane e bugie” dovrebbe raccontare riguarda i controlli per verificare la presenza di Ogm negli alimenti. Questi controlli in Europa sono stati ufficializzati 4/5 anni dopo l’ingresso dei semi transgenici permettendo così alle multinazionali di invadere il mercato e di contaminare le filiere. Adesso che bisogna scrivere sugli alimenti se gli ingredienti provengono da materie prime geneticamente modificate nessuno usa mais e soia Ogm per produrre alimenti e nessuno li compra, chissà perché? Se si raccontavano meno bugie 20 anni fa, forse adesso non dovremmo discutere di questi problemi.
Un interessante dibattito sul libro si è tenuto a Rainews 24 tra l’autore del libro Dario Bressanini e il professore Claudio Malagoli clicca qui per vederlo
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