Quanto persiste il coronavirus sugli oggetti, sulle superfici di casa o dei mezzi pubblici? È sufficiente mantenere una distanza di sicurezza di 1,5 metri? Nei giorni scorsi diversi quotidiani nazionali e anche alcuni siti hanno rilanciato la notizia di uno studio di ricercatori tedeschi che, analizzando altri studi, avrebbero sottolineato la capacità del virus di persistere su acciaio, plastica e vetro fino a 9 giorni.
Il coronavirus contagia a distanza?
Un’altra notizia diventata virale in poche ore, si riferiva a una ricerca in fase di pubblicazione su una rivista cinese, che ipotizzava una capacità di sopravvivenza del virus fino a 9 giorni e la possibilità di propagarsi attraverso il colpo di tosse o starnuto fino a 4,5 metri. Lo studio si basava su una persona che nel corso di un viaggio in pullman avrebbe infettato alcuni passeggeri. Il testo concludeva con altre indicazioni sulla possibilità del virus di rimanere vitale per 30 minuti nell’aria in un ambiente confinato, aumentando il rischio di contagio per le persone che vengono a contatto. La buona notizia è che la rivista ha ritirato pochi giorni fa l’articolo, segnale che rappresenta una presa di distanza sulla solidità scientifica di questi risultati.
La fonte è una rivista cinese, Practical Preventive Medicine, e l’articolo si chiama “An epidemiological survey on the aggregative epidemic of new coronavirus pneumonia transmitted by aerosols in public transport”. Lo studio è stato coordinato dal ricercatore cinese Hu Shixiong. Il lavoro non è accessibile online, nemmeno come abstract, probabilmente perché è stata comunicata l’accettazione agli autori, ma lo studio non è ancora materialmente disponibile visto che l’ultimo numero della rivista risulta datato 2019.
Le perplessità di Antonello Paparella
“Leggendo quanto riportato dalla stampa cinese e ripreso dai media italiani – precisa Antonello Paparella, microbiologo alimentare dell’Università di Teramo – sorgono alcune perplessità. Considerando l’elevata contagiosità del virus, testimoniata da altri lavori ma soprattutto ipotizzata da questo, non si comprende come mai i passeggeri seduti sulla stessa fila del pullman non avrebbero contratto l’infezione.
L’altro elemento su cui riflettere – continua Paparella – è la positività nei passeggeri presenti sullo stesso pullman, che vengono ricondotte con certezza al contagio avvenuto durante il viaggio a partire della persona che avrebbe introdotto il virus. Viene scritto che dall’indagine epidemiologica era stata esclusa l’ipotesi che i passeggeri divenuti in seguito positivi avessero in realtà avuto contatti stretti con altri soggetti positivi non presenti sull’autobus. Credo sia necessario acquisire maggiori dettagli sull’indagine epidemiologica svolta. L’esperienza dei casi di COVID-19 in Cina e in Europa sembra indicare una particolare difficoltà nel tracciare i contatti stretti, soprattutto in presenza di superspreader.
Sarebbe interessante sapere come gli autori siano riusciti a escludere che, in una nazione popolosa come la Cina, quei passeggeri non avessero una o due settimane prima, avuto un contatto stretto inconsapevole con un altro soggetto con infezione da Sars-Cov 2. Un’altra criticità dello studio riguarda la mancanza di elementi sulle condizioni microclimatiche interne ed esterne, per esempio la temperatura, l’umidità relativa e il posizionamento delle bocchette del sistema di condizionamento, per valutare se l’eventuale contagio alla distanza di 4,5 m fosse veicolato dall’impianto di areazione, con passeggeri infettati in corrispondenza delle bocchette”.
La posizione del Mario Negri
Anche Antonio Clavenna dell’unità di farmacoepidemiologia del Dipartimento di salute pubblica dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri ha qualche dubbio sulla ricerca. “In genere durante un viaggio su un mezzo pubblico, i soggetti più a rischio sono i passeggeri seduti di fianco e quelli nelle file immediatamente davanti o dietro. È piuttosto improbabile che vengano contagiati passeggeri a molta distanza ma non quelli a fianco. Identificare il momento in cui è avvenuto il contagio non è semplice, soprattutto in contesti con un’alta densità di popolazione.”
