
C’è un motivo molto specifico che spiega perché chi ha una dieta sbilanciata fino dall’infanzia, se donna, può avere un aumento del rischio di sviluppare un tumore al seno, al di là del fatto che di solito, una volta diventata adulta, è in sovrappeso o obesa (e anche questo predispone alla malattia). Chi ha una dieta scadente ha anche una maggiore probabilità di avere uno sviluppo sessuale precoce, con un menarca (la prima mestruazione) anticipato. E la pubertà precoce è un noto fattore di rischio per questo tumore, per il diabete e per le malattie cardiovascolari.
Se ci fosse bisogno di ulteriori argomenti per chi deve consigliare ai genitori di cercare di dare ai bambini solo alimenti sani, il tumore mammario può esserne uno rilevante, nel caso di figlie femmine.
Lo studio Guts
Il legame specifico è emerso dall’elaborazione dei dati di oltre 7.500 bambini arruolati nella grande indagine di popolazione Growing Up Today Study (GUTS), una delle diramazioni degli studi sulle infermiere condotti dall’Università di Harvard e dal Brigham and Women’s Hospital di Boston, Massachussetts. Lo scopo di Guts era seguire i figli di coloro che avevano preso parte allo studio originario, con arruolamenti di bambini di età compresa tra i 9 e i 14 anni avvenuti volta nel 1996 e poi di nuovo nel 2004, e follow up rispettivi fino al 2001 e poi al 2008.
Come illustrato su Human Reproduction, per capire l’influenza dell’alimentazione sull’età del menarca, i ricercatori hanno adottato due punteggi, chiamati Alternative Healthy Eating Index (AHEI), ed Empirical Dietary Inflammatory Pattern (EDIP). Con questi hanno potuto distinguere chi aveva avuto un’infanzia nella quale c’era stato il giusto spazio per vegetali freschi, fibre, legumi, farine integrali e altri, dotati di un’attività antinfiammatoria (e otteneva quindi un elevato AHEI) da chi, invece, era stato cresciuto con abbondanza di alimenti come le carni rosse e lavorate, le farine raffinate e le bevande dolci, e aveva ottenuto quindi un EDIP alto.

I risultati
In totale, poco meno di settemila ragazze hanno avuto il primo ciclo durante il periodo di osservazione. Controllando i punteggi, gli autori hanno scoperto che quel 20% circa di ragazze che aveva l’AHEI più elevato, e che quindi era stata cresciuta con una dieta che non favoriva le infiammazioni, aveva anche un otto per cento di diminuzione della probabilità di avere un menarca precoce, nel mese successivo alla rilevazione, rispetto alle bambine e ragazze che avevano avuto l’AHEI più alto. Al contrario, il 20% di ragazze che aveva avuto l’EDIP più elevato, e quindi una dieta peggiore, aveva avuto un 15% di aumento del rischio di mestruazioni anticipate, sempre nel mese successivo all’indagine e sempre rispetto a quel 20% che, invece, aveva avuto l’EDIP più basso.
Dieta e mestruazioni
La relazione tra qualità della dieta e mestruazioni è rimasta anche dopo aver introdotto tutti gli elementi correttivi del caso come il peso e l’altezza, e questo ha permesso di affermare che c’è un rischio specifico che ha a che fare con la pubertà, anche se come sempre, per questo genere di ricerche, ciò che si può affermare è la coesistenza di due fenomeni, e non l’esistenza di un nesso causale.
Le indagini continuano, per capire quali siano, in particolare, i meccanismi che interferiscono con i circuiti ormonali attivati da alimenti non adeguati. Nel frattempo, anche alla luce di questi risultati è importante prestare molta attenzione alla qualità della dieta dei figli fino dalla prima infanzia, per non aumentare i rischi di malattie successive e per dare origine ad abitudini (come quella di mangiare molta frutta e verdura o farine integrali) che poi proteggono per tutta la vita.
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Giornalista scientifica
La frutta sana (naturalmente) ,vita all’aperto,gioco che per un bambino è una terapia di vita e socialità,correre felici in mezzo ai prati o aree verdi, non chiusi in casa tra un portatile e merendine con additivi ,emulsionanti, conservarvanti,addensanti,coloranti,PFAS, packaging tossici e fast-fashion.