Young woman craving a tasty burger .

bere latteProseguiamo la nostra inchiesta sulla data di scadenza dei prodotti alimentari focalizzando l’attenzione sulle confezioni di cibo che riportano in etichetta la dicitura  “Da consumarsi entro il…” seguita dall’indicazione del giorno e del mese entro il quale bisogna consumare il prodotto. Stiamo parlando di alimenti freschi come: latte, yogurt, wurstel per i quali in linea di massima conviene rispettare  l’indicazione, anche se a parer nostro ci vuole una certa flessibilità. L’intervallo è infatti strettamente correlato al rispetto della catena del freddo, alla qualità della materia prima e alla tecnologia di produzione e confezionamento.

Per questo motivo, ad esempio, durante i mesi estivi conviene anticipare di 24 ore il consumo degli alimenti più delicati come l’insalata pronta in busta, perché se rimane qualche ora a temperatura ambiente le foglie si afflosciano e perdono fragranza. Vediamo ora come comportarsi con altri cibi, valutando quando è opportuno posticipare o anticipare.

La ricotta e la robiola sono alimenti delicati, per cui un’interruzione lunga della catena del freddo oppure la permanenza in frigoriferi che non rispettano le temperature di conservazione favoriscono l’avvio dei processi di alterazione organolettica, diversi giorni prima della scadenza. In questi casi il degrado sensoriale è evidente, anche se in genere non è affiancato da un incremento del numero di batteri tale da ritenersi pericoloso per la salute. Il nostro consiglio è di consumare questi latticini 5-7 giorni prima anche perchè il frigorifero di casa spesso non garantisce una temperatura di conservazione corretta.  

Il latte fresco di alta qualità per legge scade 7 giorni dopo il confezionamento. Se però viene conservato bene nel frigorifero domestico, si può tranquillamente bere anche uno-due giorni dopo senza problemi. Il latte crudo invece va fatto bollire sempre prima del consumo, soprattutto se destinato ai bambini.

Lo yogurt scaduto da 7-10 giorni si può ancora consumare se non ci sono rigonfiamenti o muffe (l’inconveniente è che, dopo i 30 giorni di durata stabiliti dal produttore, i fermenti rimasti vivi sono davvero pochi e in alcuni casi il gusto può essere più acidulo).

Per le uova bisogna stare attenti. La legge fissa la scadenza entro 28 giorni dalla deposizione, ma i microbiologi consigliano di consumarle 8-10 giorni prima, per evitare qualsiasi problema. Dopo questa data, le membrane interne cominciano ad alterarsi e la Salmonella è in agguato.

Se vengono consumate crude o come ingredienti della maionese o della crema è meglio usare le uova “extra fresche”, classificate così fino a 7 giorni dopo la deposizione (sono facilmente riconoscibili perché riportano la praola “Extra” in evidenza sulla confezione).

Le tagliatelle, i ravioli e altre paste fresche confezionate in atmosfera modificata, in genere scadono dopo 60 giorni. Si possono mettere in pentola anche dopo una settimana, se non ci sono odori sospetti.

Salumi affettati in busta in atmosfera modificata: meglio rispettare la scadenza ci potrebbe essere una crescita di Listeria. Il periodo consigliato dai produttori varia da 30 a 60 giorni, molto dipende dalla lavorazione, dall’umidità e dal tipo di salume o di insaccato.

Wurstel: l’unica regola è rispettare la data (2-3 mesi) e, soprattutto non mangiarli mai crudi. Il problema riguarda soprattutto quelli di pollo, abitualmente preparatati con carne separata meccanicamente ottenuta dalla spremitura delle carcasse, che vanno sempre cotti in modo accurato.

Salmone fresco affumicato affettato, in genere scade dopo 30-40 giorni. È uno dei prodotti più delicati a causa della facile contaminazione da Listeria. Conviene anticipare di 8-10 giorni il consumo rispetto alla scadenza riportata sull’etichetta, perché  facilmente attaccabile dai batteri.

Mozzarella vaccina in genere scade dopo 1 mese. È meglio anticipare il consumo che dovrebbe avvenire al massimo entro 3 settimane dalla produzione.

Zuppa o brodo già pronto confezionato in cartoni di tetrapack, rispettare assolutamente la scadenza (1 mese) e scaldare con cura sino all’ebollizione prima di servire a tavola.

Tutte queste indicazioni valgono se viene rispettata la catena del freddo durante la commercializzazione e soprattutto se il frigorifero di casa è tarato a +4°C .