“In mancanza della pubblicazione originale non è possibile capire come siano stati esclusi altri contatti stretti o che altri passeggeri dello stesso autobus non potessero rappresentare una fonte di trasmissione. – continua Clavenna – Non escluderei, infine, un ruolo dell’impianto di areazione nel veicolare il virus. Vedremo se gli esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità riterranno di modificare le loro raccomandazioni. Credo che difficilmente lo faranno sulla base solamente di questo studio. A maggior ragione considerando che è stato pubblicato su una rivista poco conosciuta nell’ambito della comunità scientifica e che la stessa ha successivamente ritirato l’articolo. Sono segnali che sollevano dubbi sull’attendibilità della ricerca”.
Il coronavirus e le superfici
I numeri dello studio risultano anche in contrasto con quanto scritto già il 10 febbraio 2020 da Giovanni Rezza del Dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità: “Non deve creare allarme lo studio tedesco secondo il quale il nuovo coronavirus resisterebbe attivo sulle superfici circa 9 giorni. Questo elemento, ancora da dimostrare e condotto su altri coronavirus e non su quello cinese, non fa la differenza sul contenimento precoce dell’epidemia. Da quello che sappiamo rispetto alle precedenti malattie infettive respiratorie, Mers e Sars, infatti, il nuovo coronavirus si trasmette molto più velocemente e la via di trasmissione da temere è soprattutto quella respiratoria, non quella da superfici contaminate. È comunque sempre ricordare l’importanza di una corretta igiene delle superfici e delle mani. Anche l’uso di detergenti a base di alcol sono sufficienti a uccidere il virus”.
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
https://www.focus.it/scienza/salute/il-muco-negli-starnuti-viaggia-fino-a-otto-metri-di-distanza
“”Il MIT ha studiato la dinamica di questo comune gesto, diverso in ogni individuo: i risultati potrebbero aiutare a prevenire epidemie.
Alcuni ricercatori di fluidodinamica del MIT hanno studiato come avviene l’espulsione di muco e saliva durante uno starnuto.
Starnutire infatti è un riflesso normale: il corpo se ne serve per liberarsi dagli agenti patogeni che lo minacciano. Ma fin dove possono spingersi le sostanze espulse starnutendo, e quali controindicazioni ci sono per l’ambiente circostante?
La ricerca ha rivelato che quando si starnutisce le goccioline di saliva e moccio vengono espulse con forza dalla bocca e dal naso insieme a un gas che le trasporta fino a otto metri di distanza, in ogni direzione. Dato che è nel muco che si annidano gli eventuali virus presenti nell’organismo, uno starnuto può veicolare una malattia molto lontano e senza particolari sforzi, generando il rischio di epidemia.
È compito degli scienziati individuare tutte le variabili di questo processo «a propulsione», come l’ha definito Lydia Bourouiba, direttrice del Fluid Dynamics of Disease Transmission Laboratory, così da poter costruire un modello epidemiologico in grado di prevedere le epidemie.
Nell’attesa, il modo più efficace prevenire il fenomeno rimane anche il più antico: quando starnutisci, metti una mano anzi meglio un fazzoletto o la piega del gomito davanti alla bocca. Il fazzoletto va buttato immediatamente e la piega del gomito non va assolutamente toccata a mani nude.””
Io sono lievemente allergico alle graminacee e da fine marzo a maggio ogni anno sono soggetto a starnutire , come farò ad andare in giro tranquillo se la situazione rimane immutata?
..”e la piega del gomito non va assolutamente toccata a mani nude.” Per quanto tempo? O è meglio lavare l’indumento (o sostituirlo)?
