Il paradosso delle bibite dietetiche contenenti dolcificanti ipocalorici è che fanno aumentare l’appetito e alla fine della giornata le calorie non assunte attraverso lo zucchero delle bibite vengono compensate da quelle provenienti dai cibi consumati con più frequenza o in maggior quantità nel resto della giornata. È quanto sostiene uno studio condotto da ricercatori della Agency for Science, Technology and Research di Singapore, pubblicato dalla rivista International Journal of Obesity. La ricerca ha coinvolto 30 partecipanti suddivisi in quattro gruppi. A ciascuno dei quali, dopo una colazione standard, a metà mattina è stata somministrata una bevanda da mezzo litro, con un dolcificante diverso: zucchero, aspartame, stevia e “monk fruit”, conosciuto anche come Luo Han Guo e proveniente dal sud-est asiatico.
Come spiega Siew Ling Tey, che ha guidato lo studio, «l’energia ‘risparmiata’ rimpiazzando lo zucchero con dolcificanti ipocalorici è stata completamente compensata durante i successivi pasti durante lo studio, dal momento che non nessuna differenza di calorie giornaliere è stata riscontrata all’interno dei quattro trattamenti». Infatti, la conclusione dello studio è che il consumo di bevande senza calorie, contenenti dolcificanti non calorici artificiali o naturali, ha un’influenza minima sull’assunzione totale giornaliera di energia, così come sul glucosio e sull’insulina postprandiali, rispetto al consumo di una bevanda dolcificata con il saccarosio.
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Sinceramente immaginavo potesse esserci la fregatura da qualche parte: fare i furbi non conviene.