I dolcificanti e gli zuccheri aggiunti possono anticipare la pubertà, soprattutto in bambini che abbiano uno specifico corredo genetico. E maggiori sono i quantitativi assunti nel tempo, più grandi sono i rischi che si determini una maturazione sessuale precoce. I pediatri, così come i genitori, dovrebbero saperlo, per evitare di dare ai più piccoli cibi e bevande dolcificate, perché lo sviluppo sessuale anticipato non è positivo, e può comportare una serie di conseguenze negative. Tra queste, a parte gli aspetti psicologici, si segnalano l’altezza ridotta da adulti, l’incremento del rischio di avere malattie metaboliche e le difficoltà a concepire.
È un vero e proprio allarme quello lanciato durante il congresso annuale della Endocrine Society svoltosi nei giorni a San Francisco dai ricercatori del Taipei Municipal Wan Fang Hospital e della Taipei Medical University in Taipei, di Taiwan, che hanno presentato i risultati di un’osservazione iniziata nel 2018.
Lo studio sui dolcificanti
In quell’anno, infatti, ha preso il via il Taiwan Pubertal Longitudinal Study (TPLS), una ricerca che ha come scopo l’approfondimento del passaggio dall’infanzia alla pubertà, che ha reclutato circa 2.400 bambini. Di questi, 1.400 sono stati valutati per verificare l’esordio della maturazione sessuale, arrivata precocemente in 418 di loro, attraverso indagini cliniche, test di laboratorio dei livelli ormonali, raggi e altri esami di imaging e anche con l’analisi dello stato di 19 geni noti per essere coinvolti nel delicato passaggio. I dati medici sono stati poi incrociati con quelli sulle abitudini alimentari, per vedere se esistesse o meno un nesso con i dolcificanti e gli zuccheri aggiunti.
Il risultato è stato chiaro, perché i dolcificanti influenzano l’arrivo della pubertà, sia pure ciascuno con modalità proprie e spesso in modo diverso a seconda del genere. Così, per esempio, la glicirrizina, presente anche nella liquirizia, modifica il microbiota intestinale in senso pro-sviluppo sessuale, mentre l’acesulfame K o Ace K induce il rilascio di ormoni che accelerano la pubertà a livello centrale e incrementando i marcatori dello stress.

Nei maschi soprattutto il sucralosio innesca meccanismi specifici che agiscono sul sistema nervoso, mentre nelle femmine la stessa cosa si vede, oltre che con il sucralosio, anche con la glicirrizina e gli zuccheri aggiunti, che modificano l’espressione dei geni analizzati.
La diffusione
I dolcificanti studiati sono molto comuni e presenti in dozzine di prodotti che i bambini consumano, non di rado senza sapere che sono dolcificati. Tra questi le barrette, gli yogurt, le bevande dolci e quelle a calorie zero, le gomme senza zucchero, i cereali e perfino diversi farmaci. A causa di assunzioni multiple si può arrivare a pericolosi accumuli, soprattutto quando si hanno geni specifici. Per questo – hanno concluso gli autori – le linee guida dovrebbero contenere riferimenti specifici, affinché ci sia più consapevolezza da parte di tutti e si cerchi di limitare al massimo il quantitativo di dolcificanti (e zuccheri aggiunti) dati ai bambini.
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Giornalista scientifica



Meglio POCO zucchero raffinato che tanti dolcificanti. Mangiamo tutti più sano e ci ammaliamo di più. Che strano…
Ormai gli studi sui dolcificanti sono all’ordine del giorno e dovrebbero far capire qualcosa.La qualità del cibo è sicuramente peggiorata negli anni ma le abitudini alimentari sono cambiate in peggio. Siamo passati dal non avere cibo ad un eccesso con scelte alimentari pessime perché optiamo per cibi rapidi di scarsa qualità, a volte per fretta a volte per soldi. Questo si traduce inevitabilmente in danni alla salute.
I vostri articoli aiutano molto nella scelta degli alimenti sani e genuini.