Soluzione molto semplice : una bella mascherina e un cartello al collo con scritto ” sono allergico alle graminacee” sperando che chi mi incontra sappia leggere.
L’unico problema è trovare una mascherina senza dover fare un mutuo , e guanti in lattice, perchè si dice che nei supermercati si trova di tutto ma invece sono introvabili le cose utili in questo momento come guanti , mascherine , alcool e amuchina ma dobbiamo farci andare bene le cose cosi , potrebbe andare peggio.
Io vorrei capire perché le strade vengono lavate in questo modo se il virus si propagata solo a distanza ravvicinata. Non ho mai sentito un commento su questa pratica eppure la vediamo fare dappertutto. Vuol dire che il virus resiste sul manto stradale?
Anche io sono preoccupato di annullare con comportamenti errati quanto sto facendo.
NB che mascherine le stanno finendo pure i medici…
Tazze bicchieri posate dovrebbero essere sanificate al top (ottima l’abitudine napoletana di tenere nei bar le tazzine da caffe immerse in acqua corrente bollente).
Ho estratto da una pubblicazione OMS WHO un report finale sul vecchio coronavirus SARS:
……. I dati attualmente disponibili indicano che il Coronavirus associato alla SARS può resistere alcuni giorni nell’ambiente esterno se protetto da matrici biologiche quali le feci e le urine:
nelle urine, a temperatura ambiente, il virus può sopravvivere fino a 24 ore,
nelle feci fino a 2 giorni.
Nelle feci diarroiche, a causa della minore acidità, la sopravvivenza potrebbe arrivare a 4 giorni.
Periodo di incubazione (SARS)
Il periodo di incubazione varia da 2 a 7 giorni; in rari casi può arrivare anche a 10 giorni
Modalità di trasmissione
Principalmente attraverso la diffusione di secrezioni infette.
La SARS viene trasmessa quando si verifica un contatto ravvicinato (faccia a faccia) con persone malate in fase sintomatica, oppure a seguito di contatti con oggetti contaminati di recente con secrezioni respiratorie di
persone malate.
Non esistono, invece, prove che il virus possa essere trasmesso da alimenti o da animali.
La SARS era meno trasmissibile.
Lei conferma quanto scritto nel nostro articolo
Riguardo l’altro problema della persistenza di virus “vivo” per alcuni giorni bisogna riflettere bene su due pessime abitudini umane abbastanza diffuse :
1) molte persone hanno l’abitudine di sputare a terra , supportati anche dalle riprese televisive al rallentatore di calciatori famosi che lo fanno sui campi di calcio. Le discrete quantità di mocio danno maggiori possibilità al virus di sopravvivere.
2) diretta conseguenza di questo malcostume le persone camminando pestano il materiale e se lo portano a casa calpestando qua e là , dopo di che togliendosi le scarpe il contatto non è improbabile.Sarebbe buona abitudine cambiarsi le calzature all’entrata di casa e quando si ripuliscono usare qualche accortezza.
Da tutto questo discende la pratica del lavaggio frequente delle strade con disinfettanti visto in Cina in queste settimane che anche noi non dovremmo trascurare.
Quindi oltre che lavare le mani attenzione anche alle scarpe da sanificare con alcool o altre sostanze che nei supermercati non si trovano più da alcune settimane.
Mi domando solo se – a 4 mesi dall’apparizione di un virus che sta bloccando il mondo – è normale che ancora si ignori completamente se il virus sopravvive 9 giorni o qualche ora, e che ancora oggi si sposi ora una tesi ora l’altra !!!
Giusta domanda, le scarpe che calpestano di tutto ,sputi compreso. Vanno disinfettate prima di entrare in casa?
Sarebbe meglio toglierle prima di entrare in casa e lasciarle sul balcone
Se il virus resiste anche solo 2 giorni, non è questione di sole scarpe. Tutto può contagiare se infettato 2 giorni fa. A cominciare dalle merci. Non c’è solo il contagio diretto entro i 2 metri. E’ per questo che dobbiamo restare in casa.
https://www.npr.org/sections/health-shots/2020/03/14/811609026/the-new-coronavirus-can-live-on-surfaces-for-2-3-days-heres-how-to-clean-them?t=1584302158075
A study out this week finds that the virus can survive on hard surfaces such as plastic and stainless steel for up to 72 hours and on cardboard for up to 24 hours.
