Dolcificanti ipocalorici: i dietologi divisi sui possibili benefici. Manca un chiaro orientamento, a livello europeo, su come utilizzarli nella pratica dietetica
Dolcificanti ipocalorici: i dietologi divisi sui possibili benefici. Manca un chiaro orientamento, a livello europeo, su come utilizzarli nella pratica dietetica
Redazione 19 Dicembre 2014L’European Journal of Public Health ha pubblicato una ricerca condotta dalle Università britanniche di Bath e Plymouth e dal belga European Food Information Council, per vedere che percezione hanno i dietologi dei dolcificanti a basso contenuto calorico e se li raccomandano ai loro pazienti. Sono stati intervistati 151 dietologi di cinque Paesi europei – Gran Bretagna, Francia, Germania, Ungheria e Portogallo – e sono emersi quattro atteggiamenti: i dolcificanti non vanno usati per nulla, vanno usati limitatamente come prodotto di transizione, il loro uso va lasciato alla libera decisione del paziente, il loro uso deve essere raccomandato o almeno permesso.
I dietologi restii a consigliare i dolcificanti ipocalorici assumono questa posizione per ridurre l’attaccamento ai sapori dolci, perché alcuni studi hanno indicato che questi dolcificanti incrementano l’appetito e perché sono ancora incerti gli effetti sulla salute. Al contrario, i dietologi che raccomandano l’uso di questi dolcificanti sostengono che diversi studi ne dimostrano efficacia e sicurezza, anche se i mezzi d’informazione tendono a darne un’immagine negativa.
Secondo i ricercatori che hanno condotto questo studio, l’atteggiamento ambivalente dei dietologi nei confronti dei dolcificati contenenti poche o zero calorie deriva dalla mancanza di un chiaro orientamento, a livello europeo, su come questi dolcificanti possono essere utilizzati nella pratica dietetica, mentre il contesto scientifico e politico alimenta l’incertezza e i dubbi dei professionisti e dei clienti.
Beniamino Bonardi
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Il titolo dell’ articolo e la conclusione sono poco felici o fuorvianti. Se i dietologhi non hanno una posizione univoca è perchè le conoscenze attuali sono queste. Cosa vogliamo dall’ Europa, se non ci sono basi scientifiche inoppugnabili?
Il problema è che si parla quasi esclusivamente di dolcificanti artificiali, ottenuti quindi chimicamente. Pochi, invece, sanno dell’esistenza di un dolcificante naturale (stevioside e rebaudioside) ottenuto da foglie di Stevia rebaudiana e usato da secoli dalle civiltà paraguaiane!!!