La dieta può avere un ruolo molto importante per prevenire o tenere sotto controllo il diabete di tipo 2 e, soprattutto, la mortalità a esso associata, anche tenendo conto di parametri non scontati come il momento della giornata in cui si mangiano o meno certi alimenti, e il consumo di cibi specifici non collegati alla glicemia in modo diretto. Così, in base a nuovi dati contenuti in due studi pubblicati negli stessi giorni, è teoricamente possibile tracciare un regime alimentare ottimale, che massimizzi gli effetti preventivi, per cercare poi di adeguarvisi, per quanto possibile.
Nel primo, i ricercatori della Harbin Medical University, in Cina, hanno analizzato i dati di oltre 4.600 diabetici che avevano preso parte allo studio di popolazione statunitense chiamato National Health and Nutrition Examination Survey, condotto tra il 2003 e il 2014. L’obiettivo degli scienziati era quello di controllare l’esistenza di un’eventuale relazione tra le abitudini alimentari, il momento della giornata in cui si mangiava un certo prodotto, e l’andamento della mortalità da malattie cardiovascolari associata al diabete 2.
Come illustrato sul Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism, in sintesi, la dieta che comporta i rischio minore di morire per una patologia associata al diabete è quella che prevede una prevalenza di amidi complessi come quelli delle patate al mattino, cereali integrali di pomeriggio e verdure a foglia verde e latte di sera. L’abitudine peggiore, ancora una volta, è quella di consumare grandi quantità di carni rosse, soprattutto alla sera. Inoltre, modificare le proprie abitudini, per esempio sostituendo il bacon tipico della colazione del mattino degli americani con gli amidi, o la carne della cena con le verdure, ha effetti chiari e misurabili.
Oltre al latte, poi, sarebbe opportuno inserire lo yogurt, secondo quanto riportato nel secondo studio, pubblicato su Nature Communications dai ricercatori dell’Université Laval del Québec e del centro di ricerche Danone Nutricia Research di Palaiseau, in Francia. In questo caso, infatti, è stato confermato l’effetto preventivo dello yogurt proprio nei confronti del diabete di tipo 2, ed è stata fornita una spiegazione che, finora, non era stata data con altrettanta chiarezza.
Secondo quanto emerso su modelli animali di pre-diabete, il merito sarebbe da attribuire al microbiota, e a specifici metaboliti prodotti dai ceppi presenti negli alimenti a base di latte fermentato. I batteri presenti nello yogurt preservano e talvolta aumentano la quantità ematica di idrossiacidi a catena ramificata, metaboliti prodotti a partire dagli amminoacidi del latte, mentre con una dieta senza yogurt la concentrazione di questi elementi preziosi diminuisce. Bastano due porzioni di yogurt al giorno per avere effetti evidenti come l’abbassamento della concentrazione dei grassi del fegato e il miglioramento dei parametri tipici del diabete quali i valori di insulina glicata, anche in animali cui viene somministrata una dieta ricca di acidi grassi saturi e zuccheri. Se si intendono seguire i consigli per una dieta che aiuti a prevenire il diabete, sarebbe quindi opportuno inserire lo yogurt: di sera, preferibilmente.
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Giornalista scientifica