Soya harvesting

I ministri dell’agricoltura del G20 si sono riuniti a Parigi il 22-23 giugno per discutere come ridurre la volatilità dei prezzi agricoli, limitare le speculazioni finanziarie e definire un piano globale per affrontare la crisi alimentare. Il relatore speciale ONU per il Diritto al cibo Olivier De Schutter, e l’ex Presidente della Commissione europea, Romano Prodi, offrono alcuni utili spunti. Qualcuno ne terrà conto, magari?

La crisi alimentare, si è visto, viene ormai considerata un fenomeno non contingente ma strutturale. Vale a dire, i prezzi delle derrate agricole sono destinati a livello globale a un’inesorabile crescita, ed esse risulteranno sempre meno accessibili alle popolazioni meno abbienti. Non è la Cassandra di turno a dichiararlo, ma gli osservatori internazionali di ogni parte del globo. Perché la povertà estrema, che affligge un essere umano ogni sette, è una realtà anche in Europa .

Ma la fame non è una calamità naturale. È invece uno «scandalo che bisogna fare cessare». Con queste parole Olivier De Schutter si è rivolto al presidente francese Nicolas Sarkozy e ai partecipanti al G20 Agricoltura, i quali ora hanno un’opportunità unica di contribuire in modo decisivo a trovare una soluzione. Ecco le cinque priorità sottolineate da De Schutter:

1. Regolare e rendere trasparenti i mercati dei titoli derivati che si basano sulle commodities alimentari. L’impatto della speculazione finanziaria sull’impennata dei listini alimentari è ormai ampiamente riconosciuta, e questo fenomeno deve venire controllato e limitato al più presto. Gli USA hanno legiferato a tale riguardo da quasi un anno. Il G20, sotto la presidenza francese, potrebbe incoraggiare le altre potenze economiche a muoversi nella stessa direzione.

2. Incoraggiare lo sviluppo di infrastrutture di stoccaggio a livello regionale. I piccoli agricoltori sono le prime vittime di una volatilità dei prezzi destinata ad aggravarsi ancora. Di fronte alla crescente instabilità delle produzioni legate ai cambiamenti climatici, è urgente stabilire idonei sistemi di stoccaggio e riserve alimentari, a livello locale. Attualmente, il 30% dei raccolti nel Sud del mondo – più esattamente, il 40% della frutta e verdura – viene perduto a causa di depositi inidonei. Mentre sistemi di stoccaggio efficaci, gestiti in modo trasparente e partecipativo, permetterebbero di mitigare le improvvise oscillazioni in salita dei prezzi. Il G20 deve incoraggiare le istituzioni internazionali e le agenzie di cooperazione per sostenere queste infrastrutture di stoccaggio su scala locale.

3. Sostenere la fornitura di beni pubblici e infrastrutture. Per rinforzare la produttività dei piccoli agricoltori nei paesi in via di sviluppo (PVS) è necessario fornire loro aiuti per gli acquisti di attrezzature ma anche strade, per il trasporto dei loro prodotti e la consegna ai consumatori di città. È altresì cruciale aiutare i piccoli produttori a organizzarsi in cooperative e associazioni, in modo da rafforzare i loro ruoli nella filiera alimentare e consentire loro di interloquire con i governanti al fine di concordare iniziative e politiche a loro beneficio.

4. Sostenere la capacità di tutti i paesi a nutrire i loro cittadini mediante strategie basate sul diritto al cibo. Sin dai primi anni novanta, le importazioni di alimenti dei paesi meno sviluppati sono aumentate in valore di cinque-sei volte, soprattutto a causa del difetto di investimenti sulla produzione locale. La continua promozione dell’agricoltura destinata all’export ha reso questi paesi sempre più vulnerabili rispetto ai picchi dei listini internazionali. Questa tendenza può venire invertita soltanto applicando strategie nazionali pluriennali, volte a restituire efficienza alle produzioni agro-alimentari di sussistenza. L’esperienza di alcuni paesi dell’America Latina mostra che tali strategie, in quanto focalizzate sul diritto al cibo, hanno migliorato in misura significativa la sicurezza degli approvvigionamenti alimentari.

5. Rafforzare la governance mondiale della sicurezza degli approvvigionamenti alimentari. Il Comitato per la sicurezza degli approvvigionamenti alimentari (”Committee on World Food Security”, CFS) è stato riformato a seguito della crisi alimentare del 2007-2008. Il CFS è di fatto il solo «forum» deputato a coordinare gli Stati, le agenzie internazionali e la società civile, per lo sviluppo di politiche atte a garantire la disponibilità delle risorse alimentari. Il G20 dovrebbe sostenere il ruolo di questa istituzione e più in generale questo tipo di attività. Non si può più accettare, ad esempio, che le politiche dei paesi in via di sviluppo sul commercio e gli investimenti internazionali contraddicano i programmi di sviluppo rurale a sostegno dei piccoli agricoltori.

Il Commissario europeo emerito Romano Prodi, invitato dal Presidente della Commissione agricoltura del Parlamento UE Paolo De Castro, è a sua volta intervenuto di recente sulla crisi alimentare. L’ex Commissario Prodi si è soffermato sulla corsa all’accaparramento dei terreni, soprattutto in Africa, da parte di paesi come Cina, Giappone e gli Stati del Golfo. La tragedia del land-grabbing, appunto, contro la quale è pure in corso una mobilitazione del World Social Forum .

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Per maggiori informazioni:
Le priorità indicate da Olivier De Schutter al G20 Agricoltura.
– “Prodi: serve una nuova governance per garantire la sicurezza alimentare”, di Alessio Romeo, su Agrisole del 3-6-2011.