Basta con bibite e merendine ipercaloriche nei distributori automatici presenti nelle scuole dell’Emilia Romagna.  Le nuove Linee guida della Regione varate qualche settimana fa, focalizzano l’attenzione sulle qualità nutrizionali degli alimenti venduti ai distributori automatici e nei bar interni agli edifici scolastici e fanno un elenco dei prodotti che non devono essere presenti.

Per risultare più efficaci è stato utilizzato il metodo del semaforo: verde per i cibi consentiti e rosso per quelli sconsigliati.

 

Semaforo verde per:

• Prodotti a contenuto energetico inferiore/uguale alle 150 kcal per singola porzione

• Alimenti privi di glutine e per diabetici

• Porzioni di frutta e verdura

• Alimenti contenenti cereali integrali in percentuale superiore al 50%

• Acqua e succhi di frutta 100% e privi di zuccheri aggiunti

• cibi a basso contenuto di sodio

• ove possibile: prediligere prodotti freschi e locali, DOP (denominazione di origine protetta) e IGP (indicazione geografica protetta), biologici, da produzione integrata ed equo solidali, a km 0.

 

Il semaforo rosso include :

• cibi che contengono grassi trans 

• alimenti con un apporto di lipidi superiore a 9g per porzione

• preparazioni contenenti oli vegetali (palma e cocco)

• prodotti ricchi di zuccheri semplici o dolcificanti

• cibi con nitriti e/o nitrati come additivi

• bevande ad alto contenuto di teina, caffeina, taurina e similari

 

Il documento contiene anche delle raccomandazioni di tipo logistico sulla disposizione dei vari alimenti nel distributore, come collocare le bottiglie di acqua in alto, ad altezza occhi, mentre le altre eventuali bibite in basso, e fornire delle indicazioni su come orientare verso scelte più sane dal punto di vista nutrizionale (materiale informativo, posizionamento, etichette).

 

Foto: Photos.com

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Tito
Tito
1 Giugno 2012 14:10

Immagino già quanto saranno efficaci queste linee guida..che non prevedono divieti reali o sanzioni…in un paese dove ormai i distributori automatici hanno letteralmente invaso anche i centri storici (ma vi ricordate 20 anni fa..quando la presenza nelle aree urbane si contava nelle dita monche di una mano solo all’interno delle principali stazioni ferroviarie(nemmeno negli ospedali c’erano)?
Lo sanno solo gli uffici stampa delle regioni e delle provincie che hanno bisogno di rilanciare la loro sbiadita immagine politica.

angelo
angelo
1 Giugno 2012 17:21

…gestito dai bidelli costerebbe quasi nulla .Allucinante,considerano gli studenti malati da guarire e non ragazzi da nutrire.
Nella lista dei prodotti buoni del semaforo verde inseriscono cibo per diabetici e celiaci, prodotti eco e solidali provenienti da paesi lontani decina di migliaia di kilometri e quelli fatti a kilometro zero come se il distributore automatico fosse un educatore di DI ETICA ED ECONOMIA.
E pensare che la cosa giusta sarebbe far far una buona colazione a casa e offrire a scuola gratuitamente acqua e spremuta di frutta fresca….Gestita dai bidelli,costerebbe quasi niente.

Gianni
Gianni
6 Giugno 2012 04:22

Mi auguro che di fronte ad una presa di posizione relativa alla ristorazione in ambito scolastico che prevede regole precise ed anche divieti non ci si scagli in una campagna mediatica di screditamento come già successo con l’esperimento della ristorazione scolastica milanese. Mi riferisco proprio ai numerosi articoli a firma La Pira comparsi anche sul fattoalimentare.
Qui oggi si parla di distrubutori automatici, lì la questione era più ampia e riguardava le mense, ma anche qui, come lì, quello che conta è il concetto di base, e cioè che i "grandi" ad un certo punto decidono di prendersi le loro responsabilità e dire basta, porre divieto di introdurre almeno in ambito scolastico determinati cibi, e che i ragazzi ci si abituino. Poco alla volta, ma lo faranno.

GIORGIA
GIORGIA
6 Giugno 2012 14:56

Ma siamo davvero così convinti che il problema obesità o cattiva nutrizione dei nostri figli dipenda SOLO dai distributori automatici nelle scuole? Abbiamo mai guardato con attenzione le etichette dei prodotti che consumiamo a casa nostra? Abbiamo osservato al supermercato cosa contengono i carrelli di tante mamme?Qualcuno sa cosa richiedono alle aziende partecipanti i bandi di appalto per la gestione dei distributori automatici presso le scuole? Prezzo basso e contributo economico alla scuola elevato!!! I progetti di educazione e informazione di sana alimentazione valgono ZERO rispetto all’offerta economica. Conclusione: credo che eliminare il cibo "spazzatura" dai distributori automatici non sia risolutivo se poi tale cibo finisce comunque negli zaini dei giovani studenti, magari prelevandolo dalla dispensa di casa. Prendersi la responsabilità, come è giusto che sia da parte degli adulti, significa "educare" con costanza e su diversi ambiti. Certamente un impegno difficile e complesso che deve prevedere anche la collaborazione di diversi "attori" e la perseveranza nell’applicazione dei progetti spot che molte amministrazioni propongono ma, purtroppo, troppo spesso solo per fare una campagna "di immagine" temporanea, e poi lasciar morire il progetto tra le mani di chi lo ha finanziato e sostenuto con impegno e duro lavoro. anche questa volta, purtroppo, si sceglierà la strada più facile: si è deciso di trovare un COLPEVOLE (il distributore automatico) e scaricare su di esso le responsabilità di un problerma che invece riguarda tanti soggetti. Si sarà capito dal tono del mio messaggio, che gestisco un’azienda di distribuzione automatica, che ha collaborato e creduto con forza in un progetto di sana alimentazione nelle scuole, ma che negli ultimi anni sta perdendo tutte le gare d’appalto pur di rimanere fedele ai propri ideali. Eppure le proponiamo le spremute fresche d’arancia nelle scuole! E diamo garanzia di igiene nel servizio, ottemperando alla normativa vigente HACCP, che probabilmente i bidelli non conoscono e/o non sono tenuti ad applicare. Le aziende serie e "consapevoli" esistono anche nel settore della distribuzione automatica! Nell’ambito scolastico, però, deve intervenire in modo costante e coerente qualche "ente" (ad esempio i SIAN, Servizi Igiene Alimenti e Nutrizione delle ASL) in collaborazione con il Provveditorato. Ma … contano molto di più altri interessi (economici), non la salute dei ragazzi. Ecco perchè è comodo trovare un COLPEVOLE! Saluti a tutti.

ciccio
ciccio
10 Giugno 2012 10:21

non si cerca il colpevole ad ogni costo, ma SE LA SCUOLA vuole educare ad una scelta consapevole di ciò che mangiamo, certe cose nel distributore automatico andrebbero ridotte o eliminate.. inutile parlare di dieta, di prodotti sani quando a portata di mano c’è tutto il peggio che un’azienda alimentare può portare … e ricordiamoci che queste aziende devono far profitto… e più mangi e più guadagnano… sta al consumatore indurre il produttore a fare certe scelte..