Alimenti con data di scadenza (*)

Sulle confezioni compare la scritta  “Da consumarsi entro il …”

Alimento Data di scadenza rilevata Intervallo consigliato   (temperatura conservazione  inferiore a + 4°C) Perdita delle caratteristiche organolettiche se il consumo avviene nei giorni successivi Rischio microbiologico se il consumo avviene dopo la scadenza o se il prodotto è conservato male
Ricotta /Robiola 25-30 giorni meglio 5-7  giorni prima elevato poco rilevante
Insalata in busta 7 giorni meglio 1-2 giorni prima elevato poco rilevante
Latte fresco 7 giorni anche 1-2 giorni dopo poco evidente poco rilevante
Yogurt 30 giorni nessun problema 6-7 giorni dopo poco evidente nessuno, dopo 30 giorni il numero di fermenti vivi diminuisce notevolmente
Uova 28 giorni meglio  8 -10 giorni prima poco rilevante rilevante se consumate crude
Uova extra da utilizzare a crudo per maionese, creme,  dolci 7 giorni rispettare la scadenza poco rilevante irrilevante
Pasta fresca confezionata  in atmosfera modificata
(**)
30-60 giorni 5-6 giorni dopo irrilevante irrilevante (viene cotta)
Wurstel (**) 60-90 giorni 60-90 giorni poco rilevante irrilevante (viene cotto)
Salmone crudo affumicato 30-40 giorni meglio 8-10 giorni prima poco rilevante rilevante
Salumi  in atmosfera modificata (**)
30-60 giorni rispettare la scadenza poco rilevante rilevante
Mozzarella  vaccina 4 settimane 3 settimane rilevante poco rilevante
Zuppa o brodo in tetrapack 30 giorni rispettare la scadenza poco rilevante irrilevante (se viene cotto bene)

(*) Indicazioni valide per prodotti confezionati non aperti e conservati correttamente in frigorifero

(**) Alcuni aziende riportano sulla confezione il “Termine minimo di conservazione” e la dicitura “Da consumarsi preferibilmente entro ….”

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Paoblog
Paoblog
21 Novembre 2012 09:02

Circa la mozzarella leggo che è meglio anticipare il consumo rispetto alla scadenza indicata, tuttavia in un articolo del 2010 di Maria Teresa Truncellito leggo: "Non è necessario buttare una mozzarella se è appena scaduta. Se conservati in modo corretto, gli alimenti continuano a essere buoni per qualche giorno, e possono essere usati per cucinare. Vanno gettati se hanno un odore strano o aspetto diverso da quello normale."

domenico
domenico
21 Novembre 2012 09:23

Scusate e l’olio di oliva ?
Grazie

Sergio
Sergio
21 Novembre 2012 14:01

La questione della scadenza delle uova è piuttosto oscura.
Credo che sia necessario conservarle in frigorifero ma la data di scadenza si riferisce alla conservazione in frigorifero? Ma come mai nei supermercati non sono conservati nei frigoriferi?

Roberto La Pira
Roberto La Pira
21 Novembre 2012 15:33

Paolo, le considerazioni di questo articolo sono il frutto di un ragionamento che abbiamo fatto insieme ad esperti microbiologi e possono differire da quanto scritto in altri articoli precedenti. Il consiglio dei microbiologi è di anticipare la scadenza sia per motivi igienici sia perchè, i frigoriferi non funzionano come dovrebbero e non mantengono la temperatura.

paola emilia cicerone
paola emilia cicerone
22 Novembre 2012 21:19

Mi semrba che a proposito della mozzarella-ma anche di molti altri alimenti- si possanofare ragionamenti diversi, a secodna della destinazione d’uso: Maria Teresa Truncellito faceva notare che una mozzarella un po’ passata, forse non adattissima a essere consumata così come è-può essere usata in cucina, così come l oyogurt un po’ "passato" e povero di fermenti, l’insalata" stanca" e altro….

Sabrina
Sabrina
23 Novembre 2012 10:37

Le uova hanno una scadenza di 28 gg dalla deposizione. Nell’unione europea le uova vengono commercializzate a temperatura ambiente. Non si refrigerano, perche’ l’eventuale e probabile interruzione della catena del freddo aumenterebbe il rischio di inquinamento microbiologico a causa della formazione di condensa, che faciliterebbe il passaggio dei microrganismi verso l’interno del guscio, essendo di materiale poroso.

Costante Pinelli
Costante Pinelli
28 Novembre 2012 21:25

Nel commento sul latte si danno precisazioni riferite al latte fresco "di alta qualità", ma la considerazione vale parimenti per tutti i tipi di latte pastorizzato. La denominazione "di alta qualità" , peraltro prevista solo in Italia, é legata ad una buona materia prima,oramai di standard pressoché usuale in quasi tutte le stalle, con conseguente necessità di basso trattamento di risanamento termico, e parametri chimico fisici dimostrabili del basso effetto termico.
Dal punto di vista microbiologico e di conservazione, nessuna differenza da un latte "fresco" o latte "pastorizzato", eccetto che per il microfiltrato ed il pastorizzato ad alta temperatura, che hanno una durata decisamente maggiore in ragione di una bassissima , o quasi nulla, carica batterica residua al momento del confezionamento.