pesce antipasto dieta mediterranea

La Dieta mediterranea, se seguita con scrupolo, protegge il cuore delle donne e ne allunga la vita. Basare la propria alimentazione su vegetali freschi, cereali integrali, frutta secca, legumi, olio extravergine di oliva e poi carne bianca e pesce, lasciando poco spazio a vino rosso, derivati del latte, carne rossa, grassi animali e alimenti processati, sembra infatti esercitare un potente effetto preventivo nei confronti delle malattie cardiovascolari e dei decessi collegati a esse, secondo quanto riportato in una metanalisi appena pubblicata sulla rivista Heart dai ricercatori del Westmead Applied Research Centre dell’Università di Sidney, in Australia.

Per verificare l’esistenza di un’eventuale azione specifica della Dieta mediterranea sulle donne, gli autori hanno analizzato nel dettaglio 16 studi condotti tra il 2003 e il 2021 su un totale di 700mila partecipanti di sesso femminile, tutte seguite per un tempo medio di 12,5 anni. Hanno così dimostrato che, per chi si attiene strettamente ai dettami della Dieta mediterranea classica, il rischio di sviluppare una malattia cardiovascolare diminuisce del 24%, quello di avere una patologia coronarica cala del 25%, mentre quello di andare incontro alla morte per una di queste cause si riduce del 23%; la protezione si vede anche nei confronti degli ictus, anche se non è statisticamente significativa. Secondo gli autori, il merito è degli effetti sul microbiota e sull’infiammazione in generale, controllati dai polifenoli, dai nitrati, dagli acidi grassi omega-3, dalle fibre e dagli alimenti a basso indice glicemico, anche se non è chiaro perché ci sia una differenza rispetto al sesso maschile, nel quale la tendenza è la stessa, ma di entità minore. 

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La Dieta mediterranea

Gli uomini, in compenso, possono avere un effetto preventivo nei confronti del cancro della prostata, come emerso in un’altra ricerca australiana, pubblicato pochi giorni prima su Cancer dai ricercatori dell’Università dell’Australia del Sud. In questo caso non si è trattato di una metanalisi ma di uno studio caso-controllo, nel quale cioè sono stati messi a confronto un centinaio di uomini cui era stata diagnosticata da poco la malattia con altrettanti controlli simili per età e condizioni, ma senza il tumore. Analizzando la concentrazione di alcuni dei metaboliti classici della Dieta mediterranea come il licopene, la luteina, l’alfa-carotene e il selenio, gli autori hanno dimostrato che quelle di chi si era ammalato erano sensibilmente più basse di quelle di chi non aveva sviluppato il tumore. In particolare, il rischio sembrava essere aumentato significativamente in coloro che avevano concentrazioni inferiori ai 120 microgrammi per litro di sangue di selenio e 0,25 di licopene. In entrambi i casi, la conclusione è che sarebbe opportuno sviluppare linee guida nutrizionali specifiche per sesso, soprattutto quando sono finalizzate a prevenire specifiche malattie.

Non distingue invece tra i sessi il terzo studio pubblicato sulla Dieta mediterranea, in questo caso su Neurology, dal quale emerge un ulteriore beneficio associato a questo tipo di alimentazione, quello sulla malattia di Alzheimer, dimostrato in modo particolarmente chiaro. I ricercatori del Rush University Medical Center hanno infatti analizzato post mortem il cervello di poco meno di 600 persone che lo avevano donato alla scienza, dopo aver tenuto traccia, per anni, delle proprie abitudini alimentari. Il 39% di costoro nel tempo aveva avuto una diagnosi di demenza e si è visto che, a parità di età anagrafica, il cervello di chi aveva seguito una Dieta mediterranea (con tre porzioni di pesce alla settimana) era più giovane, dal punto di vista anatomo-patologico (cioè in base alla presenza di placche di beta amiloide e di fibrille di proteina tau, i due marcatori della malattia di Alzheimer), di circa 18 anni rispetto a quello di chi aveva mangiato in modo diverso. Lo stesso valeva per la variante della Dieta mediterranea detta MIND, che pone l’accento sui verdure a foglia verde; in quel caso, il beneficio era di 12 anni circa. In entrambi i casi, chi aveva mangiato almeno sette porzioni di verdure a foglia verde a settimana aveva un cervello più giovane di 19 anni rispetto a che aveva mangiato meno verdure.

