Fin dall’inizio dell’emergenza coronavirus, le autorità hanno ripetuto che i supermercati resteranno aperti e che l’approvvigionamento alimentare continua senza interruzioni. L’agroalimentare è uno dei settori che non è stato fermato dai vari decreti per arginare la diffusione del virus. Ma cosa potrebbe accadere se le limitazioni ai movimenti di cittadini e lavoratori dovessero essere prolungate a lungo? Ogni anno, scrive Coldiretti, nelle filiere agricole italiane lavorano 370 mila braccianti regolari che arrivano dall’estero, soprattutto dai paesi dell’Est Europa, e queste perone non potranno raggiungere il nostro paese per la raccolta di frutta e verdura e la semina delle varie colture.
Secondo Coldiretti “occorre intervenire al più presto per sopperire alla mancanza di manodopera stagionale e non pregiudicare le fornitura di generi alimentari a negozi e supermercati”. La chiusura dei confini e le limitazioni ai movimenti decise dall’Italia e da altri paesi, potrebbe ostacolare la raccolta delle primizie primaverili, come fragole e asparagi, che quest’anno è partita in anticipo a causa delle elevate temperature registrate durante l’inverno. Se la situazione dovesse prolungarsi, ci saranno problemi per la raccolta della frutta estiva. Le misure di contenimento della pandemia starebbero già “provocando le disdette degli impegni di lavoro da parte di decine di migliaia di lavoratori stranieri che in Italia trovano regolarmente occupazione stagionale in agricoltura, fornendo il 27% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore”.
Il coronavirus minaccia la filiera agroalimentare europea
Il problema non riguarda solo il settore agricolo italiano. Un un allarme simile, infatti, è stato lanciato anche in Germania, come riporta FoodNavigator, in una lettera alle autorità federali. La locale Associazione degli agricoltori tedeschi (Dbv) denuncia il probabile impatto delle misure contro il coronavirus sulla produzione di cibo, frutta e verdura che dipende molto dai lavoratori stagionali provenienti da altri paesi.
Anche in Francia gli agricoltori si dicono “estremamente preoccupati” per la chiusura delle frontiere. Come denuncia la Federazione nazionale dei sindacati degli operatori agricoli (Fnsea), che sottolinea il rischio di non riuscire a soddisfare il bisogno di manodopera per la raccolta delle primizie e la semina delle colture primaverili.
Per sopperire alla mancanza di braccianti, bloccati dal coronavirus, le associazioni di categoria suggeriscono alcune contromisure. Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, propone di semplificare i cosiddetti voucher agricoli per “consentire da parte di studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne dove mancano i braccianti stranieri”. In Germania e in Francia sono state chieste ai rispettivi governi esenzioni e modifiche alle norme sul lavoro, che vanno dalla defiscalizzazione degli straordinari all’aumento delle ore lavorative consentite, dall’impiego di disoccupati e richiedenti asilo a un aumento degli stipendi per gli operatori del settore.
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
VOGLIO RIVOLGERE UN INVITO AGLI AGRICOLTORI: INVECE DI RICERCARE SCHIAVI A POCHI EURO AL GIORNO ASSUMETE LAVORATORI ITALIANI E PAGATELi QUELLO CHE E’ LORO DOVUTO.
Concordo in pieno con il sig.Fusari , chissà magari quelli che ricevono il reddito di cittadinanza potrebbero essere arruolati per giustificare gli euro che prendono……………….magari si potrebbe trovare una soluzione legislativa ad hoc in breve tempo se i sigg. parlamentari volessero , almeno prima dell’inizio dei raccolti più importanti.
Perchè Bruno, tu pensi che tutti i lavoratori in agricoltura vengano assunti? Temo che la mancanza di lavoratori stagionali, in molti casi, non sia legata alla chiusura delle frontiere, ma alla impossibilità di giustificare gli spostamenti di lavoratori chiamiamoli “ignoti”.
Che vengano regolarizzati e pagati i lavoratori finora sfruttati ! Perché si è lasciata fare questa vergognosa pratica ? Fra tutto quel parlare in TV e sui giornali e nei ” social” , c’è stato qualcuno che in questi ultimi anni abbia insistito a far sapere la ignominia della nostra agricoltura , i salari a 1 euro / ora, le minacce e i maltrattamenti di tanta povera gente ? Questi lavoratori si sommano agli homeless, ai poverissimi di cui facciamo finta di non sapere niente !
Sono 30 giorni che cerco di candidarmi come operaio e mi sono accorto che più facile trovare notizie che che parlano della mancanza di operai che non aziende che cercano operai…