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Febbre, stanchezza e tosse secca sono i sintomi più frequenti dell’infezione da coronavirus. In molti casi si verificano anche dolori muscolari, mal di testa, gola infiammata e diarrea. Ma ultimamente a far discutere sono altri due sintomi: la perdita di gusto e olfatto, che può essere parziale, e allora si parla rispettivamente di ipogeusia e iposmia, oppure totale, cioè ageusia e anosmia. Alcune associazioni di medici francesi avevano segnalato questi sintomi come meritevoli di attenzione già il 20 marzo scorso, come riferisce la rivista dei consumatori 60 Millions de Consommateurs

Secondo un’indagine anamnesica condotta da specialisti in otorinolaringoiatria su oltre 400 pazienti Covid-19 in condizioni non gravi di 12 ospedali europei, la perdita di gusto e olfatto sarebbe presente in circa nove casi su 10. Numeri molto più alti di quelli stimati in precedenza da alcuni ricercatori britannici, che parlavano della presenza di questi sintomi solo in un terzo delle persone positive al coronavirus.

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Secondo uno studio, il 90% delle persone positive al coronavirus manifestano una perdita totale o parziale di gusto e olfatto

In particolare, sembra che la perdita totale dell’odorato interessi un po’ più frequentemente le donne rispetto agli uomini (92% contro 82%). Nella maggior parte dei casi (65%) questi segni insorgono insieme a quelli più tipici dell’infezione, ma il 12% dei pazienti ha rivelato di aver perso gusto e olfatto prima e il 20% di non aver manifestato nessun altro sintomo da raffreddamento o simil-influenzale. Non si tratterebbe quindi della stessa perdita di gusto e olfatto che si verifica frequentemente con il raffreddore, quando la causa è il naso ostruito, ma sembra essere determinata da un danno al nervo olfattivo. Di conseguenza la perdita del gusto, che è un senso complesso, non sarebbe causata da una lesione diretta, ma riflessa.

Per questo, i medici francesi consigliano alle persone che manifestano un’improvvisa scomparsa di gusto e olfatto di autoisolarsi e monitorare l’eventuale comparsa di altri sintomi caratteristici del Covid-19, come febbre, tosse e difficoltà respiratoria.

Nella metà dei casi gusto e olfatto sembrano tornare abbastanza rapidamente dopo la guarigione. Il 44% persone ha risposto al questionario dei ricercatori dicendo di avere recuperato entro due settimane dallo studio. Per gli altri i tempi potrebbero essere più lunghi e richiedere fino a un anno. Per accelerare il processo di recupero sensoriale, gli esperti francesi suggeriscono una terapia di allenamento già usata per i disordini dell’olfatto. Il metodo consiste nell’annusare alcuni “odori olfattivi puri” – per esempio caffè, vaniglia, timo, chiodi di garofano, aneto e coriandolo – dopo averne letto il nome, per permettere al sistema sensoriale di associare le informazioni a livello cerebrale.

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Gabriella Morini
13 Aprile 2020 12:22

Per studiare questi aspetti si è costituito il Global Consortium for Chemosensory Research (GCCR), un gruppo diversificato di scienziati, clinici, sostenitori dei pazienti e partner della comunità che si sono formati durante la pandemia di COVID-19. I membri sono distribuiti in 30 paesi in cinque continenti, italiani inclusi.
Il GCCR ha messo a punto un questionario, disponibile anche in italiano.

https://gcchemosensr.org/