Nella settimana n°43 del 2015 le segnalazioni diffuse dal Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi (Rasff) sono state 55 (9 quelle inviate dal Ministero della salute italiano).
L’elenco dei prodotti distribuiti in Italia oggetto di allerta comprende due casi: tracce di arachidi in preparato per torta di pistacchio e cioccolato (della Cameo, leggi approfondimento); aflatossine in mini biscotti contenenti armelline (noccioli di albicocca 15%) da Italia.
Nella lista delle informative sui prodotti diffusi in Italia che non implicano un intervento urgente troviamo: corpo estraneo (presumibilmente uccello) in latte in polvere di proseguimento per bambini tedesco.
Tra i lotti respinti alle frontiere od oggetto di informazione, l’Italia segnala: produzione impropria e scarsa documentazione per la tracciabilità di distillati alcolici provenienti dall’Italia; uso non autorizzato di colorante (E102 – tartrazina) in farina piantaggine dal Ghana; aflatossine in fichi secchi provenienti dalla Turchia; residui di pesticidi (propargite e tetradifon) in pomodori secchi dalla Tunisia; aflatossine in granella di nocciole dalla Georgia; residui di pesticida (propargite) in fragole congelate dall’Egitto.
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Giornalista, redattrice de Il Fatto Alimentare, con un master in Storia e Cultura dell’Alimentazione
Uccello?
Sembra di si. Il rasff non dà altri particolari.
Di che latte parliamo? Che marca?
Il Rasff “Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi” è una struttura coordinata a livello europeo. Molti Stati pubblicano i nomi delle marche i cui lotti sono oggetto di ritiro, richiamo o allerta. L’Italia non è tra questi; cioè neanche a noi è dato sapere di che prodotti si tratta. Abbiamo chiesto più volte alle catene di supermercati e al Ministero che questi dati fossero resi pubblici
ciò che stupisce ancora di più è che il prodotto in questione rientri nella “lista delle informative sui prodotti diffusi in Italia che non implicano un intervento urgente”. quali tipo di problema è necessario riscontrare affinchè si possa rientrare nell’intervento urgente?
Suppongo quelli dove vi sia un reale impellente e concreto rischio per la salute…
Essendomi occupato per 10 anni di latti per l a prima infanzia a livello formulativo, produttivo e di controllo, stento veramente a comprendere anche la remota possibilità che si possa trovare un “uccello” in una scatola di latte in polvere, ma neppure un pelo. Potrebbe trattarsi invece di qualche frammento di “pietra di latte” (bruciata e caramellizzata) , ma molto piccola, da incrostazioni degli impianti di concentrazione /atomizzazione, scambiata,
all’analisi microscopica , con un frammento di piuma d’uccello. Nell’esperienza di esecuzione di Filth-test presso laboratori esterni, mi è capitato più di una volta di imbattermi in interpretazioni fantasiose, che poi non si sono ripetute nei circuiti di analisi sulla stessa matrice. Anche nelle allerte, purtroppo, sono successi casi di allerte lanciate senza sufficienti riscontri ed oculatezza, poi respinte o ritirate. Ho relazionato ampiamente in proposito anni fa a SICURA, a cui partecipava anche il Dr. Lapira.