“This virus has the capability for remaining viable for days,” says study author, James Lloyd-Smith, an assistant professor of ecology and evolutionary biology at the University of California, Los Angeles, who researches how pathogens emerge.
L’articolo continua specificando che quantità discrete di materiale ( molto più delle infinitesime goccioline normalmente emesse parlando) mantiene più a lungo la contagiosità , che dipende anche dalle condizioni atmosferiche e dal tipo di superficie su cui si deposita.
Una altra ricerca di una università tedesca (1)riferendosi ai vecchi virus SARS e MERS e non al nuovo SARS-coV-2 stimava in 9 giorni la possibilità di vita del virus pur perdendo potenza, ricordando che il virus stesso è un parassita obbligato nel senso che è una cosa inanimata se non trova una entità vivente a cui attaccarsi. Comunque molti affermano che nei piccoli residui emessi dalla bocca parlando il virus sopravvive al massimo 3 ore ( sulla piega del gomito di giacche e maglioni non è specificato).
(1) “Una bassa temperatura e un alto livello di umidità – ha spiegato Günter Kampf , dell’ospedale dell’università di Greifswald, primo autore dello studio – aumentano ulteriormente la loro sopravvivenza”. Tanto che possono arrivare fino a 9 giorni (vivo o quasi morto non si sa).
Questo è parte di quello che passa il convento informativo , niente di veramente certo ma questi pochi mesi non sono sufficienti per avere idee scientificamente chiare su un virus nuovo.
IO più prosaicamente mi domando perchè nessuno riesce a mettere in produzione mascherine….
A me farebbe piacere sapere se ci sono temperature soglia per la sua vita. A questo punto certe cose ha senso passarle in forno; microonde ecc..
Nel flusso tumultuoso delle informazioni , tutte da confermare poi , risulta che in SudCorea utilizzino sostanze acide (pH 3,5) per disinfettare , da noi è consigliato l’alcool ( ma qualcuno di voi lo trova? io al supermercato da più di un mese non lo vedo , c’è solo quello alimentare a 15/16 euro al litro) oppure l’amuchina pure introvabile.
Un’altro studio propone l’ipotesi che il virus in questione si sia sviluppato in una certa fascia di temperatura ambientale ( da 5 a 11 °C) e qui sia più pericoloso , nei territori molto più freddi o più caldi sembra non attecchire allo stesso modo , quindi siamo stati sfortunati per l’inverno mite.
Ce n’è per tuttti i gusti , riguardo alle mascherine condivido i dubbi sul motivo della carenza di presidi elementari per gli operatori sanitari ,però è la bellezza della globalizzazione signori , le mascherine vengono prodotte in posti lontani per via dei costi di produzione e sempre per limare i costi a livello generale nessuno ha pensato a tenere scorte vitali adeguate , ma di questo se avremo memoria ne parleremo ad emergenza finita.
Sempre che non avessero ragione i Maya , perchè sembra che sia stato trovato un altro pezzetto della famosa profezia della fine del mondo 2012 , un post scriptum in cui stà scritto “scusate c’è stato un refuso dello scrivano = la fine del mondo sarà nel 2020”.
Scusate , è umorismo macabro , ma bisogna cercare di sdrammatizzare altrimenti poi ci vorranno vagonate di antidepressivi.
Io uso, oltre all’alcol, il comune aceto di vino (2,3<ph<3). Poiché anche se non esistono informazioni ufficiali in merito da parte della comunità scientifica, è dato acquisito per il SARS la non resistenza a ph<3,5, quindi in mancanza di ufficializzazioni io comunque lo uso in aggiunta agli altri presidi consigliati, visto pure che è commestibile.