Questi tre studi, usciti a pochi giorni di distanza gli uni dagli altri, e basati su metodologie molto diverse (una metanalisi, un caso-controllo e un’indagine autoptica) giungono alle stesse conclusioni: la Dieta mediterranea, se praticata abitualmente, protegge dalle malattie più gravi come quelle cardiovascolari, oncologiche e neurologiche meglio di qualunque altro regime alimentare.

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gianni
gianni
29 Marzo 2023 13:50

Nessun protettore di novel food o novel nutrizionista ha qualcosa da ridire?

Nadja
Nadja
31 Marzo 2023 20:20

Spiegate qual è la vera dieta mediterranea perchè non è quella che gli italiani credono e praticano

Roberto
Roberto
Reply to  Nadja
12 Aprile 2023 16:38

Posso parlare per me, di come intendo io la dieta mediterranea…

– una/due volte al giorno frutta (una sicuramente sempre a colazione)

– pranzo con una porzione di verdura cruda + pasta (condita NON con ragù) quindi il piatto forte sono i carboidrati

– cena con una porzione di verdura cruda o cotta + proteine (legumi o pesce o formaggio o uova)

– pane integrale

Questo abitualmente, poi ovvio ci sono gli stravizi in occasioni particolari.

giova
giova
Reply to  Nadja
25 Aprile 2023 17:51

Sì, è il caso, perchè è stata molto travisata

gianni
gianni
2 Aprile 2023 14:42

La buona/cattiva notizia è che non esiste una unica ricetta per stare meglio, ma tutti gli schemi ( non diete ma schemi o stili di vita ) hanno alcune caratteristiche basilari che ognuno deve avere l’ostinazione di capire e applicare alla propria vita, cultura personale allo stato puro, eterna e gratuita. E altrettanta ostinazione serve per estrarre dalle montagne di pubblicazioni, consigli e notizie sparse le conferme ( bastevoli ) costruite attraverso decenni, domandandosi nel frattempo quanto tempo servirà ai moderni esperti con i loro additivi e punteggi per arrivare agli stessi risultati, tanti link e inchieste confortanti ma sono solo chiacchiere e incoerenza.

Il cibo fisico rappresenta solo una gamba di un tavolo, non siamo robot standardizzati.
A——Non conta quanto sia grande la comunità o gruppo, conta la coesione sociale come paracadute di salute mentale e comunità di intenti evitando la solitudine fisica, sentimentale e gli egoismi avvelenanti.
B——Praticare la sicurezza che molto dipende da noi e quindi coltivare l’ottimismo delle buone azioni sociali e ambientali.
C——La spiritualità dettata dalla conoscenza di se stessi e dalla consapevolezza che solo i comportamenti gentili e socievoli aiutano nelle immancabili difficoltà della vita, preghiera e meditazione qualunque sia il dio in cui crediamo.
Possiamo pure credere di essere figli del caso ma nessuno può mettere in dubbio la precisa complessità della vita biologica che fa dire ad alcuni studiosi che ” dietro ogni porta che gli scienziati aprono scoprono la Natura al lavoro da millenni”, e al contrario la dannosità di sostanze e procedure tecniche prima osannate come miracolose e poi condannate dalle evidenze.
D——Sole e movimento finalizzato alle azioni utili e non fine a se stesso. Sul sole in particolare i terroristi tecnologici spingono molto terrorizzando gli ignoranti.
E——Infine il cibo. Assai meno importante dei punti precedenti.
Per capire il mondo alla rovescia diventa una malato inventato chi coerentemente cerca alimenti puri.
Diventa sospetto e pessimo cittadino chi non eccede in consumi in generale, e in particolare chi limita volontariamente e felicemente le quantità di riempimento dello stomaco.
La filosofia regnante prevede di avere forzatamente tutti i magazzini interni strapieni ( proteine, carboidrati vitamine ecc. ) in vista di chissà quali “carenze” quando invece i cicli di vuoto e pieno, di luce e ombra, di freddo e caldo sono alla base della vita che rappresentiamo.
Diventa ostracizzabile chi non si piega alla “dose che fa il veleno” e non accetta le infinite piccolissime dosi innaturali che i progressisti ci obbligano a ingerire volenti o nolenti, e qui cadono tutti gli idoli falsi e confondenti, quali le conseguenze? nessuno lo sa e quindi non se ne parla volentieri, privacy brevettuale.
E non si può parlare nemmeno di tornare indietro, orrore e sacrilegio… piuttosto ripetiamo paranoicamente sempre gli stessi numerosi errori solo cambiandogli nome.

Alfredo Noto
Alfredo Noto
20 Aprile 2023 19:44

Complimenti: bell’articolo, chiaro, interessante, utile.